Il giorno del battesimo di Cristian era arrivato, un evento di portata storica che aveva richiamato a Roma i dignitari da ogni angolo dell'impero. Il palazzo brillava di oro e di bianco, i colori della corona imperiale, e ogni dettaglio era stato curato con estrema precisione. Mentre stringevo la mano di Léonard e tenevo in braccio il nostro neonato, non potevo fare a meno di sentire un senso di estraneità a tutto ciò che mi circondava.
Il rituale cristiano si svolgeva con la pomposità che ci si aspettava da una famiglia reale. I cardinali officianti intonavano preghiere solenni, e l'acqua santa scendeva sulla testa di mio figlio, segnandolo come futuro sovrano. Ma nella mia mente, le immagini degli dei pagani danzavano con prepotenza, come ombre impossibili da ignorare. "Cristian, figlio dell'Impero," proclamò l'alto prelato mentre immergeva le dita nell'acqua benedetta. "Che la grazia del Signore ti accompagni in tutti i giorni della tua vita."
Le parole sacre riecheggiavano nella cattedrale, ma nel profondo della mia anima, il pensiero degli dei antichi si faceva strada. Mentre il cardinale continuava con le benedizioni, i miei pensieri volarono a quella notte, al sogno vivido che ancora sentivo dentro di me. Léonard mi strinse la mano, riportandomi alla realtà. "È quasi finita," mormorò con un sorriso rassicurante. Era visibilmente orgoglioso, fiero del nostro erede. Io, però, continuavo a sentire quella frattura tra il mondo in cui vivevamo e quello che sembrava volermi chiamare. "Cristian sarà cresciuto con la grazia di Dio e sarà preparato per il trono," continuava il cardinale, mentre un coro celestiale riempiva la navata. Ma nel mio cuore, la voce degli dei continuava a sussurrare. Era davvero la volontà divina che questo bambino guidasse l'impero, o c'era un destino più antico che si stava risvegliando? Sentivo che la mia famiglia, la mia stessa esistenza, era legata a qualcosa di molto più antico e misterioso di quanto avessi mai immaginato.
Dopo la cerimonia, mentre ci avviavamo verso la sala del trono per i festeggiamenti, mi trovai faccia a faccia con mia nonna Aurora. Nei suoi occhi, vidi lo stesso riflesso di dubbi e certezze che agitavano la mia mente. "Gli dei stanno osservando, Elena," mi disse sottovoce, come se potesse leggere i miei pensieri. Mentre i dignitari si inchinavano e ci offrivano i loro auguri, sentivo una strana tensione nell'aria. L'imperatore Frederick, dalla sua posizione accanto al trono, sembrava soddisfatto, ma anche lui, ne ero certa, aveva percepito che qualcosa di più grande stava prendendo forma, qualcosa che nessun potere terreno poteva controllare.
Mentre i festeggiamenti si svolgevano attorno a noi, il clima di gioia e di festa si mescolava a una sensazione di attesa. I nobili, i dignitari e i regnanti danzavano e brindavano, celebrando la nascita del nostro erede con una pomposità che sembrava quasi surreale. Ma, nel profondo, sapevo che il vero significato di questo battesimo andava oltre le convenzioni.
Mi avvicinai a Isabella, che giocava felice tra i colori vivaci dei vestiti degli ospiti. La guardai e mi resi conto che anche lei, con la sua innocenza, era parte di un disegno più grande. Non potevo ignorare la necessità di prepararla a un mondo che, purtroppo, non sempre riconosceva il potere delle donne. Sapevo che, in un modo o nell'altro, anche lei sarebbe stata influenzata dagli dei, dalle leggende e dalle aspettative.
Mentre riflettevo, il cardinale si avvicinò, porgendomi una coppa di vino. "Regina Elena, un brindisi per il futuro del nostro impero e per la salute del giovane principe," disse con un sorriso. Ricambiai, ma la mia mente era distante. Sentivo ancora l'eco delle parole di mia nonna. Gli dei avrebbero deciso il nostro destino, e io ero solo un pezzo nel loro grande scacchiere.
Léonard si unì a noi, e lo vidi scambiare sguardi con l'imperatore Frederick. L'ombra della politica si stava avvicinando, come una tempesta in arrivo. "Tutto bene?" mi chiese Léonard, notando la mia espressione pensierosa.
"Sì, solo un po' di stanchezza," risposi, cercando di nascondere le mie preoccupazioni. La verità era che non potevo ignorare le tensioni che si stavano accumulando tra noi. Léonard desiderava un erede maschio per garantire la stabilità della dinastia, ma sapevo che il mio cuore era legato a qualcosa di più grande, una responsabilità verso Isabella e Cristian, che doveva andare oltre il semplice lignaggio.
La festa continuò, ma il mio pensiero tornava sempre agli dei e a come avrebbero influenzato il nostro futuro. Le storie antiche di eroismo e divinità risuonavano nella mia mente. Avevo la sensazione che il mio compito fosse quello di guidare i miei figli verso una comprensione più profonda di ciò che significava essere parte di un impero e di una tradizione tanto ricca quanto complessa.
Quando finalmente la serata volse al termine, e gli ospiti iniziarono a congedarsi, mi ritrovai a riflettere su quanto accaduto. Mentre portavo Cristian nella sua stanza, mi fermai un attimo a contemplare la luna che brillava alta nel cielo. In quel momento, l'idea che gli dei avessero un ruolo nel nostro destino sembrava più reale che mai.
Non potevo ignorare il richiamo di un passato che continuava a influenzare il presente. L'immagine di Era tornava in mente, una figura di forza e protezione. Decisi che non avrei lasciato che il potere terreno governasse le vite dei miei figli, ma avrei cercato di trovare un equilibrio tra le tradizioni, le aspettative e il potere delle antiche divinità che sembravano vigilare su di noi.
La vita al palazzo non sarebbe stata mai semplice, ma io ero determinata a forgiare il futuro che desideravo per Cristian e Isabella, un futuro in cui potessero crescere forti e saggi, consapevoli delle radici che li legavano a qualcosa di molto più grande. E così, mentre mi apprestavo a dormire, sentii dentro di me una nuova determinazione: avrei difeso il loro diritto a essere non solo eredi, ma anche padroni del proprio destino.
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Smith's: The Marriage
ChickLitCon la fine di una guerra, il mondo era tornato ad avere imperatori, re e titoli nobiliari; ma non tutti i nobili era ricchi...la famiglia Bianchi, per sopperire il limitato denaro, fanno si che la loro unica figlia sposi Leonard Smith, un giovane a...