Pov's Tini.
Okkey, è ora di pranzo, ma non ho poi così tanta fame così mangio solo un pezzo di cotoletta. Ora non resta che passare questo pomeriggio. Cosa potrò fare? Lo so. Il mio amato libro. Lo prendo e mi distendo sul letto, lo apro e inizio a leggere il prossimo capitolo, quello più interessante, chissá cosa succederà, ormai manca poco per finirlo ed io sono curiosissima. Ora mi sono dimenticata della realtá, ora vivo in quelle pagine, ora io sono Elizabeth; la protagonista.
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Pov's Jorge.
Hahahhahaha, quest'adrenalina sta perdendo effetto e deve perderlo, ora ho pranzo e i miei non possono vedermi così.
Io:Diego, a te sta passando?
Diego:Sì, menomale, i tuoi cosa avrebbero pensato?
Io:Giá, scendiamo a mangiare?
Diego:Ovvio.
Apro la porta e scendo giù.
Mamma:Tesoro. Ehi, Diego.
Io:Mamy, Papy, Nonna, Nonno.
Diego:Buongiorno signori Blanco.
Nonna:Tesorino della nonna, come stai?
E mi strizza le guance con le sue mani attempate, come sempre,odio quando fa così. Prende le mie guance per plastichina.
Nonna:Oggi, abbiamo un pranzetto leggero, pasta al sugo, fettina di carne; patatine fritte, anguria e torta al cioccolato.
Io e Diego ci guardiamo, con sguardo da tipo 'voglio morire'. Ma poi, quasi stranamente, mangiano tutto, il mare fa venire tantissima fame. Dopo aver mangiato, ce ne saliamo sopra e giochiamo per tutto il pomeriggio nella sala giochi, è stupendo giocarci, ma soprattutto vincere.
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Pov's Tini.
È arrivata ora. Sono le otto. Gli ospiti saranno qui da un momento all'altro. Chi saranno mai? Mi guardo per un'ultima volta allo specchio, mi aggiusto meglio i capelli e il trucco, poso il libro nel mio 'cassetto delle cose importanti' e vado da mia madre. Lei, come sempre, è agitatissima, ha fatto una tavola imbandita di ogni prelibatezza, sta cucinando da due giorni, non si può fare! Bussano al campanello.
Mamma:Saranno loro, oh Dio, oh Dio.
Si toglie il grebiulino e lo piega delicatamente e ordinatamente, posandolo in un cassettino.
Mamma:Come sto? Come sto?
Io:Bene bene, mamma, stai tranquilla.
Mamma:Sì, hai ragione.
Mia madre va ad aprire ed io con una frittella d'alghe tra i denti mi accomodo sul divano. Entrano due persone, di mezza etá, di bell'aspetto, io educatamente li saluto, anche se non mi ricordo minimamente di loro.
Xx:Ciao Martina! Come stai? Come sei cresciuta! Sei bellissima.
Io:Mhh, grazie mille.
Xx:Hahah, hai ragione non ti ricorderai di me, comunque io sono la signora Blanco, Cecilia Blanco e lui mio marito Raphael, Raphael Blanco.
Io:hahah, okkey, piacerissimo.
Signor Blanco:Piacere nostro.
Ad un certo punto vedo entrare dalla porta altre persone, ma quant'è grande sta famiglia? Si avvicinano due ragazzi, ehi ma...aspetta. Jorge! No. No. No. No. No. No. No. Non può essere. Non può. Non può.
Signora Blanco:Martina, lui è mio figlio Jorge e lui è un suo amico Diego, vi troverete bene.
Jorge:Ehi, Martina, piacere. *con sguardo malizioso*
Io rimango a bocca aperta, non so cosa dire, sono morta di paura, cosa faccio ora? Cosaaaa?.
Mamma:Tesoro, vai in camera con i ragazzi.
Sì, ci mancava solo questa, in camera con loro. Sola. Con loro. Con loro. Sola. Aiutooo.
Io:S-sì..
Me ne vado in camera senza far caso se loro stessero venendo o no e mi chiudo in bagno.
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Pov's Jorge.
Sono arrivato a casa di questi 'amici' e ho avuto una bellissima sorpresa, quella ragazza, Martina, hahah, lei vive qui. Fantastico. Ora sono in camera sua; con Diego, si è chiusa in bagno. La sua camera è abbastanza spoglia, ci sono libri dapperttutto, un piccolo armadio, una piccola scrivania e un letto. Non fa proprio al caso mio.
Io:Ehi, piccola, che fai? Non esci? Ci divertiremo.
Non risponde.
Diego:Dai, escii, c'è anche la biondina?
Non risponde.
Bah, questa ragazza è un mistero.
Angolo autrice.
Vi piace? So, è un po' corto, ma non ho abbastanza tempo e vi voglio lasciare sulle spine. Ora come fará Tinita?
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#DeaTinista03.
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Jortini||•Gli opposti si attraggono.•
FanfictionMartina e Jorge, completamente diversi l'uno dall'altra, si incontreranno, si innamoreranno, non sapranno come, non sapranno perchè, sapranno solo che non potranno più fare a meno l'un dell'altra.