La visita del Duca

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Martino si alzò dalla sedia e fece per uscire dalla sala da pranzo.
"Martino!"lo fermò Elisa:" Io non voglio parlare con quell'uomo!"
" Sta tranquilla,Elisa, ci penso io!"
Martino raggiunse l'ospite nell'atrio del palazzo.
"Buonasera Duca,a cosa dobbiamo la vostra visita?" Domandò Martino,mostrandosi freddo e sospettoso.
"Buonasera Conte Ristori,sono qui per parlare con vostra madre..."
"Mia madre in questo momento non può ricevervi,sta cenando e non vuole essere disturbata,se volete potete parlare con me..."
"Vi prego, ditele che è importante...forse non le ho fatto una buona impressione,ma voglio scusarmi con lei,per favore!"
Martino,pur essendo molto scettico,comprese che doveva essere davvero qualcosa di urgente,per spingere il Duca a cercare Elisa fino a casa di Madame Chevalier e gli fece cenno di attendere in biblioteca.
"Elisa, vuole parlare con te,dice che si tratta di qualcosa d'importante,inoltre vuole scusarsi.Ascoltalo e non preoccuparti,noi siamo qui;basta una tua parola e interverremo subito!"
Elisa guardó Martino,poi incontró lo sguardo di Antonio che le faceva cenno di sì con la testa.Ingoiò la saliva e rispose:
"E va bene,Martino.Vedrò che cosa vuole,ma lo faccio solo per te!"
Elisa raggiunse quindi il Duca nella biblioteca;l'uomo le dava le spalle e aveva lo sguardo rivolto alla finestra.
Lei entró di soppiatto,per poter osservare quello strano personaggio,del quale non riusciva ancora a capire se fidarsi oppure no.
Il duca fiutò i suoi passi e si voltò, e i loro sguardi s'incrociarono per alcuni istanti senza parlare.
Elisa avvertì un brivido lungo la schiena,poi si fece coraggio e prese la parola.
" Buona sera Duca,perché questa visita a quest'ora?Avevo detto che non desideravo parlarvi!"
"So bene quello che avete detto Contessa,tuttavia dovevo vedervi,innanzitutto per chiedervi scusa.
Sono stato burbero e inopportuno verso di voi e non ne avevo alcun diritto!Oggi,le vostre lacrime,mi hanno fatto capire di aver esagerato e mi dispiace..."
Elisa,stupita,si sedette sulla poltrona e per un attimo le sembrò di vivere un dejavou.
"Duca,voi mi avete profondamente offesa,mi avete giudicata per quella che non sono,e avete pugnalato quanto di più caro posseggo nel cuore:il ricordo di mio marito."
"Mi dispiace,sono stato un villano!vi prego di accettare le mie scuse."
"Siete venuto fin qui solo per questo?"
"No,sono venuto anche per parlare della sentenza del tribunale...contessa ci dobbiamo appellare,emettere una sentenza senza un processo è terribilmente ingiusto!"
"Io ho deciso di tornare in Piemonte e di chiedere aiuto al re Amedeo.Anche se sarà difficile dimostrare che Martino è figlio di Fabrizio, possiamo per lo meno prendere un po' di tempo per cercare di racimolare il denaro per riscattare Rivombrosa.
Il mio intendente,Angelo,mi informa che quest'anno la raccolta del grano è andata molto bene..."
"Non basterebbe ugualmente,lo sapete anche voi,a meno che non abbiate intenzione di chiedere aiuto anche alla corona borbonica..."
Elisa si irrigidì.
"Ricominciate ad offendermi,duca?"
Il duca capì che aveva toccato un tasto dolente.
"Perdonatemi Elisa,non avevo intenzione di offendervi,facevo solo una considerazione logica,dal momento che presto sposerete un principe del regno di Napoli..."
"Non ci sarà nessun matrimonio!"lo interruppe Elisa bruscamente.
Il duca restò in silenzio,fissandola,come per capire dallo sguardo di lei,se ciò che aveva appena sentito fosse vero.
"Vi chiedo scusa contessa,ma Martino mi aveva detto che..."
"Martino?"Si stupì Elisa.
"È stato Martino a riferirvi del matrimonio?"
"proprio così!"ribattè Lui.
"Che sciocca, avrei dovuto immaginarlo..."sorrise Elisa.
" Vedete,è vero che io e il principe Caracciolo stavamo per sposarci,ma poi ho capito che il mio cuore appartiene a Rivombrosa e ai miei figli..."
Elisa notó lo sguardo tenero del Duca e all'improvviso non le sembrò più uno sconosciuto.Senza accorgersene,avvertiva una certa familiarità che la spingeva ad aprirsi.
"Vedete,quando mio marito è morto,avrei voluto morire anch'io con lui. La mia vita mi sembrava senza senso e per molto tempo una forte malinconia mi ha offuscato la mente. Solo l'amore per i miei figli e per la mia Terra mi hanno tenuta in vita e ho lottato per loro e per difendere Rivombrosa,che allora come oggi,sembrava persa. Mi sentivo terribilmente sola e impaurita, ed è in quel periodo che ho conosciuto il principe Caracciolo,un uomo che come me,portava un grande lutto nel cuore. Insieme abbiamo unito le forze,abbiamo combattuto le nostre battaglie e ci siamo amati, lo ammetto. Ma col passare del tempo lui,prima di me,si è accorto che c'era sempre un'ombra tra noi due. Qualcosa che mi impediva di dedicarmi completamente a lui.
Ora l'ho capito anch'io. Il mio cuore è ancora legato al ricordo di mio marito e non è libero di amare profondamente un altro uomo."
Il duca si alzò in piedi.
"Basta! Non dite altro. Tornate a Rivombrosa. Io vi raggiungerò presto e parlerò con il re Vittorio Amedeo.Sono sicuro che lo convincerò a riaprire il caso e vedrete che questa volta il processo ci sarà!"
" Duca,il re Amedeo non si è mai mostrato generoso con la nostra famiglia..."rispose Elisa imbarazzata.
Il duca le prese le mani tra le sue.
" Non temete Elisa,lasciate fare a me!"
E così dicendo,il duca andó via,salutando con un breve cenno del capo,Martino e Ceppi che lo attendevano in corridoio.
"Elisa...com'è andata?" Chiese Martino,vedendo uscire Elisa dalla biblioteca con lo sguardo perso nel vuoto.
"Dà ordine di preparare i bagagli,domani stesso torneremo a casa!"

Elisa di Rivombrosa: I Misteri di Rivombrosa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora