Capitolo 28

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PDV Briga
-Ho un piano per non facce vedè da Cristian. Le dico e lei si morde il labbro inferiore trattenendo un sorriso. -Devo avere paura? Chiede cercando di mantenere basso il tono di voce. -Nha, co me non devi avecce mai paura de niente. Le bisbiglio all'orecchio. Intanto la doccia le ha bagnato tutti i vestiti e i capelli quindi le consiglio di spogliarsi direttamente e approfittarne per lavarsi tutta. Lei alza un sopracciglio. -Ti piacerebbe tesoruccio. Esclama e mi fa la linguaccia. -Non ce sta niente che non abbia già visto, abbella. Lei si fa rossa e mi spinge fuori dalla doccia. Naturalmente inciampo sul mocio facendo un rumore infernale e sento Emma che cerca di trattenere le risate inutilmente. -Briga, ma che diavolo combini? Stai uccidendo qualcuno là dentro? Sento urlare Cristian dall'altra stanza. Mentre mi rialzo in piedi sbuffo e gli rispondo -Sì, più o meno sto uccidendo me stesso, Crì. Prendi te il comando dei bianchi, hanno bisogno de te! Poi abbasso notevolmente il tono di voce e sussurro ad Emma facendole uno sguardo furbetto -...Anche perché il nostro capo potrebbe non uscicce vivo da 'sta doccia.. Emma è ancora sotto la doccia, piegata in due dalle risate con i capelli appiccicati al viso. È bella comunque. Non appena capisce le mie intenzioni mi supplica silenziosamente di non riempirla di solletico. Io alzo le braccia in modo plateale, richiudo la tendina della doccia dietro di me e guardandola bisbiglio -Ora semo solo io e te, come te vorresti salvà? Comincio a farle il solletico sui fianchi, lei si ribella, ride e cerca di spingermi via invano questa volta. -Sei bellissima quando ridi signorina Brown. Le dico all'orecchio chiudendo gli occhi e avvicinandola a me. Sento il suo respiro calmarsi, si fionda sul mio collo e mi abbraccia strettissimo. -Ti prego non ferirmi.. Biascica al mio orecchio. La sento a malapena, l'acqua scroscia e il suo tono di voce è bassissimo. È la prima volta che la sento così fragile, così mia. -Fidate de me. Per una volta, fidate de me.

PDV Emma
Al suono delle sue parole il macigno che porto al posto del cuore si sgretola un po. Il mio cuore ghiacciato in profondità comincia a sciogliersi e un sorriso puro affiora sulle mie labbra. Lui si scosta un po' da me in modo da guardarmi dritto negli occhi. Io li tengo chiusi, mi sento così debole in questo momento che non mi va di farlo notare. -Guardami Emma. Sento i suoi palmi grandi sulle mie guance e socchiudo gli occhi. I suoi occhi cercano i miei e mi viene la pelle d'oca. Lui è l'unico che riesce a farmi sentire in qualche modo speciale, amata, completa. Mi spaventa a morte questa cosa, so cosa significa mandare a puttane una storia veramente seria. -Non guardare indietro. Guarda avanti, guarda oggi. Guarda noi insieme. Sembra leggermi nel pensiero e i brutti pensieri abbandonano la mia mente. -Togliete la maglietta. Faccio una faccia leggermente sorpresa e lui rotea gli occhi. -Scema, te insapono la schiena, ce dovremmo pur lavà, no?! Seguo il suo consiglio e mi volto dandogli le spalle. Sento che con la spugna traccia leggeri cerchi sulle spalle, sulla schiena, sui fianchi. Poi si ferma, si china per baciarmi il collo e mi abbraccia da dietro. -Come faccio a staccamme da te? Oggi mi dice veramente tante cose dolci ma cerco di buttarla un po sul ridere prima che mi faccia piangere dall'emozione. -Se penso che di là c'è Cristian che potrebbe entrare da un momento all'altro e scoprirci penso che ti staccheresti da me. Ridiamo insieme e chiedo a Mattia come possiamo fare per uscire inosservati. Lui con il suo solito sguardo furbo mi risponde -Io c'ho sempre un piano, che non lo sai?!

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