Juliet era entusiasta di partecipare per la prima volta al ballo delle luci: era un evento che l'aveva sempre affascinata.
Una volta da bambina era riuscita a sgattaiolare fino alla sala da ballo, e aveva osservato per qualche momento quelle danze, quel ballo fatato, prima che sua madre la notasse e la riaccompagnasse nuovamente in camera, mettendola a letto.
Indossò l'abito blu con decori in oro, che ricordava un cielo stellato, che era stato richiesto specificatamente per quell'evento.
"Avete già deciso chi sarà il vostro cavaliere per questa notte signorina?" le domandò Camille, mentre finiva di sistemarle l'acconciatura.
"Non ne sono certa, ma credo di avere un'idea" rispose lei, pensando ad Edward, sapendo che se lui non avesse deciso di ballare con lei sarebbe dovuta restare da sola quella sera, o avrebbe dovuto ripiegare su uno dei suoi cugini.Quando scese nella sala da ballo le fu data una candela da uno dei domestici, e il suo sguardo fu rapito dai bellissimi fiori notturni che schiudevano i loro petali sotto i raggi lunari che iniziavano a filtrare dalle grandi vetrate proprio in quel momento.
Ognuna delle giovani debuttanti parlava con un gentiluomo, probabilmente nel tentativo di convincerlo a farle da cavaliere, ma Juliet preferì rifugiarsi in un angolo della sala: ormai aveva già dato fin troppo mostra di sé, non voleva che altre voci si aggiungessero a quelle già in circolazione. Per di più se le intenzioni di Edward fossero state ancora serie come lui le aveva assicurato sarebbe di certo riuscito a trovarla anche ai margini della stanza, e poi farlo dannare un po' non le dispiaceva, dopotutto lui l'aveva fatta dannare fin troppo.
"Con chi ballerai questa sera Juliet?" Le chiese Alexandra dopo essersi avvicinata a lei con passo leggero, scrutando la sala ed offrendole poi un bicchiere di limonata.
"Non ne ho idea, poi è l'uomo a dover decidere... come sempre del resto" rispose lei, buttando giù un sorso della bevanda offertole dall'amica.
"Credevo tu pensassi a Lord Stamford..."
"Non è l'unico gentiluomo al mondo! E poi non so più che cosa pensare di lui, non lo so più..."
"È successo qualcosa?"
"Perché me lo chiedi?"
La voce di Juliet si fece per un momento piuttosto acuta.
"Mi sembri agitata... e non credo che sia per ciò che è accaduto l'altro giorno" rispose Alexandra, guardandola negli occhi, come se in quel modo potesse scorgere nella sua mente, esplorare i suoi ricordi, per capire finalmente che cosa fosse accaduto.
Juliet ripensò a quel pomeriggio: lui era così vicino, l'aveva quasi baciata nuovamente. Eppure si sentiva così stupida, continuava di certo a cadere nello stesso trucchetto.
"No, va tutto bene" disse, scuotendo la testa "va tutto bene..." ripetette, questa volta per cercare di convincere se stessa.
"Non credi però che abbiamo parlato fin troppo di me? Tu ballerai con mio fratello suppongo."
"Naturalmente: l'inganno deve proseguire."
"Io credo che non sia più un inganno, Alexandra."
"Non capisco che cosa tu stia dicendo" l'amica distolse quindi lo sguardo, il che dimostrava che invece capiva eccome.
"Sai, credo di capirci qualcosa in amore ormai, e ho visto come guardi Howard: hai quella luce negli occhi" le spiegò dunque, terminando poi la propria limonata.
"Non sai nemmeno tu di che cosa parli, Juliet" le disse, cercando di apparire divertita, per simulare che quelle parole non l'avessero in realtà colpita.
Non riuscirono però a portare avanti quella conversazione: le luci vennero abbassate proprio in quel momento, il che significava che era ora per i cavalieri di scegliere la propria dama, e il modo in cui si sceglieva era molto semplice: accendendo la candela di quest'ultima.
Naturalmente, come lei aveva previsto, Howard non si fece di certo attendere da Alexandra, conducendola quindi sulla pista da ballo con sé.
Juliet rimase quindi sola per qualche istante, circondata dall'oscurità, e sorprendentemente si sentì bene, perché nessuno stava badando a lei, non aveva gli occhi di tutti puntati addosso.
Era calmante sapere che effettivamente non portava il peso del mondo sulle sue spalle, e che dunque ad un suo errore questo avrebbe comunque mantenuto il suo asse.
Inspirò profondamente: probabilmente una vita ritirata e tranquilla sarebbe stata perfetta per lei, una vita in cui nessuno conosceva il suo nome, nella quale non era la protagonista ma solo una delle tante comparse che animavano la scena.
Fu il bagliore, come quello di un nuovo giorno, causato da un fiammifero a distoglierla dai suoi pensieri.
"Mi farete l'onore, Miss Byrne?" Le domandò quindi Edward, e Juliet non poté fare a meno di notare quanto il suo viso illuminato dal rossore di quella piccola fiamma fosse bello.
"Certamente, Lord Stamford" rispose dunque, lasciando che la sua candela venisse accesa.
Si chiese se sarebbe restata accesa per tutta la sera, se quella leggenda che veniva tramandata da generazioni nella sua famiglia fosse vera, dopotutto le candele di tutti i suoi familiari erano restate accese, e ognuno di loro aveva trovato il vero amore.
Fissò Edward negli occhi, e le sembrò che anche lui si stesse ponendo gli stessi quesiti.
Lui spense dunque il fiammifero, abbandonandolo in uno dei tanti portacenere che erano stati sparsi per tutta la stanza, per poi dirigersi con lei sottobraccio fino alla pista da ballo.
La piccola orchestra prese a suonare, dando inizio alle danze.
La sala da ballo assomigliava ad un bel cielo notturno, non sporcato dalla nuvole, animato da decine di stelle cadenti.
Forse poteva esprimere un desiderio...
Osservò per un momento la fiamma della candela tremolare ai loro movimenti, ma non perdere comunque la sua forza, continuando ad ardere con potenza. Alzò poi lo sguardo, puntandolo su di Edward, che la studiava attentamente, intenzionato a non staccarle gli occhi di dosso nemmeno per un momento. Il modo in cui la guardava di certo non avrebbe mai smesso di farle provare le farfalle nello stomaco, di farla arrossire.
Tentò di immaginare la sua vita con un qualsiasi altro uomo e si rese conto che non le sarebbe mai andata bene, era lui quello che voleva, non le importava se alla fine ci sarebbe stato amore o meno, Edward le sarebbe bastato, perché lui la faceva stare bene, e l'amicizia bastava per una buona unione, come aveva stabilito all'inizio: pregò che quella candela non si spegnesse.
"Mi piacerebbe avere questo per tutta la vita" disse, un po' sibillina, ma Edward sembrò comunque capirla: le sorrise.
"Piacerebbe anche a me, decisamente" sussurrò lui, riuscendo, con un rapido movimento, a sfiorale il viso con una carezza, senza che nessuno se ne accorgesse.
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Fiori di Luna (in revisione)
Historical FictionNon riuscì a ribattere, la sua bocca rimase semiaperta, ed Edward non riusciva a staccare lo sguardo da quel viso angelico, da quelle labbra rosse che imploravano di essere baciate. Non potè trattenersi, gli fu impossibile, annullò la distanza fra i...