Soft Story: L'Amore di una Madre

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Per Mitsuki il tempo si era come fermato.

Tutti i giorni compieva azioni che erano divenute meccaniche. Si alzava, lavorava come Interior Designer, cucinava e puliva casa e alla sera attendeva suo marito Masaru, brillante avvocato.

Si scambiavano baci, mangiavano insieme e si tenevano abbracciati dal calar delle tenebre fino alla nuova alba.

Un pezzo del suo cuore si era cristallizzato, le sembrava che l'altro invece si fosse potuto fermare da un momento all'altro.

Era accaduto solo un mese prima...


Settimane addietro...

«Mamma, stiamo andando al luna park e allo zoo?».

I coniugi Bakugo intenti a sistemare alcuni zaini nell'auto gli avevano sorriso dolcemente. Katsuki era un bambino fin troppo vivace e intelligente per avere appena otto anni. Era il primo della sua classe e sapeva svolgere a mente conti molto complicati.

«Certo tesoro» la signora Bakugo gli fece una carezza al viso. «Una promessa è una promessa».

Il bambino sollevò le braccine all'aria, in un pugnetto stringeva un peluche a forma di delfino tutto azzurro che aveva chiamato Limur.

Mitsuki poi si rivolse a suo marito. «Abbiamo preso tutto, vero?».

«Certo, cara. Dobbiamo solo partire e passeremo una splendida domenica tutti insieme».

Mentre i due controllavano per l'ultima volta che tutto fosse stato preso, Katsuki lanciò con un po' troppa forza Limur in aria. Il peluche non era eccessivamente pesante, a una folata improvvisa di vento volò per qualche attimo per il gran stupore del piccolo ed atterrò nel bel mezzo della strada.

Il bambino guardò prima i suoi genitori, poi il villino e infine la strada dinanzi a sè. Non sarebbe mai potuto andare a divertirsi senza il suo adorato Limur!

Corse velocemente, afferrando strettamente il suo peluche che per fortuna non si era neanche sporcato.

Accadde tutto troppo in fretta...

Una moto che correva a gran velocità si scontrò con il bambino intento a coccolare il suo adorato pupazzo. Lo scontro fu tremendo, Katsuki volò prima in aria e poi rotolò più volte sull'asfalto, senza più muoversi.

La signora Bakugo cacciò un urlo così forte che tutti i suoni improvvisamente smisero di esistere. Il motociclista scese dalla moto, si tolse il casco e s'inginocchiò dinanzi a Katsuki con orrore.

«M-mi dispiace...!».

Masaru, nonostante la mente scombussolata, fu l'unico abbastanza lucido da chiamare l'ambulanza...


Presente...

Fu un bacio alla guancia di Masaru a risvegliare Mitsuki dal suo torpore. Lei si stiracchiò un po' e scoprì di avere le guance bagnate di lacrime.

Quella casa sembrava più grande e fredda che mai...

Sotto le mani della donna c'era Limur. Era lentamente divenuto il suo piccolo barlume di speranza in quegli infiniti giorni. Masaru le portò il capo sulla spalla e la lasciò prendere il suo tempo perchè sapeva che Mitsuki voleva dire qualcosa.

Lo aveva capito dai suoi occhi vacui e lontani.

«Si sveglierà mai dal coma?» sussurrò dopo pochi attimi.

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