Capitolo 50.

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Pov's Tini.
È stata una delle giornate più divertenti della mia vita quella di ieri. Ero un po' fredda forse, ma credo che lui sappia che doveva aspettarselo. È stato bello aprirsi con una persona che non fosse Mechi, parlare di mio padre ed è soprattutto bello vedere come il tuo interlocutore ti stia ascoltando e capendo.
Comunque sia,mi ha raccomandato di essere pronta per stasera, quando mi verrá a prendere Diego. Non so proprio quello che devo aspettarmi, forse una sorpresa? Boh. Spero solo che non faccia un'altra delle sue stupidate. Sono più o meno le nove del mattino e mi sono messa d'accordo con le ragazze per passare la giornata con loro. Bussano puntuali alla porta ed io non perdo tempo ad andarla ad aprire, anche perché mia madre non c'è. Mi si presentano davanti due bellissime ragazze, la bionda sistematasi come sempre, la mora non più pallida e stanca, bensì con una nuova luce. Le accolgo tutte e due con un grosso abbraccio e le faccio entrare all'interno. Ci rifugiamo subito nella mia camera e iniziamo ad inciuciare.
Io:Lodo ti hanno chiesto qualcosa i tuoi?
Lodo:Mi hanno chiesto solo il motivo per cui sia rimasta da te per così tanto tempo.
Io:E tu che hai risposto?
Lodo:Che niente, dovevo aiutarti con delle cose.
Ridiamo per come siamo riuscite ad ingannare i suoi genitori.
Io:Ah, e come è andata la riabilitazione di qualche giorno fa? Non te l'ho chiesto più.
Lodo:Benissimo, hanno detto che il mio cervello risponde perfettamente ai comandi e quindi non c'è bisogno di altre visite.
Mechi:È stato parecchio stressante. Si lamentava perchè diceva che era noioso ed io subivo.
Ride Mer, a quella risata Lodovica risponde con una gomitata, mentre io rido di gusto. Sono incredibili a volte. Dopo qualche secondo di silenzio, l'espressione di Mercedes diventa corrucciata e mi guarda in cagnesco.
Mechi:Ma sei tornata con quel verme?
Abbasso lo sguardo guardando a terra e sentendomi anche un po' in colpa, rido pensando alla bella giornata di ieri. Non avendo risposto, Lodovica mi da un piccolo schiaffetto sul braccio, guardandomi anche lei un po' male.
Lodo:Veramente ci sei tornata?
Mi sento stufa di questo fatto. A loro cosa interessa? Ceh, non sanno come si comporta e come è fatto.
Io:Sì ragazze, sono tornata con lui.
Dico urlando un po' ed allargando le mani.
Mechi:Ma tutto quello che ti ha fatto, Tini?
Mercedes mi grida contro,spintonandomi di poco. Lo stesso fa Lodovica.
Lodo: Ha perso la testa appena ha visto quella ragazza e tu stai ancora con lui?
Mi alzo, scrollandomi tutte le loro mani di dosso, e guardandole dall'alto verso il basso. Allargo le mani e alzo la voce.
Io:Voi non lo conoscete. Non sapete come è fatto e quali sono i suoi problemi. Non potete parlare.
Si scambiano un'occhiata complice e dopo mi guardano sembrando pentite, si alzano arrivando alla mia altezza e con la loro solita faccia da cagnolini bastonati, mi chiedono scusa. Le perdono subito, so che è perché mi vogliono bene,ma devono capire che certe cose sono capace di gestirle anche da sola.
Passiamo tutta la giornata a fare le più folli pazzie, ridendo come non mai. Abbiamo mangiato dei panini, che ci hanno servito drettamente da un ristorantino qui vicino. Ora sono quasi le sei e mezza ed io inizio a prepararmi per l'uscita di stasera. Per tutto oggi Jorge non si è fatto proprio sentire ed ho paura che stasera mi dará buca. Tentar non nuoce.
Le ragazze mi consigliano un abbigliamento non troppo elegante, per non far capire che non sto aspettando altro che questo. Mi consigliano un abbigliamento casual, composto da un paio di jeans neri strappati ed una felpa larga, tutta rossa. Ho indossato un paio di stivaletti rossi con il tacco e dopo aver ondulato come sempre i capelli ed aver passato un filo di rossetto rosso con un po' di eye-liner sul viso, aspetto solo Diego. Le mie amiche mi salutano con due bei baci sulla guancia ed un in bocca al lupo. Dopo qualche minuto che sono rimasta seduta sul mio letto, sento il citofono suonare, rispondo e la voce di Diego eccheggia all'interno del piccolo aggeggio.
Diego:Martina, scendi.
Rispondo di sì e dopo aver infilato il telefono nella tasca posteriore del jeans, scendo entusiasta giù. Salgo nell'abitacolo del ragazzo e senza fare domande, mi conduce al posto che solo lui e Jorge conoscono.
Arriviamo in men che non si dica e Diego mi saluta con un grosso sorriso sul volto, ricambio e scendo lentamente, cercando di capire dove devo andare. Seguo un corridoio illuminato, sulle pareti ci sono tantissimi quadri, opere famose, probabilmente imitazioni. È tutto a luci soffuse, molto misterioso, ma anche romantico. Arrivo all'interno di una grande camera, tutta buia, oscura dapperttutto, non vedo nulla. Ci sono solamente due candele, uno da un lato e l'altro dall'altro della stanza. Sono rosse e la fiamma ondeggia piano. Ad un certo punto, vedo un qualcosa muoversi, proprio nel mezzo delle due candele. Una sagoma si avvicina. All'inizio ho un po' paura e sto per mettermi a gridare,quando riconosco gli occhi verdi di Jorge e mi calmo. Rido per il sollievo.
Jorge:Buonasera, principessa.
Saluto timidamente, cercando di capire cos' ha intenzione di fare.
Accende una piccola luce che illumina solo me e lui. Vedo il suo splendido sorriso ed i suoi occhi smeraldo illuminarsi, cosa che fanno anche i miei. Mi accarezza dolcemente la guancia, mettendomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. Mi faccio subito rossa e vedo che anche lui è diventato più roseo.
Jorge:Tutto bene?
Sembra spensierato e molto tranquillo, completamente l'opposto di me, considerando che non ho capito bene cosa sta combinando.
Io:Si bene, e tu?
Ride e annuisce.
Jorge:Bene, bene.
Io:Ma mi spieghi cosa sta succedendo?
Mi guardo intorno confusa.
Jorge: Passerai una serata indimenticabile, piccola.
Metto le mani conserte.
Io:Sì, ma cosa faremo?
Jorge:Ti fidi di me?
Faccio finta di pensarci un po' sopra e lui fa finta di essere offeso, dopo un poco ammetto di fidarmi di lui. A quel punto sorride a trentadue denti e mi prende in braccio a principessa, come è suo solito fare. Cammina nell'oscuritá che è in questo momento la stanza e senza vedere nulla, mi affido a lui, aggrappandomi più forte che potevo. Dopo poco, sento qualcosa sotto di me e capisco che mi ha poggiato su un qualcosa di morbido, probabilmente un divano. Non si vede niente. Si siede accanto a me.
Jorge:Ti amo tanto piccola.
Sorrido.
Io:Anch'io Jorge, anch'io.
Mi lascia un bacio sulle labbra..e dopo molti di questi, uno dietro l'altro, dopo tante promesse fatte tra un bacio e l'altro, passiamo una lunga e bellissima notte di passione.



Angolo autrice
Ecco a voi l'ultimo capitolo della prima parte della mia storia. É finito in bellezza, se capite che intendo. Con questo ho finito, ma è previsto un sequel, vi spiegherò tutto nei Ringraziamenti, quindi leggeteli.
Spero vi sia piaciuto.
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#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora