12 - Eric

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Quel giorno ero deciso a mettere di nuovo alla prova quella strega dagli occhi demoniaci.

Dovevo indurla a rivelare la sua vera natura e allora io avrei fatto la mia mossa. La vidi arrivare in classe con la solita andatura ciondolante ma qualcosa aveva indurito la sua espressione fino ad allora così delicata e distratta.

Mi domandai quale potesse essere il motivo di tale cambiamento.

Sembrava che capire cosa le passasse per la testa fosse diventata la mia principale preoccupazione anche se sapevo, in verità, che avevo ben altro di cui avrei dovuto preoccuparmi.

I giorni stavano passando e presto Alexander avrebbe richiesto spiegazioni del mio ritardo o peggio, avrebbe potuto costringermi ad agire. Sapeva esattamente come persuadermi ad obbedire e sebbene fino a quel momento non gli avessi mai dato modo di dubitare di me, da uomo scaltro e spietato qual era, aveva fatto in modo di avere un asso nella manica da giocarsi al momento giusto.

Stavo giocando una partita molto pericolosa contro un avversario con le carte vincenti. L'unica alternativa che avevo era bluffare e giocare bene le uniche carte che avevo in mano.

Nonostante le azioni deplorevoli che avevo compiuto in vita mia, nonostante il mio cuore fosse diventato ormai insensibile agli orrori che avevo compiuto lungo la strada che mi aveva portato a quel momento, pensavo che l'innocenza fosse ancora l'unica cosa per cui valeva veramente la pena di combattere e morire se necessario. Ero pronto a farlo.

Strinsi gli occhi quando la ragazza puntò dritto verso di me con una strana espressione negli occhi. Non riuscivo a decifrare se fosse furia o disperazione. Un mix letale in ogni caso. Si sedette al suo banco senza mai staccare lo sguardo dal mio.

Quello sguardo di cui sentivo non poter più fare a meno.

Era come se quegli occhi risvegliassero in me un senso di possesso atavico al quale era impossibile opporsi. Il motivo di quelle forti emozioni mi era ancora sconosciuto ma avevo la sensazione che presto avrei avuto le mie risposte, nel bene o nel male. Sorrise e puntò il gomito sul banco, appoggiando il viso alla mano.

<< Allora Bel Faccino, sei impegnato per pranzo?>>

Cosa? Ma che diavolo....

Quella squinternata doveva essere del tutto fuori di testa. Come poteva comportarsi in questo modo? Se solo sospettava della mia vera natura non avrebbe dovuto a rivolgersi a me in quel modo, tantomeno invitarmi a pranzo.

Mentre la fissavo negli occhi, che improvvisamente mi sembrarono molto familiari, mi resi conto che ogni volta che pensavo di avere la situazione sotto controllo quella ragazza mi prendeva in contropiede.

Doveva essere totalmente fuori di testa o dannatamente sicura dei suoi poteri.

La sua imprevedibilità poteva mettere in pericolo la buona riuscita del mio piano. Anche in questo caso niente andava come avevo previsto e di certo questo non era né una buona premessa né era confortante.

Dovevo sforzarmi di rimanere concentrato e seguire il suo gioco senza mai perdere di vista dove volevo arrivare. Mi ricomposi dall'iniziale sorpresa e mi piegai in avanti, così che potesse guardarmi per bene. La mia voce uscì bassa e profonda.

Afferrai il Granato e decisi di usare tutto il mio "fascino".

<<Ok...>> dissi << sai Begli Occhi, sono sicuro di poter trovare del tempo per te, se lo desideri >>

Nel suo sguardo scorsi un barlume di vulnerabilità che subito però scomparve.

<< Allora vedi di non scappare come l'ultima volta >> rispose scontrosa, sistemandosi sulla sedia e mettendo un po' di distanza.

Scappare? Di sicuro no. Tantomeno ora che vedevo quella vulnerabilità, una possibilità.

<< Non lo farò, stai tranquilla tesoro >>

Pronunciai l'ultima parola scandendo bene ogni lettera e impregnandola di tutto il mio potere manipolatore, lasciandogliela scivolare addosso come miele caldo.

Lei strinse gli occhi a disagio ma a parte questo non mostrò di subire in alcun modo la mia influenza.

Come sospettavo.

Nessuno riusciva a resistere alla mia capacità di manipolare le emozioni. Era il mio talento e la mia arma più pericolosa. Manipolavo le menti delle mie vittime facendole sentire terrorizzate senza toccarle o tranquille mentre le costringevo a rivelarmi i loro segreti. A volte infondevo loro serenità quando sapevo che sarebbe toccata loro la morte.

Ma questa ragazza no.

Era immune al potere del Granato ma non del tutto padrona di se stessa.

<< Interessante>> dissi, concedendomi un sorriso.

Mi voltai e mi concentrai sulla cattedra un secondo prima che il professore entrasse in classe già spiegando quale fosse l'argomento della lezione.

<<Signorina Simmons >> tuonò << le sarei grato se potesse rivolgere la sua attenzione a me visto che la lezione è cominciata>>

<< Mi... mi scusi professore >> pigolò una vocetta a dir poco imbarazzata alla mia sinistra. Begli Occhi aveva continuato a fissarmi come uno stoccafisso anche dopo che mi ero voltato.

Forse i miei poteri non erano del tutto inutili.

Una cosa dovevo riconoscere a quella piccola strega.

Quel giorno mi stava facendo divertire un mondo.

Aurora: L'apertura del SigilloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora