Izuku Midoriya era un ragazzo molto semplice, gentile e avrebbe fatto qualunque cosa per vedere un sorriso o semplicemente per regalare una gioia, che fosse stato il suo Katsuki o un amico o anche un civile. Aveva sua madre, un Quirk importantissimo passatogli dal suo mentore All Might, il suo ragazzo biondo e tantissimi amici.
Non avrebbe potuto desiderar di meglio.
L'unica cosa che non apprezzava era qualche scherzo di pessimo gusto, soprattutto quando non sapeva come reagire e diventava paonazzo, con gli occhi lucidi e incapace di formulare parole di senso compiuto.
Erano rare, tuttavia, quelle occasioni in cui si sentiva un perfetto stupido e di voler sprofondare otto metri nel terreno.
Izuku guardò nuovamente il suo cellulare: erano quasi le sedici e trenta e sebbene fosse in pieno Luglio il cielo si era talmente oscurato e l'aria rinfrescata da sembrar imminente la fine del mondo.
Era uscito per una commissione e si era lasciato attorniare dai suoi fan, la maggior parte ragazze e qualche bambino che gli aveva chiesto, o meglio urlato, di venir preso e messo a cavalcioni sulle spalle. Un qualcosa di venti minuti si era trasformato in circa un'oretta e mezza.
Scosse il capo, raggiunto il cancelletto dell'appartamento dove conviveva da tre anni con Kacchan e salì frettolosamente i dieci gradini per raggiungere prima il pergolato dove avevano un tavolino con delle sedie in plastica bianca, fiori sparsi qui e lì e la porta d'ingresso accanto a un bellissimo lucernario tutto decorato a mano.
Erano fiori in stile acquerello con una rondine dal piumaggio azzurrato. Quando si accendeva la luce il pergolato sembrava immerso come in una sfumatura acquatica meravigliosa.
"Ehi, Midoriya!".
Deku per poco non inciampò nei suoi stessi piedi, spaventato dalla voce improvvisa. Non aveva notato Eijiro seduto sull'altalena che si stagliava contro la tenda da sole calata giù, visto che la mattinata era stata piuttosto afosa.
"O... oh, ciao Kirishima-kun" si affrettò ad aggiungere. "Da quanto sei qui?".
"Giusto qualche minuto. Ho provato a chiamare Bakugo ma non mi ha risposto".
"Eppure dovrebbe essere in casa, la porta non è chiusa a quattro mandate" rivelò il verdino, infilando e rigirando una sola volta la chiave nella tasca del suo pantaloncino di jeans. Entrò, facendo cenno al rosso di seguirlo. "Kacchan dovrebbe essere nel suo studio. Io intanto vado a sistemare la spesa. Fai come se fossi a casa tua".
"Grazie" rispose gentile Eijiro, salendo al piano superiore.
Sentì dei mormorii in camera da letto e si trascinò canticchiando lì, bussando un paio di volte. Ricevette un mormorio stufato che non comprese ma entrò, richiudendo subito la porta dietro di lui. Kacchan era seduto sul letto, parlando a cellulare. Gli fece cenno di sedersi accanto a lui con un cenno della mano, per poi salutare e concludere.
Abbandonò il cellulare rosso sul comodino alla sua destra.
"Beh, non mi avevi risposto" iniziò casualmente Eijiro.
"Ero impegnato in una conversazione con Bastardo a Metà. Dobbiamo abbiamo una riunione per i bilanci dell'ultimo trimestre sul crimine di Kamino e Musutafu" spiegò svogliatamente. "Ti avrei richiamato".
"Oh, non fa nulla" cinguettò l'altro, distendendosi sul letto. "Ho incontrato Midoriya prima, stava sistemando la spesa".
Kacchan lo guardò senza alcuna espressione. Il rosso si girò a pancia in giù, le mani raccolte per sostenere il suo mento e un'espressione molto divertita, tanto da fargli brillare gli occhi.

STAI LEGGENDO
UnderWorld
FanfictionWelcome to the UnderWorld è una raccolta di One-Shot dove racconto ciò che mi viene in mente. Vi porto con me nel mio mondo di fantasia, con una storia auto-conclusiva su ogni mia Ship preferita. Warning: Di tutto e di più!