Capitolo 40.

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↓ Leggete l'Angolo Autrice sotto ↓

Pov's Tini.
È mattina, precisamente le 7:00 del mattino. Mi alzo svogliatamente dal letto e mi preparo un po' mentalmente cosa devo dire a Jorge. Mi dirigo a passo lento in cucina, dove mia madre armeggia giá con padelle ed oggetti vari, passa la sua giornata a fare dolci e qualche volta va ad un colloquio di lavoro, ma non l'assumono mai. Credo che debba mettersi nel campo della cucina, lì la prenderebbero di sicuro. Mi avvicino e guardo cosa sta preparando, vedo fragoline e frutti di bosco, credo stia facendo una Ciscake. Apro il mobile situato al di sopra i fornelli e prendo i miei biscotti preferiti, i Pan di Stelle. Dopo riempio una tazza di latte, con una goccia di caffè e mi butto a peso morto sulla sedia.
Mamma:Buongiorno, tesoro.
Io:Ciao mamy, che stai facendo?
Mamma:La ciscake ai frutti di bosco, vuoi un po'?
Io:No grazie, sai che non la preferisco.
Dico, addentanto un biscotto.
Mamma:Che fai oggi?
Io: Per il momento, so che esco con Jorge.
Fa la sua solita faccetta maliziosa ed io ruoto gli occhi. Bevo due sorsi dalla tazza e, successivamente, vado via con un cenno della mano.
Metto un jeans nero strappato alle ginocchia ed una camicetta estiva bianca. Mi passo un filo di eye-liner sugli occhi, un po' di mascara e poi poco lucidalabbra. Infilo il cellulare nella tasca e lascio il mio appartamento, dirigendomi alla spiaggia.
Sono passati cinque minuti dalle otto, quando vedo avvicinarsi Jorge, con i suoi jeans larghi e una delle sue innumerevoli t-shirt. Si avvicina a mo' di guappo, con gli occhiali da sole e le mani nelle tasche.
Si toglie gli occhiali e fa per darmi un bacio sulle labbra, ma io mi ritraggo e guardo a terra, un po' fredda.
Jorge:Che succede, Martina?
Mi parla con area scocciata.
Io:Ti devo dire una cosa.
Jorge:Dimmi.
Prima che cominciassi a parlare, mi arriva un super santos, in faccia, ma fortunatamente lo blocco con le mani. Di corsa arriva un bambino sui sei anni, molto carino, porta i capelli un poco lunghi e sono di un biondo lucentissimo, quasi bianchi. Occhi azzurri, agghiaccianti, ma ha un sorriso che scalda sul serio il cuore, un sorriso innocente che solo un bimbo può avere.
Xx:Scusami.
Mi dice imbarazzato, sorridendomi. Ricambio il sorriso e gli restituisco il pallone.
Io:Non preoccuparti, piccolino.
Gli accarezzo i capelli e lui mi saluta con la mano e corre via dai suoi amici che lo aspettano. In tutto questo, Blanco è rimasto lì impalato a fissarmi, con un leggero sorriso sotto i baffi. Mi rivolgo nuovamente a lui, facendo sparire il sorriso che quel ragazzino mi aveva provocato.
Io:Allora, ho scoperto una cosa su di te.
Si irrigidisce subito e mi guarda preoccupato, cercando di incrociare il mio sguardo, ma è inutile, perchè io osservo i granellini di sabbia sotto i miei piedi. È difficile da dire, massaggio nervosamente la tempia e prendo fiato. Lo guardo negli occhi e assumo un'espressione amareggiata.
Io:Cos' è quella polvere bianca che aspiri?
Diventa rosso come un peperone ed anche lui guarda a terra, giocando con i piedi, si massaggia la nuca a movimenti scattanti.
Jorge:C-cosa ti fa pensare che io aspiri questa sostanza?
Il fatto che lui mi menta, giá mi fa schifo.
Io:È inutile che fai il finto tinto, ti ho visto Jorge.
Diventa paonazzo e si cinge il capo con le mani, facendo cenno di no, come se parlasse da solo.
Jorge:Scusami.
Mormora leggermente, un sospiro quasi.
Poso le mie mani sulle sue e gliele abbasso, stringendole, cerco i suoi occhi, che però pieni di vergogna, cercano di evitare i miei.
Io:Sono profondamente arrabbiata con te, ma sono qui per capire il perchè di questo folle gesto. Aiutami a capire ed io aiuterò te.
Stringe le mie mani, incorciando dolcemente le dita ed alza lentamente il capo. Nei suoi occhi verdi smeraldo c'è una nube spessa di grigio.
Jorge:Non so perchè lo faccio.
Non può essere che non ne sappia il motivo, basta anche che mi dica che l'ha coinvolto un suo amico.
Io:Jorge, fidati di me.
Si arrende e si siede sulla sabbia, lo seguo, non lasciandoci le mani. Chiude forte gli occhi, come per far ordine tra i pensieri.
Jorge:È successo un paio di anni fa, avevo più o meno la tua etá.
Mi faccio forza per ascoltare la sua storia, ho il presentimento che si tratterá di qualcosa di terribile.
Jorge: Era appena morto mio cugino, con il quale avevo un legame profondo, era il fratello che non avevo mai avuto. Una stupida motocicletta gli ha troncato la vita.
Gli stringo le mani per dargli coraggio e lui le stringe a me, a sua volta.
Jorge:Stavo malissimo, ero depresso, non mi muovevo dalla mia camera per tutto il giorno. Mi facevo forza solo per andare a scuola, per non deludere i miei.
Ingoia un groppo di saliva che gli si era formato in gola e poi riprende.
Jorge:Così, un giorno a scuola, conobbi Diego. Lui faceva parte di un brutto circolo, ma ero troppo fragile per reagire. Così,mi incoraggiò a saggiare la droga ed io gli diedi ascolto. Il mondo mi sembrava meno brutto e con Diego si creò un legame fraterno, forse nella speranza di rimpiazzare mio cugino.
Gli accarezzo i palmi con il pollice e caccio dentro le lacrime che fanno a lotta per uscire, devo essere forte, per lui.
Jorge:Ora non ne posso fare più a meno, perchè questo mondo schifoso, pieno di soldi, cose inutili, senza valori. Il fatto che io debba stare con Stephie, non avere un legame di amore vero con i miei genitori, non mi da una ragione valida per rimanere ancora qui. Ora sei arrivata tu che sei il raggio di sole,tra queste nuvole nere, ma è troppo tardi.
Mi scende un lacrima che corre giù, fino al collo. Jorge, è completamente bagnato a forza delle lacrime,è tutto rosso ed ha gli occhi gonfi. Ma dalla voce non si direbbe, riesce a non avere la voce rotta, anche nel bel mezzo di un pianto. Non avevo mai visto un Jorge così, così piccolo, fragile, debole. Così aperto, che si fida per la prima volta di un persona, dopo la droga. Con questo racconto, il mio amore per lui è cresciuto, più forte e più bello di prima. Devo stragli vicino.
Mi fiondo con le braccia al collo, stringendolo con tutte le mie forze. Lui ricambia l'abbraccio e mi stringe forte la vita, mi fa sedere sulle sue gambe e rimaniamo così, abbracciati.
Dopo qualche minuto, Jorge mi sussurra in voce supplicante.
Jorge:Martina, ti prego non te ne andare, non mi lasciare.
Il mio cuore si scioglie a quelle parole.
Io:Non me ne andrò mai, combatteremo insieme.




Angolo autrice:
Molto emozionante questo capitolo, vero? A me è piaciuto molto questo Jorge dolcissimo e fragile.
La news è che la storia finirá a 50 capitoli, ma è previsto un Sequel, se a voi fa piacere.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
|Lasciate qualche like e un commy.♥|
#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora