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La gravidanza sembrava avere il potere di riportare Leonard a una serenità che avevo temuto fosse persa per sempre. Ora, quando passavamo del tempo insieme, non solo mi baciava, ma lo faceva con un'affettuosità che avevo dimenticato, e inaspettatamente stavamo riscoprendo una connessione che pensavo svanita.

Decidemmo di trascorrere alcuni mesi in campagna, un cambio di scenario che sembrava offrire una boccata d'aria fresca a entrambi. Mia madre, entusiasta di diventare nonna, si era immersa nei preparativi, mentre mio padre trascorreva il suo tempo con suo fratello, e mia nonna era giunta dalla Danimarca per fare la conoscenza del suo pronipote. La vita sembrava trovare un nuovo equilibrio, e io mi aggrappavo a quella speranza che il bambino in arrivo potesse essere una benedizione.

Mentre eravamo accucciati davanti al caminetto, come nei giorni più sereni del passato, mi appoggiavo su di lui, il caldo del fuoco che ci circondava. "Leo," dissi, "e se fosse una femmina?" Accarezzai il mio pancione, che cresceva ogni settimana di più, "Mi piacerebbe tanto avere una bambina."

Leonard mi guardò con un sorriso che rifletteva una dolcezza inaspettata. "Avrò un'altra donna da amare nella mia vita," rispose, baciandomi delicatamente sulla tempia e stringendomi sempre più forte a lui. Era un gesto che parlava di affetto e speranza, e per un momento, mi sentivo di nuovo parte di una famiglia unita.

"Come lo chiameremo?" chiesi, il pensiero del futuro che mi affascinava e mi preoccupava al contempo.

"Decideremo quando nascerà," rispose Leonard con un sorriso tranquillo. "Vorrei che fosse Jay a battezzarlo se è maschio, ed Emily se è femmina."

"Mi sembra un'ottima idea," dissi, sentendo un senso di pace. "Vorrei invitarli una di queste sere. È da tanto che non ci vediamo tutti insieme."

Leonard mi guardò con curiosità. "Non eri collegata con Emily?" chiese, ma io iniziai a spiegare e poi fui interrotta.

"Va bene," disse infine Leonard con una nota di comprensione nella voce. "Una di queste sere, quando torno tardi, invitali. Sarà bello ritrovarli."

"Grazie," sussurrai, sentendo un'ondata di gratitudine e sollievo. Finalmente, sembrava che Leonard stesse ritornando a essere l'uomo che avevo sposato, l'uomo che avevo desiderato al mio fianco. Con lui, il futuro sembrava meno spaventoso, e insieme, ci stavamo preparando ad affrontare questa nuova avventura con una rinnovata speranza.

La serata in campagna proseguì con una calma quasi irreale. Il crepitio del caminetto riempiva la stanza, mentre noi due, seduti comodamente sui cuscini, ci scambiavamo sguardi pieni di una nuova intimità. Leonard sembrava rigenerato dalla prospettiva della paternità, e i suoi gesti erano più gentili e affettuosi di quanto non avessero mai fatto.

"Leonard," dissi, rompendo il silenzio, "pensi che la campagna sarà un buon posto per il bambino? Potremmo forse trovare una casa più adatta, più vicina alla città?"

Leonard si voltò verso di me, la luce del fuoco illuminava i suoi occhi con una tonalità calda e rassicurante. "Questa casa è perfetta per noi in questo momento," rispose. "Il bambino avrà tutto lo spazio di cui ha bisogno per crescere in tranquillità. E poi, non dovremo preoccuparci dei rumori e delle distrazioni della città."

"Se lo dici tu," replicai, cercando di accettare la sua visione. Mi accarezzai il pancione, sentendo il peso della responsabilità e della speranza che quel piccolo essere portava con sé. "Ma spero davvero che tu abbia ragione."

Leonard si avvicinò e mi prese delicatamente la mano. "Non preoccuparti. Noi due insieme possiamo fare qualsiasi cosa. E se davvero sarà una bambina, le prometto che avrà tutto il nostro amore e attenzione."

La sua promessa mi rincuorò, anche se le mie preoccupazioni non svanirono completamente. "Mi fa piacere sentirtelo dire," dissi con sincerità. "Ma non posso fare a meno di pensare a come la mia vita cambierà. La responsabilità di essere regina, di crescere un bambino... è tanta pressione."

Leonard sorrise, un sorriso che cercava di essere incoraggiante. "Lo so, cara. Ma abbiamo tempo per prepararci. E io sarò al tuo fianco in ogni passo di questo percorso."

"Grazie, Leo," sussurrai, sentendo un calore crescere dentro di me. "Sono felice che tu sia tornato a essere così presente."

Leonard mi abbracciò, e il calore del suo corpo, mescolato con il calore del caminetto, mi dava un senso di sicurezza che non avevo provato da tempo. "Non dimenticare mai," disse, "che non siamo soli in questo. Abbiamo una famiglia che ci sostiene e un futuro che possiamo modellare insieme."

Il tempo passò in modo tranquillo mentre chiacchieravamo e ridevamo, con la consapevolezza che il nostro futuro stava cambiando in modo irrevocabile. La campagna, con la sua pace e la sua bellezza, sembrava offrire una promessa di una nuova vita, una vita che spero possa essere piena di amore, speranza e, soprattutto, di una rinnovata connessione tra di noi.

Smith's: The MarriageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora