Pov's Jorge.
Mi girai e me ne andai, lasciando qualche occhiataccia a Ruggero, che intanto, si vedeva ad un miglio di distanza, flirtava con Martina. Ma ora basta Jorge, basta.
I miei amici erano appena arrivati ed erano immensamente entusisti nel vedere una spiaggia di Miami. Sicuramente, non ne avevano mai visto una del genere.
Samu:Dai, andiamo a fare il bagno ragazzi!
Facu:Sì, prendo il pallone.
Diego:Jay, vieni?
Io:No, ragazzi non mi va
Facu:Blanco, che hai? Sei strano.
Io:Non sono di buon umore, andate voi.
Samu:Vabix.
Prendono la rincorsa e come dei bambini si tuffano in acqua.
Io ho passato la mattinata sotto l'ombrellone a guardare Martina, che intanto si divertiva con i suoi amici. Forse è così, forse senza di me, tutto è migliore, forse devo smetterla di stare con lei, sì, forse è proprio così.
Decisi di non farmi prendere dalla malinconia, e iniziai a divertirmi con gli altri, nonostante il sorriso di Martina continuava a tormentarmi e la cosa che più mi dava fastidio è che quello non era causato da me, ben sì, da un altro ragazzo.
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Pov's Tini.
[...]Sono passati alcuni giorni dall'ultima conversazione che ho avuto con Jorge. Lui è cambiato. È di nuovo come l'ho conosciuto. Non mi cerca più e forse si è stancato di me. Intanto, io mi sto sempre più avvicinando a Ruggero, lui è dolce, mi capisce, è il ragazzo perfetto, peccato che la perfezione non faccia al caso mio. Proprio tra qualche minuto ho un appuntamento con quest'ultimo, andiamo in cittá, ha detto che ha una sorpresa per me. Ho indossato dei jeans attillati, strappati e una semplice t-shirt con una scritta in inglese. Converse, poco trucco, coda alta e fatto.
Sto giocherellando con il mio cuscinetto, quando sento vibrare il mio cellulare, se così si può definire. È un messaggio, da parte di Ruggero:《Principessa, scendi》
Non me lo faccio ripetere due volte e prendo la mia tracolla, dove infilo telefono e portafoglio.
Io:Mamma, esco.
Scendo giù velocemente ed ecco che quel ragazzo dolce si presenta ai miei occhi, tanto carino.
Io:Come ci arriviamo in cittá?
Ruggero:Con il mio motorino, princess.
Io:Motorino?
Mi soffermo un secondo con la bocca spalancata. Io ho il terrore del motorino.
Ruggero:Sì, hai paura?
Io:Mmh..n-no.
Ruggero:Stai tranquilla, ci sono io.
Quelle parole non riuscivano a rassicurarmi, cosa che invece con Jorge accadeva. Ma, aspetta. Perchè mi ritrovo a pensare a Jorge?. Bahh, sono settimane che non lo sento e non lo vedo, si è dimenticato di me.
Ecco la moto di Ruggero, molto bella devo dire, mi fa mettere il casco e mi invita a sedermi dietro di lui. Iniziai a piagnucolare, stringendomi alla camicia che il ragazzo indossava, stavo quasi per spogliarlo.
Ruggero:Ehy, bimba, calmati.
Non ho la forza di rospondergli, ho troppa paura. Inizia a correre sempre di più. Ed io sto per avere un attacco di panico.
Io:Ruggero, rallenta, perchè corrì così?
Ruggero:Perchè voglio che tu mi stringa.
Mi fece sorridere, ma non riuscì a farmi dimenticare il trauma che stavo vivendo.
[...]Finalmente il 'giro del terrore' è finito. Siamo arivati in cittá. Scendo dalla moto,tolgo il casco e inizio a barcollare, asciugandomi le lacrime che rigavano il mio viso.
Ruggero:Ehy, principessa, non è successo niente, calmati.
Mi avvolge a sè e mi accarezza dolcemente la guancia. Riesco a tranquillizarmi e mi aggiusto i capelli schiacciati dal casco.
[...]Abbiamo passato una bella mattinata. Mi sono divertita, lui è davvero troppo carino. La sorpresa che mi aveva fatto era la cosa più cucciola che un ragazzo abbia mai fatto. Aveva scritto su un muro della cittá:'Martina è la mia principessa.-R'. Ma tutto ciò non cambia il fatto, che Jorge mi manca, da morire.
Lui mi ha fatto del male. Ma mi piace. E sono sicura, che dietro quella corazza, c'è ancora quel ragazzo che conoscevo io.
Vado in spiaggia, per riconciliare le idee, ovviamente con il mio libro. Sento una voce familiare. Mi giro d'istinto e ritrovo Jorge. Con due ragazze che gli ronzano attorno. Lui sta gridando con un ragazzino, perchè gli aveva colpito la gamba con il pallone. Il piccolo scoppia in un pianto e corre via spaventato. Decido di intervenire, anche se impaurita per ciò che potrebbe accadere, lui non è più come prima.
Io:Jorge! Ma che fai?
Jorge:Ah, tu sei? Ah, giá Martina, la ragazzina principessina.
Io:Ma cosa ti è successo?
Jorge:Niente,sto benissimo.
Io:Non eri così prima.
Fece spallucce.
Non capivo davvero, cosa gli fosse successo.
Mi girai e corsi via. Decisi di andare nel 'posto segreto'. Proprio nel posto dove mi portava lui. Dove era dolce e tanto carino. Era un modo per sentirlo più vicino. Mi accasciai sotto la stessa querce dove facemmo il pic-nic e iniziai a pensare ai momenti belli trascorsi con lui.
Dopo poco sentii dei passi, alzai lo sguardo, era lui. Mi snobbò e se ne andó nel capannone, o per meglio dire, stalla. Anch'io non lo pensai e mi riavvolsi nei miei pensieri, quando all'improvviso sento qualcosa punzecchiarmi la caviglia. E tutto ad un tratto vedo nero. Brucia da morire, guardo anche se appannato la mia gamba, era un'ape ciò che mi aveva punto. Bruciava da morire e scoppiai in un pianto.
Jorge, se ne accorse poco dopo, perchè indossava le cuffiette. Appena mi vide corse direttamente, buttando tutto quello che aveva per terra.
Jorge:Martina, che succede?
Si buttò a terra, affianco a me.
Io:Jorge, un'ape mi ha punta, mi fa male la caviglia.
Dissi singhiozzando tra ua lacrima e un'altra che solcavano il mio viso.
Jorge:Non ti preoccupare, ora ci sono io.
Io:Aiutami.
Mi prese in braccio, come una principessa ed io appoggiai la mia testa sui suoi pettorali. Correva tantissimo ed io sentivo il vento arrivarmi in faccia.
Eravamo a casa sua, mi ritrovai sul suo letto, e delicatamente con la pinzetta mi tolse il pungiglione che l'orrido insetto aveva lasciato.
Medicò la ferita che era rimasta e ci applicó un cerotto.
Ero ancora stesa sul suo letto e sentii il bisogno di alzarmi, non ero a mio agio, avevamo interrotto i rapporti ed in più lui mi faceva paura.
Mi alzai di scatto, intenta ad andarmene, ma lui mi bloccò, era seduto accanto a me.
Jorge:Ferma, Martina.
Io:Cosa vuoi ancora?
Jorge:Nemmeno un grazie per averti curato?
Io:Beh, grazie.
Jorge:Prego.
Io:Perchè?
Jorge:Cosa?
Io:Perchè sei cambiato?
Jorge:Io sono così.
Io:No, con me non lo eri.
Jorge:Senza di me è meglio.
Io:No. È peggio. Mi manchi.
Non mi resi conto delle parole che avevo appena pronunciato e mi pentii subito di averle dette.
Jorge, abbassò lo sguardo e sfoderò un piccolo sorrisino compiaciuto.
Jorge:Anche tu mi manchi.
Arrossii, come una babbea.
Io:Perchè non mi hai più parlato?
Jorge:Perchè pensavo non lo volessi.
Sorrisi.
Io:Pensavo la stessa cosa.
Jorge:Ora stai con Ruggero?
Io:N-non lo so.
Jorge:Beh, auguri.
Il suo sguardo si rattristò ed io ebbi il coraggio di prendere il suo volto tra le mani, lo guardai dritto negli occhi. Anche lui mi avvolse il viso con le sue mani morbide e calde.Angolo autrice:
Che accadrà?
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#DeaTinista03.
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Jortini||•Gli opposti si attraggono.•
Fiksi PenggemarMartina e Jorge, completamente diversi l'uno dall'altra, si incontreranno, si innamoreranno, non sapranno come, non sapranno perchè, sapranno solo che non potranno più fare a meno l'un dell'altra.