43 - Jules

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Alexander decise di non farsi cercare. La sua figura alta e asciutta vestita con un elegante completo blu notte sembrava pronta per una serata di gala piuttosto che per la battaglia finale che avrebbe deciso per sempre il nostro destino. Fermo poco prima del cancello che era la nostra via di uscita riempiva lo spazio con i tentacoli neri del suo potere oscuro.

<<Ti stavo aspettando giovane Aurora>>

La sua voce tagliente fendette l'aria e ferì le mie orecchie. Non c'era niente di umano in quell'essere che ci sbarrava la strada. Ora che si mostrava finalmente per quello che era potevo vedere la sua anima nera corrotta da quel potere oscuro che aveva divorato fino all'ultima goccia della sua umanità, se mai ce n'era stata una.

Feci qualche passo avanti e mi portai davanti agli altri. Volevo che capisse che non gli avrei mai permesso di toccarli. Quella era una questione tra me e lui. Il mio potere si agitò percependo la sua nemesi e spinse per uscire ma gli imposi di attendere. Presto sarebbe arrivato il suo momento.

Strinsi la mano sul Cristallo e un tenue bagliore filtrò attraverso le mie dita.

<<Pensi davvero che la tua flebile luce possa fermarmi?>> mi derise <<Vuoi davvero affrontarmi e rischiare di scatenare il tuo potere, quello stesso potere che ti ha distrutto, che ha distrutto tutto il tuo mondo?>> Mentre la sua gelida voce pronunciava quelle parole si era spostato di qualche passo verso destra. Non mi sfuggì che ad ogni passo si era impercettibilmente avvicinato. Teneva le spalle dritte e aveva un atteggiamento rilassato, convinto ormai di avere la vittoria in pugno. Mi tremarono le ginocchia sotto il peso della consapevolezza che io non possedevo affatto quella sicurezza e che tutto quello che potevo fare era affidarmi alla speranza che le mie intuizioni fossero giuste. Lui lesse nei miei occhi l'incertezza e sfoderò un sorriso crudele. Si mosse così in fretta che quando me lo ritrovai a meno di cinquanta centimetri mi sfuggì un gemito. Alle mie spalle sentii Eric imprecare ma fortunatamente non si avvicinò. Se Alexander avesse allungato una mano avrebbe potuto colpirmi. Con la forza del solo coraggio rimastomi mi costrinsi a guardarlo dritto in faccia.

<<Sì>>

Lui mostrò i denti e fece una specie di ringhio.

<<Sai benissimo che non puoi perché questa volta c'è qualcosa di diverso. Questa volta sai benissimo che cosa perderesti se usassi il tuo potere>> e con un movimento disinvolto piegò leggermente la testa di lato come se avessi bisogno di un suo suggerimento per capire cosa intendesse. Mi voltai e incrociai lo sguardo di Eric. Rabbia e disperazione gli deformavano il volto mentre cercava di tenere fede alla sua promessa di fidarsi di me. Mi si strinse il cuore sapendo di causargli tanta sofferenza. Nei suoi occhi leggevo la sua preghiera silenziosa.

Ti prego, non farlo...

Gli sorrisi e lui capì.

Certo che aveva capito.

Mi costrinsi a voltarmi verso Alexander.

<<È qui che ti sbagli Alexander>> e accarezzai il mio Cristallo come avrei fatto con la mia stessa anima <<Io non ho nulla da perdere se non la mia stessa vita. E non è nulla per me, solamente un piccolo prezzo da pagare se il mio sacrificio permetterà alle persone che amo di continuare a vivere>>

Una sequela di imprecazioni squarciò il silenzio.

<<Anche se non sarò con loro fisicamente avrò per sempre il loro amore, la loro fiducia e vivrò attraverso la loro gioia>>

Immaginai Tess a passeggio con Ren nel parco. Lei mangiava un gelato e lui la seguiva carico di pacchi. Immaginai la gioia di mio padre e mia madre quando si sarebbero ritrovati e Sophia, che avrebbe avuto finalmente la sua famiglia. E pensai a Eric e vidi il suo dolore, la disperazione e la sofferenza per la perdita di un amore che aveva trasceso il tempo e il destino e che ci aveva legati ancor prima di sapere chi fossimo in realtà. Davanti a quella visione temetti di cedere ma sapevo che non avevo scelta. Avrebbe sofferto ma sarebbe stato vivo e a me importava solo quello.

Alexander si accorse che qualcosa era cambiato in me, vide la determinazione nei miei occhi e lo sconcerto attraversò il suo volto prima di trasformarsi in rabbia. La mia mano si dischiuse e la faccia di Alexander fu trasfigurata dal terrore.

<<Non può esserci luce senza oscurità>>

Avevo finalmente capito le parole che Aurora aveva pronunciato nella Camera dei Sigilli.

<<Ed è dall'oscurità che sorgerà la luce>>

Alcune stelle quando muoiono collassano su se stesse. È così che alcuni degli oggetti più luminosi del firmamento si trasformano in corpi celesti la cui gravità è tale da deformare lo spazio-tempo e inghiottire la materia e persino la luce.

Aurora: L'apertura del SigilloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora