6 - Eric

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Era stata una brutta caduta.

Ma cosa diavolo era successo?

Mai in vita mia ero caduto in maniera così rovinosa.

Maledissi me stesso per la mia impazienza. Mi stava inducendo a continui errori. Non avevo avuto in nessun modo la possibilità di controllare la caduta. Improvvisamente era diventato tutto nero e avevo perso la presa.

Ora un dolore sordo percorreva la mia spina dorsale, fino alla base del collo.

Se fossi stato un semplice umano quella caduta mi avrebbe ridotto in fin di vita ma fortunatamente per me, non lo ero.

Malgrado il dolore cercai di alzarmi perché sentii all'interno della casa un improvviso trambusto. Scuotendo la testa nel tentativo di schiarirmi le idee mi resi conto che per due volte quel giorno ero stato sotto lo sguardo di quella ragazza e nello stesso momento nella mia testa era successo qualcosa, non poteva essere una coincidenza anzi, poteva essere la conferma che Alexander aveva ragione.

Era la ragazza che stavamo cercando.

E quegli occhi...ne avevo solamente sentito parlare. Nessuna storia tuttavia avrebbe potuto prepararmi a quello sguardo, a quello che aveva suscitato in me.

Era la cosa più terrificante che avessi mai visto e ... la più splendida.

Sebbene fossi consapevole che era la prova del potere distruttivo che si sarebbe abbattuto su di noi se non avessi portato a termine la mia missione qualcosa mi spingeva a desiderare di rivederli ancora e ancora.

Quegli occhi si erano impressi nella mia mente come un marchio a fuoco, in maniera dolorosa, permanente e ne avevano preso possesso.

Erano come il seme del peccato che ti spinge ad agire contro la tua volontà fino a farti precipitare nel baratro della disperazione.

Io la desideravo quella disperazione.

Dovetti ignorare quella scioccante consapevolezza perché che era il momento di sparire.

All'interno della casa sentivo sempre più rumori e voci concitate. Come una furia corsi verso il margine del bosco e recuperai la mia moto. Balzai in sella e partii sgommando sperando che la velocità mi aiutasse a dissipare l'inquietudine che si stava impadronendo di me.

Che cosa mi stava succedendo?

Quale bizzarro sortilegio era quello che mi spingeva a desiderare l'oggetto della mia furia?

Non potevo più commettere nessun errore, non quando dal mio operato dipendeva non solamente la mia vita.

Se avessi fallito avrei perso ben altro che me stesso.

Non potevo permetterlo.

Dovevo trovare una soluzione alla svelta ma per la prima volta in vita mia quello che era giusto e quello che era sbagliato si confusero, avevo difficoltà a fare pace con i compromessi a cui ero sceso, con la persona che ero diventato.

L'obbiettivo della mia vita improvvisamente sembrava non avere più senso.

Tutto dopo un solo sguardo.

Il dubbio si era avvolto intorno al mio cuore come un serpente con le sue spire. Schiacciando a fondo l'acceleratore sfrecciai per quelle stradine silenziose ai margini della città fino a ritrovarmi al di fuori del centro abitato.

La fresca aria della sera mi schiaffeggiava la faccia, gli occhi mi lacrimavano e l'inquietudine mi schiacciava.

Rallentai gradualmente quando nella mia mente prese forma un piano.

Era assurdo e pazzo ma se le cose fossero andate come speravo forse avrei potuto impedire che più di un'anima innocente venisse spezzata.

Per la mia invece non nutrivo grandi speranze.

Aurora: L'apertura del SigilloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora