Capitolo 25

2K 89 7
                                    

PDV Briga
Emma sbattendo forte la camera delle ragazze ci si è chiusa dentro. Vorrei tanto poterle andare incontro ma so che è impossibile, creerei troppo sospetti. -Vale, sei quella col carattere più simile al suo, va a vedè qual'è il suo problema, và. Cerco di assumere un'espressione scocciata pronunciando queste parole. -Certo che hai una smorfia in faccia che assomigli proprio ad uno struzzo. Esclama Klaudia addentando una barretta energetica. Cristian, Shaila e Valentina ridono e io rincorro Kaludia per riempirla di solletico. -Struzzo un par di palle. Scappa Kaludia che te conviene. Mentre le faccio veramente la fuga vedo che Valentina segue il mio consiglio e si dirige in camera per parlare con Emma. Sono curioso di sapere cosa sta succedendo là dentro. Passano cinque minuti, un quarto d'ora, mezz'ora e nessuno si fa vivo. Comincio ad innervosirmi, che motivo c'è di rinchiudersi in camera per tutto questo tempo. Comincia a farsi tardi, Shaila sbadiglia e ci da la buonanotte e Kaludia la segue subito dopo. Io e Cristian rimaniamo soli in salotto a sparlottare della squadra dei blu e su Luca Tudisca, quant'è buffo quel ragazzo. Secondo me ha una cotta nascosta per Emma, e la cosa non mi piace affatto. Scrollo via questi brutti pensieri dalla mia mente e mi accorgo che Cristian sta per addormentarsi sul divano. Gli consiglio di andare in camera e mezzo addormentato segue il mio consiglio. Inciampa persino sul divano, deve essere veramente sfinito. Io non ho per niente sonno, sono fin troppo sveglio per quest' ora tarda, direi. Ci sono le prove domani, devo affrontare un'altra giornata vicino ma lontano da Emma. È così difficile. Vorrei solo poterla abbracciare stretta a me, inspirare forte il suo odore. Lei mi completa. Mi addormento sul divano tra questi dolci pensieri. Sogno labbra di ciliegia, occhi color cioccolato e profumo alla vaniglia. "Un misto di come tu sei e di come più o meno vorrei che tu fossi..."

PDV Emma
Le ragazze sono riuscite a distrarmi un' po' in camera nonostante il mio forte nervosismo iniziale. Ho dato la colpa alle medicine anche se la colpa è di Briga, stargli lontana è più difficile di quanto pensassi. Mi dispiace però di averlo lasciato lì così e non essere più tornata nemmeno per dare a lui e a Cristian la buonanotte. Alle undici mi addormento facilmente ma mi sveglio di scatto alle tre di notte, precisa come un orologio svizzero. Sbadiglio e sento di avere la bocca secca, ho bisogno di un bicchier d'acqua. In pigiama esco dalla camera e mi dirigo verso il frigo. Lo apro, prendo la bottiglia d'acqua fresca e quando lo richiudo vedo una figura nella penombra vicino a me. Sobbalzo all'indietro e lascio la presa sulla bottiglia d'acqua. Non riesco a riprenderla velocemente per colpa delle stampelle che mi impicciano ma ci pensano le mani veloci di Briga a prenderla al volo. È vicinissimo a me, mi guarda dritto negli occhi e sussurra -Basta casini per oggi. Il mio respiro si fa corto mentre le sue labbra sono pericolosamente vicine alle mie. Ingoio il groppo in gola che mi si è formato e cerco di allontanarmi. -No, do vai. Esclama lui circondando con un braccio forte i miei fianchi, siamo corpo a corpo. Avvicina le labbra al mio orecchio e mi solletica leggermente. -Te ricordo che le videocamere sò spente a st' ora. Con tutta la forza di volontà che mi resta in corpo lo respingo con forza. -Non si sa mai, potrebbero sentirci i ragazzi inoltre.. Mi allontano da lui e riempio il bicchiere d'acqua. Mi ci voleva proprio. -Ecco magari quella risparmiatela di sputarmela in faccia. Ridacchio e quasi non mi va tutto di traverso. Tossisco e lui si riavvicina a me. -Alt! Distanza di sicurezza, per favore. Dico mettendo una mano tra me e lui. Lui incrocia le braccia al petto e socchiude gli occhi. -Ah, se preferisci strozzarti fai pure. Io roteo gli occhi e mi dirigo in giardino, l'aria fresca fa sempre bene. Lui mi segue. Con le stampelle faccio un po' di fatica ma me la cavo abbastanza bene per essere il primo giorno. Mattia è silenzioso ma sento la sua presenza che veglia sopra di me. Sto per sedermi sul muretto quando lui mi afferra per i fianchi e mi solleva poco da terra. Mi trascina tra i cespugli dove le videocamere non arrivano mai e mi tiene così sollevata lasciandomi solamente appoggiare la schiena contro la corteccia di un albero. Le stampelle cadendo sull'erba non hanno fatto alcun rumore fortunatamente. Per comodità attorciglio le gambe alla sua vita e non ho più scampo, è vicinissimo a me. -Lasciati andare, piccola. Sussurra a un centimetro dalle mie labbra. Forse ha ragione, siamo solo io e lui ora. Sono la prima a far partire il bacio. È un bacio violento, appassionato, famelico, ho fame d'amore, fame di Mattia. Lui ricambia consapevolmente il bacio e le sue mani si spingono sotto la mia maglietta del pigiama. Improvvisamente sento aprirsi una porta. La maledetta porta della loro casetta. Siamo fottuti.

SchienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora