Capitolo 31.

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Pov's Tini.
Mi giro subito e vedo solo la rossa, bianca in faccia. Dietro di lei, c'è una folla accerchiata attorno a qualcosa da guardare. Ci sono tutti i nostri amici e sembrano tutti preoccupati, molto preoccupati.
Mi faccio spazio tra le persone, a bocca aperta, presenti e arrivo avanti, notando a terra una ragazza. Ella, è a pancia in giù, i capelli scompigliati davanti il volto e solo quando aguzzo di più la vista, capisco che quei lunghi capelli corvini, appartengono a Lodovica. Mi fiondo accanto a lei, scuotendola bruscamente. Grido, grido più forte che posso il suo nome, ma lei non risponde. La prima lacrima mi attraversa il viso, seguita da molte altre. Tra i lunghi singhiozzi, continuo a chiamarla invano.
Grido, mi accascio al suo fianco e continuo a piangere sonoramente.
Le voci della gente che mi contorna mi ronzano incessantemente nella testa.
Cande:Chiamo l'ambulanza.
Capisco solo questo e lì mi tiro su, capendo che tutto si può risolvere. Jorge si cala al mio fianco, accarezzandomi i capelli e sussurandomi dolcemente, comprendendo il mio schook.
Jorge:Piccola, vieni con me, ora arriva l'ambulanza e si sistemerá tutto.
Lo assecondo e cullata dalle sue massicce braccia, mi alzo, continuando a sgorgare piccole goccioline salate dai miei occhi. Jay, mi abbraccia, facendomi poggiare la testa sul suo petto e sento il suo cuore battere forte. Per quanto sia emozionata, per quanto abbia mille farfalle nello stomaco, non riesco a pensare altro che alla mia piccola Lodo. Se le capitasse qualcosa, non me lo perdonerei mai.
La mia amica, rimane lì stesa, le procurarono solamente un piccolo cuscino, in attesa del soccorso.
Pochi secondi dopo, si sentono schianti e urla rabbiosi, provenire dalla parte opposta del centro. Jorge si affaccia per vedere cosa stia accadendo. Mi prende per mano e tenendomi dietro di sè, si dirige sino a da dove provengono le urla. Ci sono due ragazzi, che si picchiano animatamente. Quello di destra, è seduto di sopra a quello di sinistra, riempendolo di pugni e schiaffi. Il ragazzo steso al suolo, è quasi moribondo, mentre l'altro ragazzo continua a torturarlo, con le nocche giá sgorganti di sangue, che però non sembrano pesargli. Solo adesso mi rendo conto, che il folle che sta picchiando, è Diego, l'amico di Jorge.
Quest'ultimo mi intima di fermarmi a qualche metro di distanza, mentre lui si avvicina ai due litiganti, cercando di separarli. Ma si becca un pugno da parte del ragazzo che si sta facendo picchiare. Subito gli si gonfia il labbro e mi esce un piccolo urlo soffocato, mente le lacrime ricominciano a scendere.
Jorge:Diego, lascialo stare, fermati!
Non gli dá ascolto e continua a sferrare pugni potenti.
Io:Jorge, ti prego, torna qui, ti farai male.
Si gira per un secondo verso di me, facendo segno che non accadrá niente. Per fortuna, Diego, riconoscendo il fatto che ha quaso ucciso quel povero ragazzo, si ferma, sedendosi su una delle sedie. Faccio un sospiro di sollievo e mi avvicino lentamente. Noto che il ragazzo, ancora steso a terra, è ridotto proprio male. Ha tutte e due gli occhi contornati da due grossi lividi viola, il labbro colante di sangue vivo, le sopracciglia scheggiate.
Diego, invece, è seduto, con viso corrucciato e ancora la furia negli occhi, inniettati di rosso. Arrivo accanto a Jorge, che con tanta pazienza tenta di capire il perchè dell'accaduto.
Jorge:Diego, perpiacere, dimmi perchè l'hai fatto.
L'amico trema di rabbia.
Diego:Lui..
Indica il ragazzo dolorante, che guardandolo bene, forse senza tutte quelle ferite, è proprio carino. Ha i capelli biondastri e gli occhi verdi cenere.
Riguardo Diego, che continua a parlare.
Diego:Quello stronzo..
Fa un'altra pausa e noi lo incoreggiamo a parlare.
Diego:Quello stronzo, ha dato a Lodovica della droga.
Rimango stupita e le lacrime che erano appena cessate, sgorgano nuovamente.
Io:Che cosa?
Grido. Jorge mi invita a sedermi accanto a lui e lo assecondo. Mi cinge la vita, cercando di tranquillizzarmi, ma neanche lui questa volta ci riesce.
Jorge:Che significa che le ha dato della droga?
Diego:Le ha versato della droga nel bicchiere che aveva.
Ora riesco solo a lodare Diego, per il gesto che ha fatto, insomma l'ha fatto solo per Lodo e quando si riprenderá sono sicura che ne sará felice.
Jorge si alza ed io piango di più,in cerca di lui, ma quando capisco ciò che vuole fare, taccio. Si avvicina al cretino e inizia ad interpellarlo.
Jorge:Peter Lanzani, eh? Come cazzo ti sei permesso?
L'interpellato cerca di parlare, ma non riesce per il dolore provocato dai profondi tagli. Non mi interessa niente, se lo merita.
Jorge:Rispondi, stronzo!
Gli tira un calcio, che però non è niente rispetto a tutto ciò che gli ha fatto Diego.
Peter:I-io..non v-volevo.
Jorge:E perchè l'hai fatto?
Continua a gridare impaziente.
Peter:Era una bella ragazza e..
Jorge:E hai pensato bene di drogarla?
Parte Diego dalla sedia, che si fionda di nuovo sul ragazzo.
Diego:Brutto stronzo, tu non la toccherai mai.
Jay lo ferma e lo calma facendolo risedere. Mentre, cercano di chiarire tutto ciò, si sente la forte sirena dell'ambulanza ed io instintivamente corro verso Lodovica, ancora giacente sul suolo.
Mi abbasso accanto a lei, abbracciandola dolcemente.
Non tardano ad arrivare gli uomini vestiti di arancione, che guidano il mezzo dell'ospedale.
Si fanno spazio tra la folla, portando con sè una barella. Mi fanno cenno di spostarmi, ma io scuoto la testa decisa. Uno di loro mi alza dolcemente, mentre gli altri caricano la mia amica sul piccolo lettino. Tra i singhiozzi sussurro all'uomo.
Io:Posso venire con voi? Perpiacere.
Devo sembrare proprio disperata. Ma lo sono.
L'uomo annuisce e portandomi a braccetto, mi guida sino al grande mezzo. Mi giro per un momento, cercando tra la tanta gente impazzita, il viso di Jorge, ma non vedendolo decido di lasciar perdere e salgo sull'ambulanza. Lodovica è stesa vicino a me, con la bocca leggermente aperta, respira piano con un tubo. Gli occhi chiusi le donano un'area fiabesca, tipo la bella addormentata. Mi sento talmente in colpa. Ad averla fatta venire e ad averla lasciata sola. Mi avvicino a lei e le sussurro delicatamente, sperando mi senta.
Io:Piccola mia,scusami. Io sono qui, riprenditi presto.
Le lascio un bacio sulla fronte sudata e torno a sedermi, piangendo.
Dando un'occhiata al cellulare; mi accorgo che sono mezzanotte passata. Mia mamma sará preoccupatissima. Prendo il suo contatto e la chiamo.
Mi asciugo le lacrime e fingo di stare bene.
** a telefono**
Mamma:Tesoro mio, ma dove sei?
Io:Ciao mamma, non ti preoccupare. Tutto bene. Solo, una mia amica non si è sentita bene, stasera rimarrò in ospedale.
Mamma:Oh, vabene. Sta attenta. Mi dispiace per la tua amica.
Io:Vabene non ti preoccupare, ciao mamy.
Mamma:Buonanotte tesoro.
Attacco e ricomincio a piangere.
D'improvviso il telefono risquilla, indicandomi un messaggio.
Jay:Ti raggiungo in ospedale, principessa. Non ti preoccupare, andrá tutto bene.
Lo spero.


Angolo autrice.
Un capitolo un pochino triste, vero? Povera Lodovica..
Spero vi sia piaciuto.
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#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora