KiriBaku: Valentine's Crepe

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L'aria di marzo era particolarmente fredda, il vento a tratti soffiava e spostava via le gonfie nubi un po' sporche di grigio.

Un gran fermento riempiva i corridoi della scuola, le strade commerciali di Mufutasu e perfino le agenzie dei Pro Hero.

Katsuki Bakugo, terzo anno del Liceo U.A. non amava particolarmente le ricorrenze e riteneva che il giorno di San Valentino fosse una festa inutile, rivolta a far spendere inutilmente dei soldi per creare qualcosa di dolce.

Mentre giocherellava con la penna, osservava svogliatamente i compagni di classe e i loro coloratissimi pacchettini con tanto di fiocchetti e gattini. L'unica cosa buona erano proprio i mici che a lui tanto piacevano.

Katsuki sbuffò improvvisamente a una sferzata fin troppo forte di cioccolato scadente con troppo zucchero. Alle sue spalle, Ochako guardava con gli occhi stellati Tenya addentare un cioccolatino che assomigliava solo vagamente a un cuore.

Con molta difficoltà, il viso del futuro Pro Hero Ingenium passò dal disgusto allo shock e infine a un sorriso tirato.

— Com'è?

Tenya s'inchinò con la stessa flessibilità di un robot, stava già tremando per quella bomba di zucchero che si espandeva nello stomaco. 

— Squisito! Accetto con piacere i tuoi sentimenti, Uraraka-san!

Faccia Tonda per la gioia e l'emozione si mise a volteggiare a mezz'aria, sui banchi, con il paonazzo viso nascosto nelle mani. Mina la incitava, Denki prendeva in giro Tenya che nonostante sarebbe morto per diabete era contento.

Katsuki tornò a fissare la lavagna, questa volta i suoi occhi avevano un barlume di interesse. Che cosa significava effettivamente dare dei cioccolatini fatti in casa a una persona? Non bastava parlare apertamente dei propri sentimenti?

— Ah, Bakugo tu non hai ricevuto proprio niente!

Katsuki ignorò il tentativo di Minoru di istigarlo sul fatto che lui - per pura pietà - aveva ricevuto un misero sacchettino di biscotti e cioccolatini. Pazza o pazzo chiunque glieli avesse dati.

Dalle vetrate del corridoio gli alberi secolari frusciavano appena, in basso i cespugli assomigliavano ad animali impazziti pronti ad uccidere il primo malcapitato. Katsuki fece una smorfia, non sarebbe stato male vedere qualcuno morto sgozzato!

Le comparse parlavano e ridevano ma per lui sembravano solo forme vuote, senza suoni né colori. Il suo mondo era un ammasso di grigio e bianco. S'accendeva dell'arancio delle sue esplosioni solo durante le pattuglie o i combattimenti, poi si spegneva e così anche le sue emozioni.

Il giovane di diciannove anni non si accorse mai di Eijiro in fondo alle scale che lo aveva guardato salire verso il terrazzo. Forse era meglio evitare...




Katsuki si gustava un panino al vapore ripieno di carne. 

Era saporito e riscaldava piacevolmente i polpastrelli delle sue dita che facevano rumoreggiare l'involucro di carta color azzurrino. L'aveva preso a un piccolo chiosco del parco. Di solito non si accingeva a comprare e a mangiare qualcosa di fatto in mezzo allo smog ma non aveva potuto dir di no alla sua improvvisa voglia di qualcosa di vagamente salato. 

Quel panino non aveva granché sapore ma gli andava bene.

— Bakugo!

Katsuki si voltò curiosamente proprio mentre dava un altro morso all'invitante cibo. 

La maestosità del liceo faceva da sfondo all'orizzonte e le nubi biancastre del primo pomeriggio si riflettevano nelle vetrate. La sua espressione annoiata s'accese di lievissimo interesse alla testa rossa che gli avvicinò. 

Eijiro cercò di dire qualcosa tra profondi respiri, nella mano sinistra capeggiava una succulenta crepe al cioccolato, panna e fragola.

Forse avrebbe dovuto preferire del dolce al salato... Katsuki sbuffò appena. Dannata voglia di salato e dannato anche Capelli di Merda che gli aveva fatto arrivare nel naso un aroma così saporito!

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