30.

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L'imperatore ci mostra la nostra camera per la notte. "Buona prima notte da sposi" ci sorride uscendo. La camera da letto è elegante, con il letto king size al centro, decorato con lenzuola di seta e cuscini di velluto. Le tende sono tirate e una luce soffusa illumina delicatamente l'ambiente. Leonard si avvicina e, con un gesto lento, sbottona il mio vestito, facendolo scivolare a terra. Io rimango ferma, sentendo l'aria fresca sulla pelle. "È ufficiale," dice Leonard, la sua voce è calma ma con un tono che rivela una certa tensione. Mi guarda con uno sguardo misto tra determinazione e ansia. "Sei nervosa?" chiede lui, mentre termina di sciogliere il vestito. Il suo tono è delicato, quasi premuroso. "L'abbiamo già fatto" affermo con la voce tremante.

Mi lascia un bacio sulla fronte e poi si spoglia a sua volta. La sua attenzione è tutta rivolta a me, cercando di assicurarsi che io non mi senta costretta a fare nulla. Questo gesto di delicatezza mi sorprende e mi aiuta a rilassarmi un po'.

Mi siedo sul bordo del letto, mentre Leonard si avvicina  e mi fa sdraiare sul materasso mettendosi sopra di me entrando con decisione. Spinge forte. Sembra distante, assente. "Leo" lo chiamo gemitando ma lui continua a spingere senza baciarmi o guardarmi. Spinge fino a svuotarsi dentro di me. "Leo," lo chiamo di nuovo mentre si siede accanto a me. "Qualcosa non va? Ho sbagliato qualcosa o...?"

"Ti ho sentita parlare con Emily," dice, restando seduto sul materasso e guardando lontano da me. "E che c'è di male?" chiedo, sfiorando le sue spalle robuste. "Pensi che io non possa amare?" mi chiede lui, la voce carica di una tristezza inaspettata. "Non me." rispondo con decisione.

"E per quale motivo non potrei amare mia moglie? La donna che mi starà accanto fino alla morte e che porterà in grembo i miei figli?"

"Perché nessuno l'ha mai fatto," rispondo io. "Non volevo insinuare che tu non possa amare, ma... io sono l'ultima persona di cui potresti innamorarti," ammette, girandosi verso di me.

Lo guardo, sorpresa. "Invece ti amo da quando ti ho visto al Mary. Ti ho fissato in testa da quando quel tuo fantastico culo si muoveva contro uno sconosciuto. La tua voce mi tormenta da quando mi hai rifiutato. Amo te, la tua mente, il tuo corpo. Non c'è nulla che cambierei di te e ho paura di perderti."

"Leo..." sussurro, commossa dalle sue parole. Lui mi zittisce con un bacio, intenso e sincero. "Ti amo," mormora, le sue parole un riflesso delle emozioni profonde che entrambi proviamo.

Ci addormentiamo abbracciati, il calore dei nostri corpi che si mescola sotto le coperte, ma mentre Leonard respira tranquillo accanto a me, il mio cuore è tormentato da un dubbio profondo. Nonostante il suo amore sincero e le parole rassicuranti che mi ha detto, non riesco a scrollarmi di dosso il pensiero che io non possa mai ricambiarlo pienamente.

Mi sveglio in piena notte, il buio della stanza amplificando il mio senso di solitudine. Leonard dorme serenamente, il volto disteso in un'espressione di pace. Lo osservo mentre la mia mente è un turbine di pensieri confusi e preoccupati. Le sue parole d'amore continuano a rimbombare nella mia testa, ma la mia incapacità di provare sentimenti profondi mi sembra insormontabile.

Mi alzo lentamente, cercando di non svegliarlo, e mi avvicino alla finestra. Il cielo è scuro e il silenzio del palazzo è quasi palpabile. Mi chiedo se riuscirò mai a provare l'amore che Leonard merita.

Sospirando, mi sento intrappolata tra il desiderio di essere sincera con lui e la paura di ferirlo. Non so se riuscirò a superare questa distanza emotiva che mi separa da lui. La mia mente è un vortice di dubbi e domande senza risposta, e l'unica certezza che ho è la tristezza di sapere che, mentre Leonard si abbandona a un sonno tranquillo, io non riesco a trovare la stessa pace.

Smith's: The MarriageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora