Capitolo 47.

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Pov's Tini.
Jorge mi fa davvero schifo. Come ha potuto trattarmi così, per giunta davanti a tutti. Il mondo mi è crollato addosso per l'ennesima volta da quando lo conosco. Le lacrime mi hanno rigato il viso una miriade di volte da quando lo conosco. Prima, sola, con solo Mercedes al mio fianco stavo meglio. Sì, avevo una vita solitaria, una vita noiosa, ma per lo meno vivevo la mia vita. Ora con lui, ogni giorno sembra che la mia vita mi inghiotta, finchè, ad un certo punto, io non finisca definitivamente. Lui è la causa della mia autodistruzione, ma so anche che senza di lui non so che fine farei. Perchè lui ha saputo salvarmi dalla depressione che era la mia vita, mi ha riportata a galla, è riuscito a farmi rivedere la luce. Ma proprio quando sembra avermi salvata,mi rifá affondare. Il modo in cui mi ha liquidata, il modo in cui mi ha umiliata davanti ai suoi amici e a quella smorfiosa è stata come una pugnalata dritta nel cuore. Una pugnalata, che mi ha trafitta completamente. Con quella Margot, sicuramente una bellissima ragazza, ha avuto una storia da quanto ho capito, e da quello che ho visto, non l'ha dimenticata.
Mercedes e Ruggero mi hanno accompagnata sin qui, la mia migliore amica mi è stata accanto, mi ha consolato, ma non c'è alcun modo per far sparire questo dolore. Se n'è andata da forse un'ora, adesso è l'una di notte, ed io sono sotto le coperte, con ancora le lacrime che mi attraversano il volto, fino ad arrivare al collo. Il piumone ed il cuscino oramai sono tutti bagnati ed io non ho le forze di farci niente. Non riesco a dormire, riesco solo a pensare a lui e a come è riuscito a disintegrarmi così.
Proprio mentre sembra che io sia riuscita a prendere un po' di sonno, sento un rumore violento, come di vetri che sbattono l'uno contro l'altro. Il panico si è impossessato di me ed ho iniziato a sudare freddo, ho pensato subito ai ladri e quindi ho fatto finta di dormire. Che rubassero tutto quello che vogliono, tanto non abbiamo nulla di prezioso. Ma il rumore si intensificava e proveniva sempre dallo stesso luogo:la finestra. Sembrava un richiamo, come se qualcuno mi stesse chiamando. Mi alzo e con cautela, a piedi nudi, mi avvicino alla finestra. Scosto un po' le tende e vicino alle vetrate vedo una sagoma, di un uomo, un ragazzo. Sembra infreddolito e sbatte i palmi contro i vetri. Ha gli occhi lucidi, solo quelli si vedono in quell'oscuritá. Gli occhi sono verdi, verdi smeraldo. Lì capisco che si tratta di Jorge. Apro completamente la tenda e quando il ragazzo si accorge di me, mi fa cenno di aprire. Ma appena lo guardo negli occhi, mi mancano le forze, mi salgono le goccioline di acqua salata agli occhi e vedo d'improvviso tutto appannato. Recupero subito la luciditá, quando vedo che le sue gambe stanno per cedere e sta per cadere. Sono tantissimi piani e potrebbe sul serio farsi male, non voglio essere la causa di un suo dolore, come lui è stata la causa del mio. Così, appena prima che perdesse l'equilibrio, apro le ante della finestra e lo afferro per la felpa pesante che indossa. Lo tiro all'interno della mia camera e appena poggia piede a terra, fa un sospiro di sollievo.
Io:Cosa vuoi ancora da me?
Dico, con la voce rotta e i capelli che si muovono leggermente, a causa dello spiffero di vento che proviene da fuori. Il ragazzo, mi accarezza la guancia con il pollice, mentre io lo guardo disgustata. Eccolo ancora lì, che fa finta che non sia accaduto niente, che fa il macio e pensa che tutti i suoi problemi si risolvano. Ma sai mio caro Blanco, non è così che funziona. Gli afferro la mano e gliela lancio giù bruscamente.
Io:Ho detto, cosa vuoi ancora da me?
Stavolta grido, grido tanto, sperando che non abbia svegliato mia madre. Apre la bocca come se volesse parlare, ma subito dopo la rochiude. Solo allora, vedo dai suoi occhi scendere una lacrima, seguita da un'altra. Ma subito si ferma, cercando di diventare di nuovo il ragazzo rigido e duro di prima. Sto perdendo la pazienza. Non può venire qui nel bel mezzo della notte, dopo il casino che ha combinato e stare zitto, sperando di intenerirmi con due goccioline discese dagli occhi. Sapesse a me quante ne sono scese, ma lui cosa ne sa, cosa ne vuole sapere.
Lo spingo, una spinta che a me è sembrata forte, ma che per lui sará solamente una soffiata di venticello debole.
Io:Cosa vuoi, ti ho detto
Grido. Prende fiato e a mia grande sorpresa, si inginocchia a terra, prendendomi la mano. Non cedo stavolta, questa volta non lo faccio. Ma non ritraggo la mano, voglio sentire quali altre stronzate si inventerá.
Jorge:Martina, perpiacere perdonami. È stato tutto un grossissimo malinteso. Ti posso spiegare tutto, credimi.
Mi spazientisco ancor di più.
Io: Non perderti in parole inutili, spiega e basta.
Gli dico scocciata.
Jorge: Margot è semplicemente una donna di strada che ho conosciuto anni fa, i primi giorni in cui stavo con Stephie.
Ah, bene. Jorge stava con una prostituta, questo mi tranquillizza molto. Apro la bocca formando una grossa 'O' e trattengo il fiato per non far uscire altre lacrime. Intorno a noi c'è buio e silenzio, sento solo il respiro di Jay affannato.
Jorge: Ho dovuto trattarti così davanti a tutti, perchè Margot é la migliore amica di Stefania e sicuramente le avrebbe detto di te, rendendoti la vita orrenda.
Sempre la stessa scusa usa, sempre quella.
Io:Jorge, questa scusa me l'hai rifilata giá troppe volte.
Jorge:Sì, lo so che può non sembrarti vero, ma è così. So anche che non é una giustificazione, che il modo in cui ti umiliata davanti agli altri non può essere giustificato, ma ti chiedo solo di credermi. L'ho fatto per te.
Si ferma un attimo, perchè gli si spezza la voce, ed una lacrima gli cola giù per la guancia. Poi si schiarisce la voce e inizia nuovamente a parlare, in modo supplicante e disperato.
Jorge:Io ti amo e non l'ho mai detto a nessuno, lo sai. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo e voglio solo renderti felice. Ti avevo avvisato che stare con me non è una cosa facile, ti avevo avvisato che ti avrei fatta soffire, ma ora non riesco più a rinunciare a te. Ti prego, dammi un'altra possibilitá ed io ti darò mille motivi per perdonarmi.
Quelle parole mi arrivano dritte al cuore. È sincero e glielo leggo negli occhi, quegli occhi verdi che ora sono sommersi di lacrime. Quest'ultime bagnano anche i miei. Vorrei saltargli addosso, dirgli che lo amo anch'io e che gli darò un'altra chance. Ma non posso farlo. Non posso cedere così facilmente, altrimenti lui rifará gli stessi errori. Tolgo la mano dalla sua ed i suoi occhi verdi si illuminano per un attimo di speranza.
Io:Ci devo pensare, Jorge.
Fa cadere la testa a peso morto e si massaggia la nuca. Poi si alza e mi prende il viso tra le mani fredde.
Jorge:Ti prego, tieni a mente le mie parole. Ti amo, Martina.
Annuisco e gli faccio cenno di uscire. Lui mi guarda un'ultima volta e poi esce, mettendo un piede dopo l'altro. Sto per chiudere la finestra,quando il mio cuore mi dice di fermarlo. Agisco d'istinto, mi affaccio e grido a squarciagola.
Io:Jorge, ti amo.
Sobbalza, mi guarda e così come stava scendendo, risale, arrivando sino a me. Mi posa un bacio dolce sulle labbra e dopo,guardandoci negli occhi ci sorridiamo a vicenda.




Angolo autrice
Questo gesto di amore folle da parte di Jorge è stato davvero bello, vero? Tini è riuscita a perdonare il nostro Blanco, ma siamo sicure che l'abbia fatto fino in fondo?
Spero vi sia piaciuto.
Tengo ad auguravi un buonissimo 2016, buon anno a tutti.
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#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora