Capitolo 21

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PDV Briga
Al pronto soccorso mi hanno detto che posso portare Emma subito dentro per la visita. A volte è una fortuna essere famoso, la dottoressa che ho incontrato ha una figlia che ama le mie canzoni, per non parlare di quelle di Emma. Un autografo e via, com'è facile a volte. Torno in sala aspetto per portare Emma dentro l'altra sala ma appena entro sento che c'è qualcosa che non va. Emma mi guarda con gli occhi sgranati, una faccia stralunata e la bocca semiaperta come se volesse dirmi qualcosa ma non le uscissero le parole. Resto impietrito davanti alla porta quando noto chi le sta seduto vicino. Una figura che non pensavo avrei mai visto di persona, e non ci tengo nemmeno a conoscere veramente. Il famoso Fabio Boriello, eccolo là seduto con la sua camicetta bianca dalle maniche arrotolate, il forte odore di colonia e un paio di pantaloni stirati con cura. Io a malapena sono riuscito a cambiarmi il pigiama. Lui parla animatamente con Emma ma quando si accorge che lei non lo segue più guarda nella mia direzione. Spalanca gli occhi e poi li socchiude guardandomi incuriosito, sta collegando tutti i pezzi. Emma, io, noi insieme, di notte. Sul suo viso noto un ghigno trattenuto e la mia faccia assume un espressione dura. Caro Boriello, vaffanculo. Penso mentre mi avvicino e prendo ciò che è mio. Lei si gira verso di lui e bisbiglia -Non è come pensi, fai il bravo. So cosa intende, se solo Boriello spifferasse che ci ha visti assieme a quell'ora tarda, la situazione sarebbe ovvia. Serro la mascella e sospiro. Troppi problemi, veramente troppo problemi.

PDV Emma
Ci mancava il mio ex alle due di notte all'ospedale. Un suo amico ha avuto un incidente in moto, per questo lui è quí. Ha avuto anche il coraggio di dirmi "Forse è destino che siamo capitati quì entrambi insieme Emmina". Destino un corno, penso, e il soprannome con cui mi chiama mi ha sempre fatto venire la nausea. Emmina un par di palle, come lo direbbe delicatamente Briga. Guardo il mio amore che ha il viso storto in una smorfia e mi viene da sorridere. Mentre mi porta dentro la sala visite gli sussurro vicino all'orecchio -Ti amo, ricordatelo. Sento che i suoi muscoli si sciolgono e il suo viso si ammorbidisce. Potrei restare così a fissarlo per secoli, peccato la caviglia mi faccia sempre più male. Non c'è bisogno di una tac nè di nient' altro, non c'è niente di rotto. Semplicemente una caviglia slogata e gonfia, dovrò stare attenta per una settimanella e Mattia ha promesso di prendersi cura di me. Vuole restare nel mio appartamento con me, ma non è un'opzione possibile. Apprezzo comunque il suo sforzo, vedo quanto ci tiene a me e dopo il rifiuto che gli ho dato gli stampo un bacio a stampo sulle labbra. Sà di amore. -Dopo dobbiamo fare un discorsetto. Mi bisbiglia riprendendomi in braccio per portarmi via. Caro Boriello, sei un combinaguai. Penso alzando gli occhi al cielo.

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