"Mi dia un bouquet di fiori blu, grazie".
Il ragazzo di poco più di diciotto anni annuì e iniziò a preparargli quanto richiesto cercando di non guardare la banconota di grosso taglio che sventolava tra le dita del giovanissimo uomo dinanzi al suo modesto chiosco.
"Tenga pure il resto" rispose infine quest'ultimo, quando prese il bouquet finito con un bel fiocco bianco.
"Ma... i fiori vengono circa cinque dollari" osò contraddirlo il giovane.
L'altro, di spalle lo guardò semplicemente e sorrise, andando via, verso il centro dove risiedeva un importante ospedale all'avanguardia.
Il ragazzo osservò la banconota da cinquanta dollari prima di strofinarsi gli occhi: di sicuro non era un sogno. Si inchinò leggermente, anche se dell'altro non c'era già più traccia e sorrise dolcemente. Non capitavano tutti i giorni uomini così galanti e gentili.
"Chissà per chi sono quei fiori" pronunciò, guardando il cielo cristallino di un ancora piuttosto mite novembre.
E intanto il giovane uomo con passo lento e cadenzato si portava verso l'accesso dell'ospedale, raggiungendo con calma la reception dove tre infermiere lavoravano fra i pc e i telefoni presenti sul bancone.
"Buongiorno" salutò educatamente.
Le tre morette sollevarono gli occhi, rimasero abbagliate da quegli occhi rubini che spiccavano sotto il basco castano: quel giovane uomo era così bello anche in un outfit casual. Non era la prima volta che lo vedevano, anzi, era un assiduo frequentatore dell'ospedale e per la precisione della stanza 305.
"Buongiorno, Bakugo-san" salutò la moretta più bassa, arrossendo un po'. "Può andare a trovarlo. Avrà già finito i suoi esami di routine".
Katsuki ringraziò con un piccolo cenno del capo, portandosi e sparendo dietro le porte argentee di un ascensore libero. Selezionò il nono piano e aspettò, gettando di tanto in tanto occhiate rapide ai fiori che stringeva e al suo riflesso nell'ampio specchio alle sue spalle.
Oggi aveva scelto un outfit molto semplice che gli stava anche comodo; un paio di jeans, una polo nera e una giacca bianca con cappuccio e pelliccia. Portava ancora le sue solite Nike aranciate e nere anche se non c'erano in programma allenamenti di basket.
In realtà giocare senza di lui non aveva più così importanza.
Le porte dell'ascensore interruppero i suoi pensieri: Katsuki uscì lentamente sul corridoio che odorava tremendamente di medicinali e si portò quasi alla fine, trovando la porta desiderata. Sul muro, accanto alla maniglia, spiccava il numero della stanza e il nome del paziente.
Bussò un paio di volte, poi entrò.
"Buongiorno, Kacchan! Oggi sei in anticipo!".
L'altro fece un cenno con il capo richiudendo la porta; gli porse i fiori con un piccolo sorriso cercando di non guardarlo troppo.
"Sono venuto al solito orario".
"Sono meravigliosi. Grazie Kacchan, sono dei fiori così belli e profumati!" sorrise Izuku, accarezzando distrattamente qualche petalo.
Kacchan li prese per poterli sistemare in un vaso vicino al comodino. Infine, si sedette su uno sgabellino di ferro accanto al letto di Izuku Midoriya.
"No, sei venuto dieci minuti prima. Ma va bene, sai che mi fa sempre tanto piacere vederti" continuò il verdino guardandolo.
"Come vanno le cose?" chiese il biondo, dopo qualche attimo di silenzio.

STAI LEGGENDO
UnderWorld
FanficWelcome to the UnderWorld è una raccolta di One-Shot dove racconto ciò che mi viene in mente. Vi porto con me nel mio mondo di fantasia, con una storia auto-conclusiva su ogni mia Ship preferita. Warning: Di tutto e di più!