Capitolo 34.

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Pov's Jorge.
Siamo troppo vicini, il mio povero cuore non può resistere. Decido per una volta, di farmi trasportare dalle emozioni, dai sentimenti e non pensare alle conseguenze. Chiudo gli occhi e schiudo le labbra, mi avvicino in cerca di Martina, ma questa pochissima distanza che ci separa non finisce mai e le sue morbidissime labbra sembrano non arrivare mai. Mi avvicino fino a quanto il tavolo me lo permette, esso mi da fastidio e non mi fa proseguire, così apro gli occhi.
Mi ritrovo Martina appoggiata allo schienale della sua sedia, con un sorrisino compiaciuto e le sopracciglia inarcate. Si avvicina per un attimo e penso che voglia farsi perdonare, ma quando mi da un piccolo schiaffetto sulla guancia, capisco che mi sbagliavo. Mi arrendo e mi ricompongo sulla seggiola, visibilmente imbarazzato. Non capisco cosa le sia preso, ma non riesco a domandarglielo. Per fortuna, dopo pochi secondi parla da sola.
Martina:Pensavi davvero di baciarmi? Dopo tutti quei 'siamo amici' che mi ripeti?
Ha ragione, ma io non ci posso fare niente. Mi massaggio la nuca, abbassando lo sguardo alle mie Converse rosse. Ora che ci penso, indosso questi vestiti da tutta la notte, dovrei cambiarmi. A risevagliarmi da i miei pensieri,è Martina che continua a sostenere la sua teoria.
Martina:Giá l'hai fatto una volta, non permetterò che lo farai di nuovo.
Non so che dire. Se le dico che non siamo solo amici si arrabbierá, se invece le dico il contrario scapperá. L'unico cosa che mi viene in mente è una, una specie di via di mezzo.
Io:Scusami.
Sembrava divertita mentre parlava, ma ora si lascia rimbalzare sullo schienale della sedia, perdendo ogni vena di sorriso che c'era in lei. Mormora delle cose, che quasi faccio fatica a sentire.
Martina:Ah, scusami. Certo, scusami.
Odio quando fa così. Non la capisco proprio.
Io:Ma che altro devo dire?
Inizio ad alteralmi.
Martina:No, niente Jorge. Niente proprio.
Si capisce da un miglio che è ironica.
Io:Senti, quando ti sei risolta i tuoi complessi, io sono vicino la macchina okkey?
Prendo cinque euro dalla tasca e li lascio sul tavolo per pagare le cose che abbiamo consumato. Giro le spalle e sbattendo i piedi a terra forte, mi dirigo nel parcheggio. Mi appoggio alla mia macchina e mi accendo una sigaretta, aspirando bene il fumo, per calmarmi. Dopo poco vedo la mia bella, che con l'espressione ancora corrucciata, ma più dolce di prima, corre velocemente verso la macchina.
Io:Ti sei calmata?
Non dice niente, entra semplicemente nell'auto, sbattendo la portiera. Entro anch'io e alzo il volume della radio per sovrastare l'assordante silenzio.
Martina:Portami a casa, Jorge.
Io:È dove ti stavo portando, Martina.
Posso sembrare scortese, che la stia portando lì per sabarazzarmi di lei, ma in veritá la sto portando a casa, perchè è stata tutta la notte, pettinata, truccata, vestita e con dei tacchi da quel che si vede, insopportabili.
Arriviamo difronte il suo palazzo e mentre lei scende dall'auto, non rivolgendomi la parola, la blocco per un braccio e lei si gira bruscamente.
Martina:Che vuoi?
Io:A che ora vengo a prenderti per andare da Lodovica?
Martina:Alle 18:00, viene anche Mercedes.
Io:Vabene. Ciao pricipessa.
Le sorrido, ma lei non ricambia ed esce dalla macchina, entrando a casa sua. La vedo scomparire tra le varie scalinate, non mi preoccupo che si affacci dalla finestra, so che non lo fará, è arrabbiata e non la biasimo, dopotutto. Faccio retromarcia e me ne torno a casa, con mio grande dispiacere.
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Pov's Tini.
Mi ha fatto davvero arrabbiare. Perchè fa tutto questo? Per confodermi? E se fosse tutto un gioco? Insomma, ora torna tutto. Perchè un ragazzo bello, ricco, giá destinato, si interessa di una ragazza come me? Che è completamente l'opposto di lui. Ma ora non ci voglio pensare. Basta. Ora penso a Lodovica. Apro la porta della mia casetta e quando entro una mamma preoccupata mi accoglie all'entrata.
Mamma:Tesoro mio, come stai? La tua amica? Mica ti è successo qualcosa?
Mi abbraccia quasi strangolante e quando finalmente mi lascia mi interroga. È così fastidiosa a volte, ma rimane la mamma migliore.
Io:Mamma, sto benissimo, tranquilla. La mia amica, sta guarendo, è tutto apposto, vado a fare una doccia.
Mamma:Vabene tesoro.
Vado in camera mia e butto il berrettino sul letto, sfilo le scomodissime scarpe e le lancio a terra. Riempio la vasca e mi immergo al suo interno, sentendo tutta la puzza odiosa dell'ospedale, che va via. Vado a fondo sino ai capelli, avvertendo il trucco sollevarsi dal mio viso, per tuffarsi nell'acqua. Esco e mi avvolgo dentro un bellissimo asciugamano, tornando in camera. Metto un jeans strappato alle ginocchia e una t-shirt rossa semplice. Asciugo velocemente i capelli e li lego in una crocchia spettinata, li sistemerò dopo. Mi stendo sul letto e tutti i muscoli indolonsiti si allungano, ci vorrebbe una bella dormita, ma non si può. Chiamo Mercedes, che risponde al primo squillo. Wow, vive con il cellulare in mano?
**a telefono**
Mechi:Ommioddio, Tini. Mi hai fatta preoccupare un casino, dov'eri?
Io:Scusami,Mer, ma è successa una cosa bruttissima. Vieni?
Mechi:Subito.
Attacchiamo e due minuti dopo, bussano alla porta. Vado ad aprire e la bella bionda entra in camera mia.
Ci sediamo sul letto, una di fronte l'altra e cominciamo a parlare.
Mechi:Allora? Dimmi tutto.
Io:Praticamente, Lodovica si è sentita male, perchè un maniaco le ha dato tanta di quella droga, che stava per morire di overdose. Per fortuna, l'abbiamo presa in tempo e ora è in coma. È fuori pericolo, io ho passato insieme a Jorge e stranamente Diego, tutta la notte con lei.
Vedo una lacrima solcarle la guancia e scendere sino alla bocca.
Mechi:Oddio, povera. Mi dispiace tantissimo.
Io:Anche a me. Oggi Jorge tornerá a prendermi alle 18:00 per riandare da lei, vieni anche tu?
Mechi:Ovviamente.
Ci abbracciamo e il suo shampoo alle ciliege, mi penetra nelle narici.
Mechi:Ma come mai Diego era lì?
Io:Non ne ho idea. Ce lo siamo chiesti anche noi.
Mechi: E con Jorge? Com'è andata?
Io:Non lo so. È stato gentile e dolce tutta la notte, ma stamattina a colazione, mi voleva baciare, ma l'ho fermato, ha sempre detto che siamo solo amici.
Mechi:Tini, ma non credi che stai facendo un po' troppo la dura?
Io:No, se ci tiene sul serio a me, accetterà i sentimenti che prova e non continuerà ad inventare scuse per mascherarlo.
Mechi:Come vuoi.
Io:Con Ruggero? Com'è andata?
Continuiamo il pomeriggio e gossippare e chicchierare. Aspettando solo le 18:00.



Angolo autrice:
Questo è un nuovo capitoloo. Non è un granchè, lo so. Scusatemi. Ma mi rifarò. Spero vi sia piaciuto.
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#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora