Capitolo 12 - Parte 1

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Macarena


Oggi ho un colloquio di lavoro, ho deciso di lanciarmi in questa nuova avventura.

Non c'è niente di male nel fare la casalinga, è una scelta, ma questa vita non fa per me.

Mi lascia troppo spazio per pensare.

E io non voglio pensare.

Quando faccio il bucato, stiro o pulisco casa la mia mente vaga e raggiunge luoghi oscuri che vorrei solo dimenticare.

Raggiunge il buco in cui Ramala mi ha torturata, il dolore e la stanchezza provati a ogni colpo che i suoi uomini mi sferravano.

Raggiunge la vaschetta piena d'acqua in cui mi affondavano la testa per non farmi respirare, la sedia alla quale sono stata legata durante quella maledetta notte.

Raggiunge il posto in cui la madre di Zulema ci ha quasi ammazzate e la sala d'ospedale in cui mia moglie è quasi morta.

Ea volte la mia mente si spinge ancora più in là, arrivando in carcere, nella lavatrice in cui mi hanno chiusa o nello studio di Sandoval.

Oltrepassai confini, supera il mio limite di sopportazione, cacciandomi brutalmente nei miei ricordi peggiori.

"Sei pronta?" mi chiede Zulema.

"Sì... No... Non lo so, sono agitata."

"Per un colloquio di lavoro?"

"Esatto, ho un po' d'ansia."

"Direi che abbiamo affrontato di peggio."

"Lo so, ma... Ci tengo tanto a fare qualcosa, capisci? Con la mia fedina penale ho paura che non mi prenderanno mai a lavorare."

"Almeno tu hai qualcosa sul curriculum che non sia "Regina delle figlie di puttana", sei già avanti. Fidati, stai tranquilla."

"Zule, mi sono candidata come barista, ma non ho la minima esperienza."

"Già, ma tu impari in fretta."

"Dici? Lo pensi davvero?"

"Bionda, puoi farcela, ne sono sicura."

"Va bene, vado! Fammi in bocca al lupo."

"In bocca al lupo, chiamami quando finisci."

Mezz'ora dopo mi ritrovo davanti a questo bar immenso. È grande, molto accogliente e si sente il profumo di brioche proveniente da lì a tre isolati di distanza. Dentro è ancora più bello, adoro i tavoli rotondi, le decorazioni stile vintage e i quadri di Van Gogh sulle pareti.

"Scusi, vuole ordinare?" mi chiede una ragazza che si trova dietro al bancone.

"Io sono qui per il colloquio..."

"Macarena Ferreiro, giusto?"

"Sì, sono io."

"Io mi chiamo Victoria, piacere. Il capo arriverà tra poco, sarà lui a farti il colloquio. Posso darti del tu? Se avrai il lavoro saremo colleghe."

"Sì, certo. Lui com'è?"

"Mi trovo bene qui, non mi posso lamentare."

"Ferreiro?" chiede un uomo, uscendo da una porta dietro a Victoria.

Oddio, ma è Hassan!

È quello che mi ha salvato dal mio aggressore nel vicolo l'altro giorno.

"Macarena! Che ci fai qui?"

I hate u, I love uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora