16 - Eric

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Sapevo che conosceva bene il posto che avevo scelto. Era un piccolo angolo di paradiso fuori città, proprio al limitare del bosco. Tra gli alberi si apriva una piccola area dove il ruscello che attraversava il bosco, dopo aver superato una serie di rapide create da imponenti massi che affioravano dal terreno lungo il suo percorso, formava un piccolo laghetto. D'estate era un posto molto frequentato dagli abitanti del posto, che lo sceglievano per sfuggire alla calura dei mesi più caldi. Starsene sdraiati all'ombra delle fronde degli imponenti alberi, cullati in sottofondo dallo sciabordare dell'acqua. Era uno dei pochi ricordi di quando ero piccolo e molte volte avevo smarrito me stesso ricordando i raggi del sole attraverso quelle foglie.

Quella sera però l'atmosfera era decisamente diversa. Il clima quasi autunnale rendeva molto meno accogliente il bosco. Capii che stava arrivando quando il gorgoglio del ruscello fu coperto dal suo forte ansimare. A quanto pare aveva fatto una corsa frenetica. Mi appoggiai ad un grosso albero osservandola mentre si piegava in avanti, nel vano tentativo di riprendere fiato. Non si era nemmeno accorta di me. Quando mi avvicinai e le toccai la spalla si impaurì a morte. L'urlo che cacciò avrebbe sicuramente spaventato ogni abitante del bosco nel raggio di un chilometro.

<< Ma sei impazzito! Mi hai fatto prendere un colpo! >>

<< Scusami, ma dovevo controllare >>

<< Senti io non ti capisco! >> mi disse sconfitta, alzando le braccia al cielo, rassegnata.

<< Non sai come si coglie un avversario di sorpresa? Eppure è una delle prime cose che ci insegnano >>

<<E perché mai, ti prego di spiegarmi, avrebbero dovuto insegnarmi una cosa del genere?>> stava ancora ansimando per lo sforzo e lo spavento e la sua voce suonò un tantino isterica. Sorrisi.

<< Sai Jules, tu hai stravolto il mio mondo >> Lei arrossì e a me non sfuggì naturalmente, nonostante il buio << Intendevo che mi aspettavo una reazione diversa >> precisai con voce calma.

<< E che ti aspettavi? Che ti atterrassi con qualche mossa ninja? Non si spaventano le ragazze in questo modo, non nel bel mezzo del bosco!>>

<< Sei diversa dalle ragazze che conosco >>

<< Beh, forse dovresti cambiare frequentazioni >>

La mia espressione si fece di nuovo seria e mi avviai verso il ruscello a passo deciso. Mi fermai vicino ad un masso dandole le spalle. Sembrava molto nervosa ma quando mi spostai lei fece comunque un passo verso di me.

<< Ehi, tutto ok? Scusami non volevo essere così dura>>

Mi voltai di scatto e la rabbia sul mio volto avrebbe convinto ogni persona sana di mente a darsela a gambe, ogni persona sana di mente tranne lei, ovviamente.

<< Ti stai scusando? >>

Non ci potevo credere. L'avevo trascinata nel bosco perché volevo essere sicuro. Se veramente era chi diceva Alexander, in quel luogo avrebbe avuto finalmente l'occasione di mostrarsi. Avrebbe potuto attaccarmi, usare i suoi poteri e io avrei finalmente avuto la conferma che era colei che ero destinato a distruggere. Ma no... Jules aveva scombinato i miei piani e sconvolto la mia anima facendomi addirittura dubitare di ogni secondo della mia vita, come se tutte le strade che avevo percorso fino a quel momento fossero state sbagliate se non per il fatto che alla fine mi avevano condotto a lei. Quel pensiero attraversò il mio cervello come un fulmine. Capii che non sarei mai riuscito ad ucciderla, che il mio desiderio invece era quello di salvaguardare la sua innocenza, di proteggerla da colui che mi aveva inviato a prenderla. Ma come potevo fare senza rivelarle nulla, senza mostrarmi per quello che ero veramente, senza spiegarle perché ero giunto fino a lei? Come potevo difenderla da quelli come me senza spiegarle perché le davano la caccia? Ne sarebbe rimasta sconvolta? Avrebbe potuto considerarmi una creatura rivoltante. Ma non avevo scelta. Avrei dovuto dirle la verità. Conoscere la verità ormai era l'unica cosa che poteva tenerla al sicuro.

Aurora: L'apertura del SigilloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora