Arrivate a casa trovammo la mamma in cucina.
<<Ciao ragazze, come è andata la giornata?>> ci accolse lei con tono affettuoso pur non alzando gli occhi dal libro che stava leggendo.
La mamma era così, quando non lavorava in ospedale era sempre impegnata a leggere qualche vecchio libro polveroso in cui si narravano antiche leggende e miti.
Era una vera ossessione per lei, e anche se gli dedicava moltissimo tempo, non era mai successo che questo le impedisse di essere la migliore mamma del mondo.
Nell'aria, infatti, si sentiva il familiare odore di cannella con cui preparava i nostri biscotti preferiti.Tess si sfilò la giacca e la ripose nell'armadio a muro all'entrata.
<<Abbiamo saltato le lezioni del pomeriggio. Jules non si sentiva bene>>
Questo sembrò catturare l'interesse della mamma che si voltò nella nostra direzione. Se avessimo annunciato di aver visto uscire ET dal supermercato con i sacchetti della spesa sarebbe stata sicuramente meno sbalordita.
Non fece nessun commento sulla nostra diserzione scolastica perché sapeva che eravamo studentesse modello quindi soprassedeva sulle nostre fin troppo rare fughe.
Eravamo adolescenti dopotutto e non combinavamo mai niente, soprattutto io.
Ma il fatto che una di noi non stesse bene era tutta un'altra storia.
Gettai lo zaino a terra sbuffando perché sapevo che questa storia avrebbe attirato l'attenzione su dime. Mi tolsi gli occhiali da sole perché i miei dicevano che potevo mostrarmi per come ero in casa mia, nessuno lì mi giudicava per i miei occhi bizzarri.
Lei si alzò dallo sgabello e venne verso di me. Mi prese il viso tra le mani e mi studiò con attenzione. Era entrata in modalità medico e tutta la sua attenzione era concentrata sulla ricerca di qualche sintomo. Mi toccò la fronte e mi guardò dritta negli occhi e questo mi mise subito in agitazione.
Anche se era mia madre mi imbarazza che mi fissasse così da vicino.
Cercai di distogliere lo sguardo, lei capì al volo. Finse di non aver colto questo mio piccolo rifiuto. Sapevo che capiva il mio disagio ma sapevo anche che questo la feriva.
Avrei dovuto smetterla di comportarmi così ma non ci riuscivo.
La vidi scambiarsi una strana occhiata con Tess, chissà se per la mia reazione o perché era davvero preoccupata che mi stessi ammalando, non riuscii a decifrarla.
<<Sembra che tu signorina ti sia beccata l'influenza. Ma non preoccuparti. Va in camera tua, tesoro, e riposati. Ti chiamerò io quando sarà pronta la cena e ci saranno anche i tuoi biscotti preferiti>> sfoderò un sorriso rassicurante, anche se sembrava più tesa del solito, e si voltò verso la cucina.
<<Ti accompagno in camera tua>> disse Tess, e mi prese sotto braccio indirizzandomi verso le scale.
Avevamo fatto sì e no tre passi che la mamma richiamò Tess chiedendole di rimanere con lei per aiutarla. Lei si voltò con espressione indecifrabile e, camminando all'indietro, andò in cucina salutandomi con la mano.
Se la mamma l'aveva richiamata probabilmente aveva bisogno di una mano oppure non voleva rischiare che si contagiasse anche lei.
Mi voltai e mi avviai verso la mia stanza, irritata. Aprii la porta e gettai gli occhiali da sole sulla scrivania. Mi buttai a peso morto sul letto affondando la faccia nel mio nuovo cuscino.
Era rosa e peloso ed era un regalo di Tess per il mio compleanno.
Solo lei avrebbe potuto regalarmi una cosa del genere.
Non c'era nessun'altro al di fuori della mia famiglia e di Sam che sapesse quando fosse il mio compleanno e che mi avesse mai fatto regali quindi ci tenevo particolarmente anche se non era proprio il mio genere.
Soffocai un urlo e scalciai con le gambe.
<<Maledizione! Dovrò fare l'emarginata anche in casa mia!>>
Non mi ero mai ammalata prima quindi poteva essere qualcosa di grave.
Mi sfuggì un gemito pietoso e cercai di soffocare la mia crescente frustrazione scalciando di nuovo come una pazza in piena crisi isterica.Mi voltai sulla schiena tenendo un braccio sugli occhi. Ma che diavolo mi veniva in mente! Stavo sicuramente farneticando a causa della febbre o magari pensavo di meritare un po' di autocommiserazione in quel momento, d'altronde avrei potuto essere sull'orlo della pazzia.
Mi igirai su un fianco abbracciando il cuscino e ripensai al ragazzo che avevo visto sotto gli alberi.
La sua immagine era troppo vivida nella mia mente per essermelo solamente immaginato.
Era alto, con spalle larghe e un'invidiabile forma fisica e aveva i capelli scuri con riccioli che gli ricadevano sulla fronte, viso proporzionato...sguardo intenso.
Appariva noncurante di quello che il mondo potesse pensare di lui e questo spiegava l'atteggiamento spavaldo nel fissare le gambe di mia sorella. Era bello e sicuro di sé.
Mi resi conto che l'avevo squadrato per benino pur avendogli lanciato appena un'occhiata ma sembrava impossibile che se ne fosse accorto perché portavo gli occhiali scuri e poi era concentrato su Tess.
Scacciai quel briciolo di invidia che provai nel mio cuore.
Anche se avevo incrociato il suo sguardo per un solo secondo mi era sembrato che questo mi trafiggesse, forse a causa di quel fastidioso ronzio che mi martellava la testa in quel momento.
Però, sarebbe stato bello per una volta aver avuto per me quel tipo di attenzione.
Sentii le palpebre abbassarsi, ero esausta e probabilmente aveva ragione Tess, un sonnellino mi avrebbe rimesso al mondo. Fu con questo pensiero che chiusi gli occhi sperando di dormire un sonno tranquillo.
Ma dove mi trovo? Fisso una landa desolata e brulla. Arbusti secchi e pieni di spine vibrano al soffio del vento che invece di darmi sollievo mi ustiona la pelle e mi brucia la gola e gli occhi.
Mi metto in piedi a fatica e mi guardo intorno cercando di orientarmi.
Niente, non vedo niente.
Provo a raggiungere un masso poco distante. Magari da lì sopra avrò una visuale migliore e capirò come andarmene da questo posto. Il vento cambia improvvisamente soffiando con impeto e mi sbilancia, rischio di cadere.
A fatica distinguo una tempesta di sabbia che viene proprio nella mia direzione.Maledizione, devo andarmene da qui.
Comincio a correre nella direzione opposta alla tempesta, le spine aguzze dei cespugli mi strappano i vestiti, la sabbia mi soffoca e non vedo dove sto andando. Nonostante gli sforzi sembra che io rallenti sempre dipiù.
Non riuscirò a sfuggire alla tempesta.
Mi blocco appena in tempo. Davanti a me si apre un crepaccio che mi preclude ogni via di fuga. Mi volto verso la nube minacciosa che si avvicina, cercando di schermarmi gli occhi e il naso.
Mi sta prendendo il panico e mi si gela il sangue nelle vene al pensiero che quella potrebbe essere la mia fine.
Improvvisamente tutto si ferma.
Dalla nube in ebollizione appare una figura incorporea. Si avvicina fluttuando e sembra prendere sembianze umane.
Un incessante ronzio mi riempie la testa e piano piano si trasforma in una intensa vibrazione che sembra farmi esplodere la testa. Mi porto le mani alle tempie spingendo come una forsennata nella vana speranza di alleviare questa tortura quando una voce mi sibila nella testa.
<<Finalmente...>> e quel suono mi scivola addosso come viscido lordume.
Io spalanco la bocca in un grido di terrore ma non emetto alcun suono.
<<Finalmente ti ho trovata...>>
STAI LEGGENDO
Aurora: L'apertura del Sigillo
Fantasy💪💪 5° in battaglie 21/12/24 ‼️‼️6° in poteri magici 13/2/24 ‼️11° in poteri magici 30/1/24 ✨5° in epic 1/11/23 👌 4° in guerriera 28/10/23 ✨14° in battaglie 24/10/23 💪15° in battaglie 21/12/23 🌟4° in epic 28/10/23 🌟5° in epic 28/10/23 14° in ep...