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Il bar è pieno di gente e il rumore della musica è quasi assordante, ma in qualche modo riesco a trovare un angolo per me stessa. I gin tonic sembrano aver messo a posto una parte del caos nella mia mente, anche se non riesco a dimenticare la freddezza della casa di Leonard e le sue parole minacciose.

Mi lamento con Jay, che mi ascolta con pazienza, mentre Emily cerca di distrarmi con la sua tipica allegria. "È tutto assurdo, Jay. Mi sento come se stessi vivendo in un brutto sogno," dico, agitando il bicchiere vuoto. "Non mi importa che sia solo un ragazzo, è come se la mia vita fosse stata decisa senza tener conto di nulla di quello che voglio. E anche i miei genitori...sono impazziti! Tutti quanti. Non se ne salva più uno" mi lamento mentre ho perso il conto di quanti gin tonic ho bevuto.
"È solo un ragazzo" dice Jay levandomi il bicchiere dalle mani. "E lo devo sposare" sbuffo "È arrogante. Mi vuole chiudere in casa! È folle. La sua casa sembra più un ospedale per quanto è bianco".

Jay mi guarda con comprensione, ma toglie delicatamente il bicchiere dalle mie mani. "A volte le cose sembrano più gravi quando siamo sotto pressione."

Emily interviene con un sorriso deciso. "Hai bisogno di divertirti, di respirare un po' di libertà. Lascia perdere tutto quello che ti preoccupa e goditi la serata. Non sei più una prigioniera, sei qui con noi. Fai quello che ti fa stare bene."

Le parole di Emily mi colpiscono. A volte, in mezzo a tutto il caos, ci vuole poco per ritrovare un angolo di felicità. Mi cambio di umore quasi immediatamente, sorridendo mentre mi alzo e mi dirigo verso la pista da ballo. La musica è pulsante e vivace. Il ritmo mi avvolge, e sento il peso delle preoccupazioni e delle decisioni forzate dissolversi lentamente. Mi immergo nella danza, muovendomi con un'euforia ritrovata. I pantaloncini di pelle e il reggiseno sbrilluccicante sembrano quasi il mio armatura per affrontare questa serata.

Mi muovo al ritmo della musica, dimenticando per un momento il controllo oppressivo di Leonard e la mia situazione precaria. Quello che conta ora è il momento presente, l'adrenalina del ballo e la sensazione di essere, seppur brevemente, libera.

Emily e Jay si uniscono a me sulla pista, e tra risate e movimenti frenetici, sento la mia anima riacquistare un po' di vivacità. È un sollievo temporaneo, ma è esattamente ciò di cui ho bisogno per ritrovare un po' di speranza in mezzo alla confusione.

In mezzo a ragazzi che avranno tutt'altro che buone intenzioni e altre ragazze che fanno lo stesso riesco a sentirmi libera. Un ragazzo inizia invadente a palpeggiarmi ma non mi scosto. Mi porta lontano dalla folla. Mi fa poggiare a un pilastro. Le sue mani restano sul mio fondoschiena mentre il suo viso si avvicina al mio. "Cosa preferisci?" mi chiede "bagno? qui?".

"Marcus!" quella voce che lo fa voltare mi sembra familiare. "Mi pare di averti detto che a te toccavano le bionde e a me...".

"...Le more" continua l'amico lasciandomi. Dietro di lui vedo Leonard. "Che ci fai tu qui?" mi chiede arrabbiato. "Immagino lo stesso che fai tu. Bevo e cerco di starti lontana. Evidentemente dovrò camminare per un pò".

Leonard si avvicina con passo deciso, il suo volto teso e arrabbiato. La musica continua a pulsare, ma il rumore sembra scomparire mentre mi sento osservata dai suoi occhi gelidi. Mi volto verso Jay e Emily, che mi guardano con preoccupazione, ma non posso restare a lungo con loro. Leonard è determinato e la situazione sta per precipitare.

"Tu cammini verso casa," dice Leonard, con un tono che non ammette repliche. La sua voce è ferma e autoritaria, e il suo atteggiamento minaccioso rende chiaro che non ci saranno discussioni. La mia mente corre mentre cerco di mantenere la calma. Non voglio che Leonard abbia la soddisfazione di mostrarmi sottomessa, ma allo stesso tempo non voglio creare una scena. "Non mi fai paura," dico con il massimo della fermezza che riesco a raccogliere. "Mi stai semplicemente dimostrando quanto sei oppressivo."

Leonard non sembra scosso dalle mie parole. "Se non ti muovi ora, la situazione peggiorerà," avverte, mentre mi prende per un braccio e mi guida verso l'uscita del bar.

Marcus e il suo amico ci osservano da lontano, e la presenza di Leonard sembra allontanarli. Anche se il ragazzo mi aveva fatto sentire a disagio, non posso negare che ora mi sento completamente sotto controllo. Emily e Jay si alzano e mi seguono a distanza, preoccupati per la mia sicurezza. "Elena, aspetta!" grida Emily, ma Leonard accelera il passo, ignorando le sue chiamate.

Arrivati all'uscita, la freschezza della notte mi colpisce, ma non ha il potere di calmare la tensione accumulata. Leonard si ferma e si volta verso di me, la sua espressione ancora più dura. "Non puoi semplicemente ignorare tutto e fare quello che ti pare. Questo comportamento è inaccettabile."

"Non è che ho molte opzioni," rispondo, cercando di mantenere un tono di sfida. Leonard sospira, come se stesse combattendo con la sua frustrazione. "Non posso permettere che tu continui a comportarti in questo modo."

Jay e Emily finalmente ci raggiungono, con espressioni preoccupate e confusione negli occhi. "Elena, dobbiamo tornare a casa," dice Jay, mentre Emily cerca di calmare la situazione.  Leonard mi fissa intensamente, il suo sguardo non ammette dubbi. "Dobbiamo parlare," dice, e le sue parole sono come una sentenza. "Ora."

Mi sento intrappolata, ma non ho scelta. Mi volto verso Emily e Jay, che sembrano rassegnati ma pronti a sostenermi. "Elena! Puoi avere un minimo di buon senso per qualche secondo!" esclama Léonard mentre non lo guardo. "Cosa vuoi?!" gli rispondo irritata. "Parlarti". risponde infastidito. Mi fermo irritata. "Vuoi rimproverarmi perchè ti ho disobbedito? Sono andata a ballare senza di te? Di cosa vuoi parlarmi?".

"Diventerai mia moglie. Non voglio che..." inizia a dire ma lo interrompo prima che possa continuare. "...che tua moglie si diverte? O stavi per dire che mia moglie è una troia? Che va a letto con i miei amici?" inizio ad elencare "Cosa vuoi da me Leonard?" gli urlo contro. "Voglio che tu mi porti rispetto e la smetti di comportati come una bambina viziata" mi dice bloccandomi il polso. La sua carrozza arrivata. Nera trainata da quattro cavalli dello stesso manto. "Volete un passaggio?" chiede ai miei amici che salgono con me e Leonard sulla carrozza.

Smith's: The MarriageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora