I hate u, I love u

Capitolo 13 - Parte 2

Zulema

Quando entro nella nostra stanza Macarena mi lancia uno sguardo assassino.

"Chi cazzo è James?"

Cosa?

Perché mi fa questa domanda?

"Non urlare, Yasmin dorme."

È l'unica cosa che riesco a dirle.

"Chi cazzo è James?" ripete, abbassando la voce per non svegliare la bambina.

"È il mio medico, perché me lo chiedi?"

"E il tuo medico ti scrive che gli manchi, che non vede l'ora di rivederti e cose così?"

Ma di che cosa sta parlando?

"Hai controllato il mio cellulare per caso?"

"Non cambiare discorso."

"Non riesci proprio a fidarti di me? Non so cosa mi abbia scritto James, ma tra noi non c'è nulla, è solamente il medico che mi ha seguito per il tumore."

"Perché quando non siamo insieme non rispondi mai a chiamate o messaggi?"

"Semplice: ho anche una vita al di fuori di te."

"Cazzate, mi stai raccontando una marea di cazzate. Zulema, so che mi nascondi qualcosa, ammettilo."

Effettivamente qualcosa c'è.

Ho fatto una rapina e non so se sarà l'ultima.

Da un lato è come se avessi tradito Maca, ho tradito la sua fiducia e questo in una coppia non dovrebbe mai succedere.

E poi c'è Aisha.

Mia sorella mi ricorda sempre che non posso andare contro la mia natura, che sono fatta in un certo modo e non potrò mai cambiare, nemmeno per amore.

E penso abbia ragione, anche se è solo una cazzo di visione prodotta dalla mia testa.

Se fosse viva probabilmente direbbe la stessa cosa, ma non ne sono sicura.

Non conosco Aisha, non conosco mia sorella.

"Non ti nascondo nulla."

"Dimmi la verità, ti prego..."

"Ho visto James oggi, per la visita. Lui non è solo il mio medico, è anche amico di Ismael ed è suo socio. Fanno rapine insieme, come facevamo io e te qualche anno fa. James ha fatto ricerche su di me e vuole che io diventi sua complice, tutto qui."

"Zulema, tu gli piaci."

"Forse, però io non sono interessata a lui."

"E alla sua proposta?"

"Nemmeno..."

"Non mentirmi."

"Non ti sto mentendo."

"Gli hai detto di sì, vero?"

"No, dovresti fidarti di me, io..."

"Quindi non hai più fatto rapine?"

"No."

"Sicura?"

"Forse, una volta..."

"Cosa?" mi chiede, con le lacrime agli occhi.

"Avevamo litigato, ero fuori di me. Stavo male, ero arrabbiata con te e ho pensato a quello a cui ho rinunciato per noi. Mi sono detta che non lo meritavi, che mi stavo sacrificando per una stronza che continuava a rinfacciarmi il mio passato, un passato che avevamo deciso di lasciarci alle spalle e..."