La festa a Palazzo Ristori

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La mattina della festa tutta Rivombrosa era in subbuglio;Bianca e Giannina davano ordini a destra e a manca affinché tutti gli addobbi e il menù fossero fatti a regola d'arte. Angelo e Celeste si erano occupati rispettivamente di scritturare i migliori musicisti e decorare la sala da ballo con candele e fiori profumatissimi.
Elisa e Fabrizio erano felicissimi per Martino, ma preoccupati per la loro situazione.
"Quante cose sono cambiate qui, in tutti questi anni!" Disse Fabrizio,affacciandosi alla finestra del salottino, da dove poteva osservare i servi correre avanti e indietro con i vassoi e gli addobbi.
"Sì Fabrizio, i nostri figli sono cresciuti, Martino ormai è un uomo, e Agnese è quasi una donnina e presto anche lei andrà a studiare in collegio...pensavo di mandarla a Parigi, nello stesso collegio dove ha studiato Emilia, che te ne pare?"
"Credo sia un'ottima idea!
Quanto mi è dispiaciuto non averla vista crescere! Mi sono perso l'infanzia di entrambi i miei figli e tu hai dovuto crescerli da sola soffrendo tantissimo...mi dispiace tanto...ma almeno so che il mio sacrificio è servito e che nessuno vi ha fatto del male..."
Poi si accorse dello sguardo triste di lei, le sollevó il mento e sussurrò:
"Amore,a cosa stai pensando?"
"Niente,mi sono ricordata di quando Lucrezia ha rapito Agnese e Amelia! Ho provato un'angoscia così forte!"
"Lucrezia, sempre lei! Quella donna è un vero demonio e io non avrò pace fin quando non sarà in carcere o sottoterra!" Affermó con rabbia Fabrizio.
"No,amore mio, non dire così.Se anche quella donna ci ha fatto tanto male, la morte non si augura a nessuno! Ciò che conta è che stia lontana da noi e dai nostri figli!"disse Elisa, abbracciandolo.
"Sai tesoro,mi manca tanto Amelia, vorrei che fosse ancora qui con noi! Mi dispiace che non abbia saputo nemmeno che sono vivo!"
"Purtroppo, qualche anno fa si è ammalata e poi si è aggravata,mentre io ero a Parigi.Angelo l'ha portata dai suoi parenti in Val di Susa;era suo desiderio trascorrere gli ultimi anni di vita con i suoi famigliari..." ricordó Elisa,asciugandosi una lacrima.
"Fabrizio, che ne sarà di noi adesso? Io voglio vivere con te,amore mio! Non ce la faccio più a vederti andare via tutte le sere e restare da sola nel letto... mi manchi da morire!"
Fabrizio la guardò negli occhi, le sorrise e la bació.
"Amore,anche per me è una gran sofferenza,ma non preoccuparti ho già pensato ad una soluzione. Dopo la festa mi incontrerò con il prefetto Terrazzani e sistemeremo ogni cosa."
"Perché Terrazzani?" Domandò Elisa perplessa.
"Sarà una sorpresa,fidati di me...Ti amo!"
Il sole era ormai tramontato dietro le colline di Rivombrosa e il palazzo era illuminato da centinaia di candele.
Pochissimi i nobili intervenuti ma,nello stile di Elisa e Fabrizio,era presente anche la servitù vestita a festa.
Il Marchese Granieri con la moglie e le sue figlie fecero il loro ingresso in sala, ammirate da tutti, Agnese ormai undicenne, era affascinata dall'abito sontuoso di Vittoria.
"Madre,avete visto quant'è bello l'abito della marchesina Vittoria?"
"Si Agnese, hai ragione, è molto bello!"
Martino,da galantuomo,andó incontro alla famiglia Granieri.
"Benvenuti a Rivombrosa!"Disse con un inchino.
"Grazie conte Ristori" rispose il vecchio Marchese,mentre le fanciulle si guardavano intorno estasiate.

Elisa di Rivombrosa: I Misteri di Rivombrosa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora