Zulema
Macarena sta urlando come una pazza e mi sta più o meno staccando una mano.
È normale, lo so, ricordo ancora il giorno in cui è nata Fatima. L'ho amata più di ogni cosa al mondo, però credo che il parto sia una delle esperienze più dolorose in assoluto.
"Vaffanculo, Zulema, ti odio." sussurra mia moglie, tra una spinta e l'altra.
"Perché? Che ho fatto di male questa volta?"
"Dovresti partorire tu al posto mio."
"Sei la più giovane, tocca a te. Ora stai zitta e spingi, voglio conoscere nostro figlio."
Mentre la guardo, non riesco a fare a meno di pensare alla sua forza, al suo coraggio.
Non è la prima a mettere al mondo un figlio e non sarà neanche l'ultima, ma lei ha qualcosa che la rende speciale e diversa dalle altre.
Ha i lunghi capelli biondi bagnati di sudore che le cadono sulle spalle, le guance rosse per il dolore e la fatica e la camicia da notte che le cade scoprendole leggermente il seno.
E sta dando alla luce suo figlio, nostro figlio.
Il fratellino che Yasmin ci ha chiesto per anni.Non penso esista un'immagine più bella di questa, il miracolo della vita.
Quando sento il pianto acuto è come se stessi respirando per la prima volta.
"Vuoi tagliare tu il cordone ombelicale?" mi chiede la giovane ostetrica.
Rimango qualche secondo a fissare il vuoto, sono in un mondo tutto mio. Mi sento come quei papà dei film comici che svengono in sala parto perché sono troppo emozionati.
Dopo il taglio del cordone ombelicale, Maca prende in braccio il nostro bambino.
È nato con l'inseminazione artificiale e non sappiamo chi sia il padre, ma mi sembra che il piccolo assomigli già moltissimo a mia moglie.
"Zulema, ti presento Leopoldo Ferreiro Zahir."
Anche Yasmin ha entrambi i nostri cognomi, le abbiamo aggiunto il mio. È stata un'idea della bambina che un giorno ci ha detto: "Io voglio avere anche il cognome di Zuzu perché anche lei è mia mamma".Mi viene da piangere, ma io non sono quella che si commuove. Di solito è Macarena quella delle lacrime, io sono la regina di ghiaccio.
Oh, al diavolo. Ma chi voglio prendere in giro?
Le lacrime iniziano a scendermi prima che io possa controllarle.
"Zuzu, piangi perché sei felice?"
Yasmin è entrata nella stanza, accompagnata da Farah.
Annuisco, sorridendo.
"Wow, il mio fratellino è così piccolo." dice, avvicinandosi al neonato.
Poi inizia ad elencargli tutte le cose divertenti che faranno insieme, come se un bambino nato da meno di dieci minuti potesse capire quello che dice.
Yasmin è esaltata all'idea di essere una sorella maggiore, sa di avere qualcuno che prenderà esempio da lei, ma anche un alleato. Anche se hanno dieci anni di differenza, che non sono pochi, sono sicura che si troveranno davvero bene insieme. Io e Maca ci lavoreremo, loro ci lavoreranno, come fanno le vere famiglie.
E noi lo siamo, siamo una famiglia.
I giorni in cui Macarena e il bambino stanno in ospedale passano velocemente. Román e la sua famiglia ci vengono a trovare poco tempo dopo per conoscere il nuovo arrivato, Saray e le nostre amiche che abitano in Spagna fanno una videochiamata per vedere il bambino.
La nostra vita prosegue in maniera tranquilla, senza drammi e senza casini. E per la prima volta mi rendo conto che avere un po' di pace non significa annoiarsi, significa stare bene.
Macarena sta meglio da quando ha capito che Aisha si è suicidata e che lei è stata solo il mezzo che mia sorella ha usato per porre fine alla sua vita. Ha perdonato se stessa per aver premuto il grilletto ed entrambe abbiamo, con il tempo, perdonato Aisha per averci coinvolte nei suoi drammi.
Adesso è cambiato tutto, ora siamo molto più serene.
Macarena ha aperto una palestra, portando avanti una passione che aveva sempre avuto da ragazza. Lavora, cosa che le piace tanto fare, ma finalmente non ha più un capo che potrebbe mandarla in prigione o tentare di ucciderla. Devo ammettere che è sempre stata sfortunata con i propri datori di lavoro, però ora è lei stessa la propria datrice di lavoro e io so che sta facendo qualcosa che le piace davvero.
Io invece ho aperto un'oreficeria, come quella che aveva mio papà quando ero bambina.
È sempre stato il mio sogno, ricordo ancora quando mio padre mi portava nel suo negozio insieme a lui e mi spiegava come aggiustare un orologio rotto e creare dei gioielli, come farsi pubblicità con i clienti.
Insomma, forse alla fine abbiamo usato i soldi che ci siamo fatte illegalmente per una buona causa. Ci siamo create una vita vera, abbiamo messo su famiglia e abbiamo costruito le basi per un nostro futuro migliore.
Forse Maca sarà sempre la ragazza ingenua e viziata, che è finita in prigione perché si fida troppo degli altri. Sarà sempre quella che è stata torturata, che ancora oggi ha paura di essere rapita di nuovo e che controlla dietro di sé quando cammina per strada da sola.
Forse io sarò sempre la bambina con una madre che non le vuole bene, un padre morto e una sorella psicologicamente fragile. Sarò sempre la ragazzina che è stata violentata da piccola e la figlia di puttana di Cruz del Sur.
Ma adesso, grazie alle nostre esperienze e al nostro amore, sappiamo che possiamo essere molto di più di tutto questo.
Siamo il nostro passato, però siamo anche il nostro presente e il nostro futuro.
E mentre guardo Yasmin, sperando che non dica mai a mia moglie che le ho fatto vedere Stranger Things quando non c'era, mi sento felice. Mentre sento i versetti del piccolo Leo mi sento felice.
Mentre vedo Macarena che mi sorride ancora come la prima volta che abbiamo ammesso i nostri sentimenti mi sento felice.
Rajab, Farah, il piccolo Omar, Ismael e Olivia sono qui con noi, stiamo cercando di trovare più spesso momenti per stare tutti insieme.
"Zule, è vero che hai fatto vedere Stranger Things a Yasmin nonostante io glielo avessi proibito categoricamente?" mi chiede Maca.
Oh no, sono stata scoperta.
"Te lo ha detto lei?"
"No, ma adesso so che lo hai fatto. Ho visto la cronologia su Netflix."
"E tu con due figli, di cui uno neonato, hai il tempo di guardare Netflix?"
"Mi è arrivata una mail, l'ho visto per quello. Comunque tu sei sempre la solita... No, lascia perdere, ci sono dei bambini qui e non posso dire le parolacce."
"Allora, invece che rompere, dammi un bacio."
Dopo esserci baciate, rapidamente e in modo tenero, le accarezzo i capelli.
"Grazie." le dico.
"Per cosa?"
"Per essere la mia casa."
"E tu la mia, nonostante tutto."
Spazio autrice:
La storia si conclude qui. Grazie per i vostri pareri/commenti/scleri, grazie anche ai lettori silenziosi. È stato bello fare questo viaggio insieme a voi e un po' mi dispiace che sia giunto al termine. Spero che la storia vi sia piaciuta e se vi va potete darmi consigli per le prossime FF! Vi voglio bene ❤️
![](https://img.wattpad.com/cover/253774008-288-k770218.jpg)
STAI LEGGENDO
I hate u, I love u
FanfictionMacarena è riuscita a scappare e vive in Marocco, pronta a iniziare una nuova avventura: diventare mamma. Dovrebbe essere il momento più felice della sua vita, ma le manca qualcosa: lei... Zulema, la sua nemica storica con la quale però ultimamente...