Capitolo 22

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PDV Briga
Siamo in macchina e decido di chiamare e informare Maria dell'accaduto. Sto stringendo il volante e ho le nocche bianche, Emma ha uno sguardo preoccupato. Ha la bocca semiaperta e so cosa sta per dire, la blocco. -No, ci penso io a parlare con Maria, non devi parlarci tu. Lei rimane ammutolita e pensierosa. Riapre la bocca per parlare ma blocco anche queste sue parole prevedibili. -No, non andrò a sbattere, stai tranquilla Emma. Lei alza gli occhi al cielo e mette il broncio. -Fai tutto tu, se ti va eh. Incrocia le braccia al petto e volta lo sguardo fuori dal finestrino. Mi fa scappare un sorrisino. È così carina anche quando si arrabbia, sembra una bambina dolcissima.. E bellissima. Sono le 4 di notte e voglio far pace. Non mi piace litigare con lei, non mi piace sentirla lontana e non avere le sue labbra sulle mie. Per arrivare al suo appartamento dovremmo svoltare ora verso la strada di destra. Io rallento e continuo dritto. Lei mi guarda accigliata e cerca spiegazioni. -Bhe? Cos'è questa novità? Mi tremano le labbra mentre cerco di trattenere un sorriso. -E tu da quando mi riparli? Lei sorride sinceramente ora e mi lascia un bacio leggero su una guancia. -Da quando non riesco a tenerti il muso. Rido anche io questa volta e le rispondo -È una sorpresa. I suoi occhi luccicano. -Amo le sorprese.

PDV Emma
Stiamo percorrendo una strada sconosciuta e mi sento risollevare da tutti i pensieri che ho in testa. Troppi problemi, so solo che con Mattia sto bene e mi basta questo. Le mie palpebre si fanno pesanti e mi lascio cullare dalla macchina. Mattia ha rallentato l'andatura e mi addormento. Sogno occhi profondi che mi guardano, mi guardano veramente, me li sento addosso all'anima. Mi sveglio mentre stiamo parcheggiando. È buio ma si vede un accenno del primo sole all'orizzonte. Le stelle e la luna si fanno sempre più sbiaditi e siamo su un parcheggio vuoto. Mi stiracchio e gli chiedo dove siamo. Mi risponde di chiudere gli occhi e mi stampa un bacio a stampo sulle labbra. Io seguo il suo consiglio e vengo bendata. Sento la sua portiera aprirsi e poi chiudersi, la mia portiera che si aspre, il suo profumo, le sue braccia forti che mi afferrano e il rumore dei suoi passi sicuri. Potrei riaddormentarmi senza problemi ma sono troppo curiosa di sapere dove stiamo andando. Da domani sarò occupata a curarmi la caviglia, a preparare i ragazzi e ad affrontare altri problemi ma per oggi non voglio pensare a niente. Solo a me e Mattia. Mi sento togliere la benda dagli occhi e vengo adagiata su qualcosa di morbido.. È sabbia. Alzo lo sguardo e vedo il mare e dietro ad esso l'alba. -Ti piace? Mi chiede. Io resto in silenzio a fissare il mare. Lui mi guarda cercando nella mia espressione un accenno di consenso ma sembra non riesca a decifrare nulla. Corruga la fronte e si poggia una mano dietro alla nuca, fa sempre così quand'è ansioso. -Sei un deficiente. Dico. Lui spalanca gli occhi sorpreso dalle mie parole dure. -Sei un deficiente, vieni quà, è tutto stupendo scemo, grazie. Allungo le braccia verso di lui in modo da averlo più vicino e poterlo abbracciare. Lui ha la faccia ancora leggermente sconvolta dalle mie parole, la sua espressione mi fa morire dal ridere. Per avergli fratto prendere uno spavento lui mi riempie di solletico e ridiamo abbracciati, con i capelli pieni di sabbia. Mi lamento di questo e il suo sguardo furbo mi preoccupa. -Bhe allora ti serve un bel bagnetto. Perché non sto mai zitta...cerco di allontanarlo e mi dimeno mentre lui mi afferra per i fianchi e mi trascina letteralmente dentro al mare. È così sbagliata la nostra storia ora come ora, ma siamo così belli insieme...

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