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Quella notte, il sonno mi accolse, ma non portò la pace che speravo. I miei pensieri erano agitati, ancora intrecciati con le leggende che avevo letto e le sfide che mi attendevano. Mi rigirai nel letto accanto a Leonard, cercando di sfuggire all'inquietudine che sentivo crescere dentro di me. Alla fine, il sonno mi vinse, trascinandomi in un sogno così vivido da sembrare reale.

Mi trovavo in un vasto campo, sotto un cielo crepuscolare, ma c'era qualcosa di surreale nell'aria. Una luce dorata, intensa e abbagliante, illuminava l'orizzonte, e l'aria sembrava carica di una forza primordiale. All'improvviso, davanti a me apparve una figura. Era una donna, ma non una donna qualunque. Aveva una bellezza eterea, una presenza che dominava l'ambiente. Indossava una tunica bianca ornata d'oro, e i suoi occhi scintillavano come stelle.

La sua voce, profonda e autoritaria, risuonò nella mia mente prima ancora che le sue labbra si muovessero. "Elena Bianchini, ascolta le mie parole. Il mondo che conosci è destinato a cambiare. Gli dei, da tempo dimenticati, torneranno tra i mortali, e nulla sarà più come prima."

Mi sentii paralizzata, incapace di reagire. "Chi sei?" chiesi, cercando di mantenere la calma, ma la mia voce tremava. "Io sono Atena, dea della saggezza e della guerra. Da millenni vegliamo dall'alto, lasciando che i mortali governino il mondo come meglio credevano. Ma il tempo è ormai giunto. Presto, l'ordine naturale sarà sconvolto, e gli dei cammineranno di nuovo tra di voi. Sarai testimone del cambiamento, Elena, e il tuo ruolo sarà fondamentale."

"Ma perché proprio io?" chiesi, la confusione mescolata a un senso crescente di paura. "Io sono solo una regina, una mortale. Cosa posso fare contro il volere degli dei?"

Atena si avvicinò, i suoi occhi penetranti fissavano i miei. "Tu non sei solo una regina. Sei destinata a diventare un ponte tra il mondo degli uomini e quello degli dei. Quando il tempo verrà, dovrai scegliere da che parte stare."

Un brivido mi percorse la schiena. "E se non fossi in grado di fare questa scelta?"

"Il destino non attende chi esita," rispose Atena, il suo tono ora più solenne. "Preparati, Elena, perché il cambiamento è vicino. E quando arriverà, dovrai essere pronta."

Prima che potessi rispondere, la figura di Atena iniziò a dissolversi in una nube di luce dorata. Mi sentii risucchiare via, il sogno che si allontanava, e mi risvegliai di colpo, il respiro affannato e il cuore che batteva forte nel petto. Mi guardai intorno nella penombra della nostra stanza. Leonard dormiva profondamente accanto a me, ignaro del tumulto che mi scuoteva. Mi alzai lentamente dal letto, cercando di riprendermi da ciò che avevo appena vissuto. Il sogno, se così poteva essere chiamato, era stato troppo vivido per essere solo frutto della mia immaginazione. Mi avvicinai alla finestra, osservando la luna piena che illuminava i giardini del palazzo. Le parole di Atena continuavano a ronzarmi in testa: "Presto, il mondo cambierà." Cosa significava tutto questo? Ero davvero destinata a svolgere un ruolo così cruciale nel futuro del mondo?

Sospirai, cercando di liberarmi dal peso di quelle parole, ma sapevo che non sarebbe stato così semplice. Quel sogno non era solo un sogno. Era un avvertimento, e dovevo prepararmi. Non sapevo come, né quando, ma sentivo che presto sarei stata messa alla prova. Mi strinsi le braccia attorno al corpo, cercando un po' di conforto, mentre le stelle brillavano alte nel cielo. Ero sola in quella battaglia, almeno per ora. Ma presto, molto presto, tutto sarebbe cambiato.

La mattina dopo, mentre il sole sorgeva lentamente e illuminava la camera con una luce dorata, mi alzai presto e preparai una colazione leggera. Leonard, come al solito, si svegliò poco dopo, e notai subito la tensione che mi attanagliava, frutto del sogno vivido e inquietante che avevo avuto.

Durante la colazione, tentai di trovare il momento giusto per parlare con lui. Ma le parole sembravano bloccate nella mia gola, spaventata dalla possibilità di una reazione negativa. Finalmente, decisi di rompere il silenzio. "Leo," iniziai con voce incerta, "devo parlarti di qualcosa di importante."

Leonard alzò lo sguardo dal suo piatto, fissandomi con un'espressione che oscillava tra curiosità e irritazione. "Che succede, Elena?" chiese, appoggiando la forchetta. Presi un respiro profondo. "Stanotte ho avuto un sogno... no, non un sogno, ma una visione. Una dea, Atena, è apparsa e mi ha detto che gli dei torneranno tra i mortali e che il mondo cambierà. Ha detto che io dovrò essere preparata e fare delle scelte importanti."

Leonard mi guardò con scetticismo. "Una dea, dici?" rispose, il suo tono impregnato di incredulità. "Non credo che tu debba prestare troppa attenzione a queste visioni, Elena. Sono solo frutto della tua mente inquieta."

"Ma era così vivido," insistetti, la mia voce tremava. "Non posso ignorare ciò che ho visto. E se fosse un avvertimento?"

Leonard scosse la testa, visibilmente frustrato. "Ascolta, Elena, siamo in un impero cristiano. Parlare di divinità pagane e visioni non è appropriato e potrebbe mettere in pericolo la nostra reputazione e la stabilità del regno. Non parlarne con nessuno."

"Ma non posso ignorare quello che è successo," risposi, il mio cuore si serrava di fronte alla sua freddezza. "Non possiamo semplicemente fare finta di niente."

Leonard alzò la voce leggermente. "Tu non puoi permetterti di mettere in discussione l'ordine stabilito. Le visioni e i sogni non hanno posto qui. Il nostro regno deve essere governato con razionalità e fermezza. È importante che tu mantenga la tua posizione senza dare adito a superstizioni."

"E se fosse una vera avvisaglia?" chiesi, sentendo la disperazione salire. "Se davvero ci sono cambiamenti in arrivo e non siamo preparati?"

Leonard si alzò e si avvicinò a me, posando una mano ferma sulla mia spalla. "C'è un modo per affrontare le incertezze del futuro, e questo è attraverso la preparazione pratica e il buon governo. Le leggende e i miti non ci aiuteranno a guidare il regno. Adesso, concentrati sulle questioni reali e su come possiamo consolidare la nostra posizione."

Le sue parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Sapevo che aveva ragione da un punto di vista politico, ma il peso di ciò che avevo visto mi opprimeva. Non potevo ignorare il senso di urgenza che provavo. Tuttavia, non avevo scelta. Se Leonard non voleva che parlasse del sogno, avrei dovuto rispettare il suo desiderio. Passai il resto della giornata immersa in pensieri contrastanti. Le faccende di stato, i consigli e le udienze mi sembravano meno rilevanti rispetto alla minaccia che sentivo incombere. Mi chiesi se Leonard avesse ragione nel minimizzare il significato di quella visione, o se, invece, avrei dovuto prepararmi a qualcosa di più grande, al di fuori della mia comprensione. La sera, mentre il sole tramontava e il palazzo si riempiva di ombre, mi chiesi come avrei potuto prepararmi per l'inevitabile cambiamento che sembrava avvicinarsi. Ma, per ora, dovevo mantenere la mia apparente tranquillità e obbedire alle regole imposte, in attesa di un futuro che sembrava sempre più incerto.

Smith's: The MarriageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora