35 - Jules

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Quella mattina indugiai sotto le coperte qualche minuto in più. Me ne rimasi rannicchiata come una bambina ad ascoltare il rumore della pioggia che si abbatteva costante sulla casa.

Il tempo era cambiato.

Tess e Ren si stavano sicuramente allenando nel bosco o stavano preparando tutto il necessario per una guerra o facevano Dio solo sa cos'altro, non volevo pensarci. La mamma e Sophia probabilmente erano ancora addormentate o immerse in qualche polverosa lettura. Mi aggrappai a quel momento di solitudine sperando di riuscire a mettere ordine nei miei pensieri. Dopo quello che era successo il giorno prima non me la sentivo di parlare con Tess di ciò che ribolliva nella mia testa, anche se probabilmente lei era l'unica che avrebbe potuto capire. Parlarne con la mamma era fuori discussione.

Il gelo mi avvolse con i suoi tentacoli e mi raggomitolai ancora di più sotto le coperte.

Avevo stretto il suo esile collo tra le dita e avevo goduto nel sentire quanto facile per me sarebbe stato metter fine a quella vita. Tremai al ricordo della perversa soddisfazione che avevo provato, e di più a quello del terrore che l'aveva dissolto. Nel momento in cui avevo sentito tutta quell'energia dimenarsi dentro di me avevo capito che non sarei stata in grado di mantenere il controllo.

Tess era mia sorella e io avrei potuto ucciderla.

Avevo recuperato tutti i ricordi della mia vita precedente ma niente di quello che si era riversato nella mia testa avrebbe potuto aiutarmi e siccome nessuno, a parte me e l'Oscuro, sapeva come erano andate esattamente le cose, tutti pensavano che la rediviva Guerriera dell'Alba rendesse onore al proprio nome.

Ma si sbagliavano.

Nel momento in cui ripensai al sorrisetto soddisfatto che Tess aveva sfoggiato nel momento in cui l'avevo lasciata la bile risalì dal mio stomaco lasciandomi una disgustosa sensazione in bocca. Era una sciocca che pensava di aver raggiunto il suo scopo. Mia sorella voleva dimostrarmi che avevo il fegato di salvare Eric, di affrontare quella battaglia ma non si era resa conto di aver rischiato di perdere la vita per mano della sua stessa sorella, per colpa di un'incapace che non era in grado di dominare il grande potere di Aurora.

Nemmeno lei, in effetti, ci era riuscita.

Combattere non era il problema. Nemmeno l'Oscuro poteva contrastarmi. Io, come Aurora, ero nata per quello, consacrata ad un potere devastante, capace di distruggere quell'essere senza che potesse fare nulla per impedirlo.

Lui lo sapeva.

Ma, ahimè, dopo aver affrontato Aurora, sapeva anche qual era il mio punto debole.

Io sapevo chi ero.

Era questa la cosa che più mi terrorizzava, più della paura di vedere il dolore sul volto di coloro che amavo, più dell'abisso che intravedevo quando pensavo di aver perso Eric per sempre.

Io sapevo chi ero.

Fu accompagnata da questi pensieri che, spinta dall'inquietudine, sgusciai fuori dal mio caldo rifugio, mi diressi a piedi scalzi verso il bagno e mi lavai il viso con l'acqua fredda. Mentre fissavo nello specchio il riflesso di una pallida me stessa, nella mia testa prese forma un'idea, assurda e terrificante ma pur sempre meglio della nebbia che aveva ottenebrato la mia testa da quando Eric era stato catturato. Indossai al volo un paio di pantaloni neri e una comoda felpa e scesi le scale gettando uno sguardo attraverso la finestra che affacciava verso il bosco. Intravidi mia sorella e Ren che percorrevano il sentiero che riportava alla casa. Uscii sul portico e li raggiunsi. Quando mi scorse, Ren mi rivolse uno sguardo interrogativo mentre Tess mi fissò con un'espressione imperscrutabile. Cercai di non farmi sopraffare dalla vergogna quando puntai i miei occhi nei suoi, inspirai e rilassai le spalle, fermandomi proprio di fronte a lei.

Nessuno parlò per un interminabile momento, nemmeno Ren.

<<Dobbiamo andare a salvare Eric>> dissi convinta.

<<Sono d'accordo>> ribatté subito mia sorella, piantandosi le mani sui fianchi.

<<Non è l'unica ad essere d'accordo, anche io verrò con te>> si inserì Ren <<del resto non potrei andare da nessun'altra parte>> concluse ammiccando a mia sorella e guadagnandosi una sonora sbuffata. Li ignorai. Non avevo tempo per quello.

<<Bene, perché mi servirà il vostro aiuto>>

<<Questo è fuor di dubbio mia cara. Beh, che stiamo aspettando. Ci serve un piano>> Mi sforzai anch'io di essere ottimista come Ren.

Salvare Eric era indispensabile.

Salvare Eric era l'unica speranza.

Aurora: L'apertura del SigilloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora