Il cullare delle onde era rilassante. Juliet non credeva che sarebbe mai potuta giungere ad una simile conclusione, ma era così, il mare pareva calmarla. I primi momenti a bordo dell'Hermes erano stati quasi un incubo, faticava a tenersi in piedi e ad addormentarsi a causa di quell'ondeggiare avanti e indietro, ma poi questo era diventato una costante piuttosto confortevole.
Non aveva ancora voglia di aprire gli occhi, ma si stiracchiò leggermente, allungando la schiena, stringendosi poi ad Edward, inspirando profondamente.
Dopo un po' le sue palpebre furono costrette ad aprirsi controvoglia, infastidite dalla luce che filtrava dal piccolo oblò che fungeva da finestra.
Incrociò lo sguardo del marito e sorrise, mentre lui si piegava su di lei, baciandola.
Si tirò poi a sedere, senza ancora dire una parola, chiusa nei suoi pensieri, certa però che Edward fosse comunque capace di leggere con esattezza qualsiasi cosa le passasse per la mente.
Quello era l'ultimo giorno di navigazione: quella sera stessa, forse prima che il sole tramontasse, avrebbero visto i contorni della meravigliosa Alessandria prendere forma davanti a loro. Ancora stentava a crederci.
Il suo sorriso andò ad ampliarsi, e quindi si voltò verso Edward.
"Sarà magnifico" disse, certa che lui avrebbe capito ciò che intendeva.
Si alzò, indossando la bella vestaglia ricamata che svolazzava come le ali di una libellula ad ogni suo movimento. Andò poi a sedersi alla scrivania, appoggiando uno specchio al muro, così da creare una specie di toeletta, e liberò i suoi capelli dalla treccia in cui erano stati raccolti per la notte.
Edward la osservò spazzolarsi la lunga chioma, studiando dal riflesso nello specchio il modo in cui i capelli le ricadevano intorno al viso, dandole un'aria più sbarazzina e un aspetto che lui adorava: avrebbe voluto che la moglie li portasse sempre in quel modo, se solo non fosse stato considerato indecente dalla società.
"Sei bellissima" bisbigliò lui, e nella quiete rotta soltanto dallo scrosciare delle onde contro lo scafo Juliet lo udì perfettamente.
L'orologio rintoccò segnando le otto, e subito qualcuno bussò alla porta, che poi venne aperta rivelando Camille che con grande precisione era giunta per preparare la sua padrona per la giornata, proprio come l'era stato ordinato la sera precedente.
"Buongiorno miei signori" esordì la cameriera sorridendo, chiudendosi poi la porta alle spalle.
"Buongiorno Camille" salutò Juliet alzandosi in piedi tutta allegra, mentre Edward salutava la donna con un cenno del capo "Oggi è un grande giorno: approderemo in Egitto, non credi sia meraviglioso?"
"Credo che lo sarà, Milady" disse, iniziando a frugare nel baule alla ricerca degli abiti da proporre alla sua padrona per quella giornata "Devo rivelarvi che non vedo l'ora di tornare con i piedi sulla terra ferma: non credo di essere adatta alla vita di mare."
"Di certo è opinione comune, ma devo dire che, superati i primi giorni, la permanenza sull'Hermes è stata meravigliosa, mi ha fatta sentire talmente libera..."
"Tu sei la nipote di un marinaio mia cara, è evidente che il mare ti scorra nelle vene" intervenne quindi Edward, che fino a quel momento si era limitato ad osservare quello scambio di battute fra le due donne, che sembrarono ricordarsi della sua presenza solo all'udire la sua voce.
"Be', allora suppongo che dovrei prendere il mare, vivere come una di quelle piratesse dei racconti di Lord Morris, mi seguiresti Edward?"
"Anche in capo al mondo."
In quel momento Camille estrasse vittoriosa dal baule due abiti, e subito li mostrò a Juliet, che scelse di indossare quello bianco su cui erano ricamati dei fiori e che aveva un cinturino verde sotto al seno.
La cameriera aiutò quindi la donna vestirsi, e le raccolse i capelli in un ordinato chignon, per poi lasciare la stanza così da poter portare ai due la colazione in camera, e dare tempo al valletto del conte di vestire Edward a sua volta.
La coppia si sedette quindi per consumare quel primo pasto della giornata in tutta tranquillità, per poi dirigersi sul ponte e prendere un po' d'aria.
"Buongiorno!" li salutò allegramente il capitano, che quel giorno teneva il timone, col vento a scompigliargli i capelli e lo sguardo puntato all'orizzonte "Oggi è un'ottima giornata per navigare: il vento ci spinge verso la nostra meta, forse riusciremo a giungervi prima del previsto."
Juliet sorrise a quella notizia, per poi dirigersi a prua mentre il marito scambiava qualche parola con Lord Morris, appoggiandosi al parapetto ed osservando l'acqua sotto di sé.
Delle forme scalfirono la superficie: erano dei delfini, che nuotavano svelti fra le onde proprio di fianco all'imbarcazione, saltando di tanto in tanto come in un'aggraziata danza. Una mamma teneva il suo cucciolo a fianco, uno spettacolo che strappò subito alla donna un sorriso. La natura dava prova di essere incredibile ogni giorno di più.
Tenne d'occhio il branco finché questo non sparì dalla sua vista, fra il blu del Mediterraneo.
Guardò quindi davanti a sé, godendosi il sole sulla pelle e il vento fresco, osservando le coste rocciose che di tanto in tanto apparivano come dal nulla.
Non riusciva a togliersi dalla testa Alessandro Magno, pensava a quelle pagine in greco che aveva ritrovato e che narravano delle sue avventure, convinta che qualche mistero vi fosse sepolto.
Pensava al viaggio che aveva compiuto, alle sue navi che di certo avevano solcato quelle stesse acque, ai marinai che avevano provato le sue stesse sensazioni imbarcandosi per una meta che appariva sconosciuta. Oltretutto stava per giungere ad Alessandria, la sua città, dove era probabile fosse ubicata la sua tomba: le era impossibile non pensare alla figura del macedone.
Era come se avesse un sentore dentro che cercava di dirle qualcosa, pur non sapendo ancora precisamente cosa.
Forse era solo pura suggestione, o forse il suo sesto senso le diceva che avrebbe trovato qualcosa, magari qualcosa di riconducibile proprio al grande condottiero. Be', l'avrebbe scoperto soltanto una volta giunta a destinazione.
Respirò profondamente l'aria di mare, con quel suo sentore di salsedine che ormai era diventato per lei tanto familiare. Era strano, e non sapeva il perché, ma le sembrava che tutto fosse perfettamente al suo posto in quel momento, come se quello fosse il suo destino e lei non potesse far altro che seguirlo.
STAI LEGGENDO
Fiori di Luna (in revisione)
Historical FictionNon riuscì a ribattere, la sua bocca rimase semiaperta, ed Edward non riusciva a staccare lo sguardo da quel viso angelico, da quelle labbra rosse che imploravano di essere baciate. Non potè trattenersi, gli fu impossibile, annullò la distanza fra i...