Quelle gocce non si curavano di quello che stava succedendo nella mia testa. Continuavano la loro corsa attraverso la roccia ignare che ogni loro tuffo nella piccola pozza che si era creata sul pavimento aveva sulla mia testa lo stesso effetto del rumore di un martello pneumatico. Ogni goccia era un supplizio, rimbombava nella mia testa e mi faceva fischiare le orecchie e minava ulteriormente la mia già sfibrata volontà. Strinsi gli occhi sperando che questo semplice gesto protesse donarmi un po' di sollievo ma non ebbi nemmeno il tempo di pentirmene. Un'esplosione di dolore trafisse la mia testa strappandomi un miserevole gemito. Cercando di ignorare la vergogna per la condizione in cui mi trovavo, e da cui avevo ormai perso la speranza di uscire vivo, feci appello a tutte le mie forze per mettermi seduto. Quel semplice movimento mi strappò tutta l'aria dai polmoni gettandomi nel panico e facendomi perdere lucidità. Accasciato contro l'umida parete rocciosa feci vagare il mio sguardo nell'oscurità come a cercare qualcosa che potesse distrarmi, anche solo per un momento, da tutta quella sofferenza e dalla consapevolezza che non avrei mai più rivisto Jules. Le torture degli scagnozzi di Alexander mi avevano ridotto l'ombra di me stesso. Se anche fossi riuscito ad aggrapparmi ad una tenue speranza, senza la mia magia presto il mio fisico avrebbe ceduto. Qualcosa di umido e caldo scivolò sulla mia guancia fino a che non ne sentii il sapore salato sulle labbra. Miserabilmente sconfitto accettai il mio fato che per la seconda volta avrebbe determinato anche quello della ragazza che amavo.
<<Chi è Jules?>> Una domanda appena sussurrata che suonò come uno squillo di trombe in quell'antro maledetto e che mi fece sobbalzare. Quando voltai la testa le iridi del mio compagno di cella mi fissavano nel buio.
<<Lei è la ragione di tutto>> dissi, con grande sforzo.
<<Pensi che sia per colpa sua se sei rinchiuso qui dentro?>>
<<No...la colpa è solo mia>> ammisi.
<<La abbandonerai?>>
Il mio cuore venne stritolato dalla consapevolezza di una scelta del genere e dalla vergogna per essermi arreso al mio destino mentre lei probabilmente stava ancora lottando per sfuggirgli.
<<No! Non potrei mai farlo! Non lo farò!>>
<<Allora devi resistere ragazzo! Alexander ti impedisce di usare il potere in questa prigione ma è il tuo potere! Ed è ancora dentro di te e lui non può portartelo via. Concentrati su quel potere, trovalo! Riuscirai di nuovo a guarire e quando verrà il momento combatterai al suo fianco!>>
Mi parve di scorgere un tenue bagliore nei suoi occhi. Quell'uomo attingeva al suo potere che dormiva quieto sotto la superficie in attesa di essere richiamato. L'avevo appena visto scintillare nei suoi occhi, un bagliore verde bosco rassicurante e potente. Lui si voltò e ripiombò nell'immobilità. Mentre lo guardavo con l'unico occhio che riuscivo a tenere aperto finalmente capii cosa intendeva. Quello che avevo scambiato per apatia e rassegnazione in realtà era concentrazione e meditazione. Chiusi gli occhi e mi sforzai di fare un respiro profondo cercando di concentrarmi sul mio potere ma la mia mente andava sempre in cerca della mia Pietra che, fino a quel momento, era stata il catalizzatore attraverso cui attingevo ad esso. Cercai di liberare la mente, di abbandonare quello su cui mi ero sempre basato per evocare il mio potere e scesi nel profondo, al nocciolo del mio essere, dove non avevo mai nemmeno immaginato di potermi avventurare. Non appena sfiorai quel centro nevralgico una pulsazione riverberò dentro di me come un'onda sismica che rilascia all'improvviso tutta l'energia che ha trattenuto. Potevo avvertirla in ogni fibra del mio essere, cresceva e mi riscaldava scacciando il gelo che si era insinuato nel mio cuore. Il mio fisico rispose immediatamente a quell'iniezione di magia, se ne abbeverò come un assetato che trova acqua fresca nel deserto a pochi attimi della fine. La guarigione iniziò immediatamente e il mio spirito stremato dalle torture venne colmato di sollievo.
Tutto grazie al mio compagno di cella senza nome. Sperai di potergli dimostrare la mia gratitudine, al momento opportuno. Se Alexander ancora non l'aveva fatto ammazzare doveva essere un uomo molto potente e magari, non molto più avanti, quell'uomo poteva aiutarci nella lotta.
Scacciai quei pensieri e mi rituffai in quel nucleo ribollente di magia, inoltrandomi sempre più in profondità e scoprendo un abisso inesplorato che diveniva sempre più prorompente man mano che mi ci immergevo. Un pozzo profondo di potere primordiale, antichissimo, che minacciava di sopraffarmi tanta era la sua forza dirompente e che si agitava e dimenava pregando di essere rilasciata, di fuggire dalla gabbia creata da Alexander per tenerla imprigionato.
Fu in quel momento che riconobbi l'essenza del potere del Granato, quel sollievo che provavo ogni volta che stringevo la mia Pietra, che a sua volta parve riconoscere me. Ci unimmo in un abbraccio fraterno che mi strappò momentaneamente dal mio corpo e mi trascinò nell'incoscienza.
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Aurora: L'apertura del Sigillo
Fantastik💪💪 5° in battaglie 21/12/24 ‼️‼️6° in poteri magici 13/2/24 ‼️11° in poteri magici 30/1/24 ✨5° in epic 1/11/23 👌 4° in guerriera 28/10/23 ✨14° in battaglie 24/10/23 💪15° in battaglie 21/12/23 🌟4° in epic 28/10/23 🌟5° in epic 28/10/23 14° in ep...