Super-soft DekuBaku: L'Ultimo Regalo

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Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, solo non così presto. Izuku nascose la lettera con lo stemma dell'Esercito dentro un cassetto di un mobiletto all'entrata della casa in cui conviveva con il suo splendido Omega Katsuki.

L'Alpha dagli occhi verdi gettò un'occhiata allo zaino giallo dove dentro si muoveva un'adorabile palla di pelo grigia e bianca.

«Gli farai compagnia fino al mio ritorno» sorrise a bassa voce.

Izuku si sfregò le mani con energia: era il momento di unire il suo ultimo regalo e Katsuki. L'Omega era seduto in salotto a guardare un film d'avventura. Era così carino, con la coperta di pile sulle spalle e lo sguardo liquido per chissà quale pensiero.

«Kacchan, potresti chiudere gli occhi e venire con me un momento?».

Il biondo sollevò un sopracciglio alle parole del compagno alto e muscoloso. Lui, al cospetto, era un fuscelletto androgino con l'unico pregio di avere un carattere esplosivo.

«Sto guardando il film, non puoi aspettare?».

Izuku che faceva capolino solo di testa alla porta entrò totalmente. Sorrise maliziosamente allo sguardo voglioso che gli diede l'Omega con una rapida occhiata all'intero corpo.

«E' importante».

Katsuki sbuffò. «Volevi che chiudessi gli occhi?».

«Sì, per favore».

Izuku gli agitò la mano dinanzi agli occhi. Bene: Katsuki non poteva vedere! Gli prese dolcemente le mani tiepide e lo guidò fino all'entrata.

«Rimani qui fermo e non sbirciare» gli ricordò solenne l'Alpha dai capelli verdi.

«Sì, cazzo ma tu sbrigati che non voglio rimanere a fare lo stoccafisso!».

Izuku rise e il più silenziosamente possibile aprì la cerniera dello zaino. Quando mise tra le mani di Katsuki la palla di pelo curiosa, il suo cipiglio incazzato mutò in un'espressione cieca e curiosa.

«Puoi aprire gli occhi».

Un gattino dalla pancia bianca e il manto grigio con meravigliosi occhi verdi gli miagolò dolcemente. L'Omega lo ammirò a lungo, tenendolo infine al petto come il tesoro più prezioso del mondo.

«Questo gattino ti terrà compagnia».

«Compagnia? Che intendi di-».

Le parole di Katsuki morirono: Izuku teneva la lettera tra due dita e guardava amaramente il pavimento. L'Omega la lesse velocemente, poi guardò il suo compagno e infine il micetto senza nome.

«Devi proprio?».

Izuku inspirò a fondo ed annuì. Katsuki era improvvisamente devastato. Si abbracciarono dolcemente.

«Cerca di tornare, hai capito?».

Il verdino gli scoccò un bacio sui capelli, poggiando su il mento. «Lo farò»...


***


Chissà che faccia avrebbe fatto.

Katsuki si abbassò la maglietta ma non senza lisciarsi il ventre rotondo. Il giorno dopo che Izuku era partito su un furgone militare e per lui era stato impossibile trattenere le lacrime, il suo dottore l'aveva chiamato.

«Congratulazioni! Sei incinto, Katsuki!».

Al pensiero dolce, il biondo si sollevò di nuovo la maglietta per guardarsi la pancia. Il suo riflesso nel lungo specchio verticale non mentiva ma lui voleva accertarsene lo stesso. Il gattino ormai più grande gli fece le fusa contro un polpaccio.

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