BAKUDEKU: Istinti

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Le risate dei bambini riempivano l'aria della bianca spiaggia. Il cielo nuvoloso, cupo che si intrecciava con il mare dell'orizzonte non destava preoccupazione né cancellava la voglia di divertirsi.
Izuku guardava in silenzio, con un profumato takoyaki tra le dita e un vassoietto di carta che ne conteneva ancora un paio, giusto accanto al gomito che poggiava sul bordo di legno della ringhiera del piccolo pergolato. Dietro di sé la capanna di bambù si lasciava attraversare e scoprire dagli sbuffi improvvisi del vento carico di umidità.
Era piacevole osservare Madre Natura annerirsi e prepararsi prima di un forte temporale estivo.

«La tua limonata e menta e il tuo dango ripieno in versione gigante».

Izuku Midoriya, attualmente Number One Hero di diciotto anni appena compiuti ed Omega, sorrise dolcemente. Non si era per nulla spaventato alla voce improvvisa e briosa del suo Alpha, Katsuki Bakugo prossimo a divenire Number Two Hero.
Quest'ultimo gli scoccò un famelico bacio sulle labbra per poi servirgli l'involucro di carta arancione con il grosso dolce di bell'aspetto e la bibita profumatissima.

«Non starai mangiando troppo? Non fai altro da quando siamo qui».

«Dici? Non saprei. Dopo che abbiamo sbattuto dietro alle sbarre il Villain che terrorizzava questa splendida isola con continui terremoti sottomarini, l'aria deve aver giovato alla mia salute» ridacchiò il verdino.

Katsuki lo abbracciò alle spalle ed immancabilmente intrecciò le dita sul ventre.

«Eh, sì... sei ingrassato, Deku» gli sussurrò con malizia nell'orecchio.

«Mi rimetterò in forma. Forse è vero che in quasi quattro mesi mi sono lasciato andare, Kacchan...».

Il biondo gli baciò la guancia lentigginosa. Amava il suo compagno, in qualunque forma. Fu allora che mentre si apprestava a coccolarlo con qualche parolina a doppio senso notò lo sguardo rabbuiato di Izuku puntato sui bambini che si divertivano a costruire un castello di sabbia.
Katsuki sospirò appena ma non lo lasciò, anzi, gli poggiò il mento sulla spalla per diventare spettatore della dolce scena. Il verdino gli strinse la mano dove capeggiavano gli anelli di fidanzamento. L'argento sembrava riflettere le nubi scure che si ammassavano nella volta non più celeste di quel tardo pomeriggio di giugno.

«A te piacerebbe avere dei cuccioli, vero Kacchan?» chiese flebile l'Omega.

«Sì, certo. Ma rispetto il tuo volere. Io sono felice con te e mi basti tu».

Il cuore del più minuto si incrinò un po'. Le lacrime che gli annebbiavano già la vista rimasero bloccate sotto le palpebre e le lunghe ciglia. Izuku sospirò: non aveva più fame ma solo voglia di coccole.

«Non ho l'istinto materno, Kacchan e non ho desiderio di mettere al mondo dei cuccioli».

«Lo so. In più siamo gli Hero più forti dell'intero Giappone e abbiamo molte responsabilità addosso» rispose il biondo, che lo stringeva la petto. «L'ultima cosa che vorrei è mettere la nostra famiglia nel mirino di qualche bastardo malintenzionato».

Izuku sorrise ma non si sentì meglio.
Il suo Omega Interiore a volte sospirava, altre volte lo rendeva dubbioso, in altre gli mostrava nei sogni lui con un cucciolo tra le braccia. Nel cuore della notte, il giovane si svegliava sudato e spaventato, con il cuore il gola.
Portava la mano sulla pancia, guardava Katsuki al suo fianco e baciato dai raggi bianchi della luna... e sospirava, distrutto emotivamente. Da un lato sapeva che sarebbe stato futile mettere al mondo un cucciolo che di certo non avrebbe saputo realmente amare, dall'altro si sentiva un fallimento in quanto Omega.

«Tra un paio di settimane torneremo a casa. Endeavor mi ha inviato una mail: non ci sono più tentativi di attacco a quest'isola per le miniere d'oro subacquee».

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