Capitolo 20.

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Pov's Jorge.
Mi è appena scivolato dalla bocca una cosa alquanto romantica, ups. Martina, con il suo tipico sorrisino da bambina timida, abbassa lo sguardo, sibilando a malapena un 'giá'.
Io:Dai, andiamo.
Mi diriggo verso una panchina. Scendo dal cavallo e lo lego ad un ramo di un albero. Poi, con galanteria aiuto a scendere anche Martina. Le prendo la mano e la faccio scendere, ma messo il piede male cade, esattamente su di me. Fortunatamente, sono abbastanza forte da tenerla in braccio. Era agitata, aveva i suoi bellissimi capelli davanti la faccia e un'espressione imbarazzata. Le nostre labbra erano così vicine che potei sentire l'odore del suo lucidalabbra alla fragola.
Martina:G-grazie..
Non le rispondo, ma tento di avvicinarmi a lei, che però trova la scusa per allontanarmi.
Martina:D-dai, andiamo.
Non voglio insistere e così la metto giù, portandole una ciocca dietro l'orecchio. Distoglie subito il suo sguardo dal mio, girandosi ed intenta a sedersi sulla panchina, non tanto distante da noi. Si siede e mi guarda come una bambina che non aspetta altro che un pacchetto di caramelle. Oh, ragazza mia...
Mi accomodo accanto a lei e inizia a farfugliare qualcosa.
Martina:C-come l'hai conosciuto questo posto?
Io:Quand'ero piccolo ci facevo equitazione qui.
Martina:Facevi equitazione?
Io:Sì..
Martina:Ah, perció sai andare benissimo a cavallo..
Io:Beh, no. Diciamo che é una dote naturale, perchè da piccolo 'cavalcavo' i pony. *mimando le virgolette con le mani*.
Scoppiò in una piccola risatina.
Io:Cos' hai da ridere?
Guardandola ridere, iniziai anch'io, anche se non sapevo bene il motivo.
Martina:Jorge Blanco, che gioca con i pony?
Continuava a ridere.
Io:Ehy, ero piccolo.
Metto il broncio come solo io so fare.
Martina:Oh, piccolino. Jorge e i My Little Ponyy.
Io; Ma cosaa?
Rideva ancora, di gusto.
Io:Te ne pentirai.
Martina:Ah, sì? Cosa farai? Chiamerai un unicorno?
Io:Molto peggio, bellezza.
Mi é appena venuta un'idea brillante. Mi avvicino lentamente e le poggio una mano sui fianchi. Giá inizia a sudare e a diventare un peperoncino.
La guardo intensamente negli occhi, così da aumentare la tensione. Una volta che la sento abbastanza agitata, la stringo e la prendo in braccio,alzandomi e mettendomela sulla spalla.
Si dimena con calci e pugni sulla schiena, ma tanto non mi fa nemmeno solletico.
Martina:Cosa fai Jorge?
Io:Ti fidi di me?
Martina:Per niente.
Io:Fai bene!
Rido e lei si agita ancor di più. Mi avvicino al laghetto difronte a noi, passo dopo passo, finchè non mi ritrovo ad un centimetro di distanza tra noi e l'acqua.
Martina:Jorge! Cos' hai intenzione di fare?
Io:Vendicarmi..
Martina:Non ti permettere!
Io:Oh sì!
Martina:Oh no!
Aumenta i calci e i pugni, ma non riesce a smuovermi. Con un gesto rapido, ma anche delicato, la lancio nel lago, dove riemerge poco dopo tutta bagnata. Ma c'è qualcosa che non va. Va sotto e riemerge troppo velocemente ed ha un'espressione a dir poco terrorizzata.
Martina:Jorge! Aiutami! È troppo profondo!!!
Oh cazzo. Che ho fatto? Sono una merda, come sempre.
Io:Aspetta, Martina, arrivo.
Non ci penso due volte, mi tolgo le scarpe e mi catapulto in acqua. Mi avvicino subitissimo a lei prendendola per la vita, proprio come era accaduto poco fa.
Appena l'afferro, scoppia in una fragorosa risata, di cui non capisco la motivazione.
Io:Ma..?
Martina:Ti pare che è profondo?
Si libera dalla mia presa e si alza, l'acqua le arriva al ginocchio.
Martina:Guarda!
Continua a ridere. Dio, Jorge, ma che ti prende? Come può, Jorge Blanco, farsi fottere da una ragazzina di quattro anni più piccola?
Io:Oh, Martina...te ne pentirai!
Martina:Dai basta, stiamo pari!
Io:Eh; vabene. Solo perchè sei bellissima.
Sapevo che l'avrei fatta impazzire.
Mi alzo e insieme usciamo e ci riaccomodiamo sulla panca.
Martina:Siamo due zuppe d'acqua.
Io:Eh, sì.
Ad un certo punto la vedo raggomitolarsi in se stessa, rabbrovidendo quasi.
Io:Hai freddo?
Martina:Un po'..
Le porgo la mia giacca di pelle e la copro facendo per abbracciarla. Mi guarda sorridendo insistentemente, gli occhi le sbrilluccicano ed io non ho intenzione di allontanarmi.
Martina:Grazie.
Io:Di niente, principessa.
Ad un tratto, la suoneria del mio fastidioso iPhone, rovina la magia. Distolgo quell'abbraccio e estraggo il telefono dalla tasca. Si legge chiaramente il nome 'Stephie'. Chi poteva essere a rovinare tutti i momenti più belli? Lei! Ovvio!.
Attacco, premendo il tasto rifiuta e rimetto il cellulare nella tasca.
Martina mi guarda con un'espressione confusa.
Martina:Non rispondi?
Io:Nha, non è importante.
Martina:Chi è?
Io:Ehm..Stephie.
Martina:Torniamo, ti stará aspettando. Dopotutto è la tua ragazza.
Io:Non mi interessa niente di lei.
Martina:Dai, andiamo. Anche mia madre si stará chiedendo dove sono.
Io:Vabene, ma con una condizione.
Martina:Quale?
Io:Che vieni a casa mia, ti fai una bella doccia e poi te ne vai.
Mi guarda con gli occhi increduli.
Martina:Jorge!
Io:Non puoi presentarti così da tua madre, cosa penserá?
Martina:Uff, e vabene.
Io:Perfetto, andiamo.
Le prendo la mano e l'aiuto nuovamente a salire sul cavallo, dopoche salgo anch'io. Ci rechiamo al galoppo all'entrata, dove lasciamo i cavalli.
--
Pov's Tini.
Eccomi arrivata a casa di Jorge. La sua maestosa ed enorme casa. Fortunatamente non c'è nessun familiare, sono tutti al centro commerciale, credo.
Arrivo nella lussuosa stanza del ragazzo.
Jorge:Vai, Martina. Quando ti sei spogliata, dammi i panni, te li metto ad asciugare.
Io:Sì, certo, ti piacerebbe. Te li do quando esco.
Jorge:Vabene, tranquilla, non ho in mente nessuna di quelle cose che pensi. Quando hai fatto metti questa mia maglietta, ti andrâ abbastanza grade, come un vestito.
Mi allunga un'enorme maglietta, bianca, con una scritta del tipo 'I'm sexy and I know it.'
Gli sorrido e prendo la maglia.
Io:Grazie.
Apro la porta del bagno e me la chiudo alle spalle, assicurandomi che sia chiusa ben a chiave, con Jorge non si sa mai..
Mi sfilo i vestiti bagnati di dosso e li poggio ai lati del lavandino. Apro il rubinetto della doccia, che più che una doccia sembra una stanza, la posiziono verso il caldo e mi immergo all'interno. Mi lavo accuratamente il corpo con il bagno schiuma Dove, mh..bei gusti. Poi mi lavo i capelli con uno shampoo che per un ragazzo non è il massimo. Ultra Dolce alla fragola, per lisci perfetti. Ommioddio,hahaha. Intanto sento bussare la porta, chiudo il getto d'acqua e cerco di ascoltare chi sia.
Io:Jorge, che vuoi?
Jorge:Posso entrare?
Io:Ma anche no! Ti pare?
Jorge; Dai! Solo un attimo!
Io:Jorge, non fare il cretino.
Jorge:Uff, vabene.
Finisco velocemente di sciacquarmi e mi avvolgo nel telo che mi aveva prestato Jay.
Mi asciugo con calma e mi metto l'intimo, che per fortuna era asciutto, poi sopra indosso la maglia del ragazzo che, effetivamente, mi arriva sin giù le ginocchia. É così calda e profumata, si sente odore di vaniglia, forse il detersivo usato dalla madre. Esco con i vestiti zuppi nelle mani, capelli colanti e senza trucco. Perchè mi deve vedere così? Perchè???
Appena fuori dal bagno, mi ritrovo Jorge che mi guarda come un pesce palla.
Io:Ehy, ma che hai?
Jorge; Sei bellissima senza trucco.
Io:Sì, certo. Tieni i panni.
Gli porgo i vestiti, che velocemente prende e li stende fuori la finestra.
Io:Dove posso trovare un phon?
Jorge:Nel primo cassetto in bagno, piccola.
Io:Gracias.
Prendo l'aggeggio e mi asciugo i capelli.


Jorge:Ora devi rimanere qui, devi aspettare che si asciughino i vestiti no? Mica puoi tornare così?
Io:Purtroppo hai ragione, ora vai a farti tu la doccia.
Jorge:Vado.
Entra in bagno. Inizio a curiosare nella stanza, dando uno sguardo qua e lá. Ma la cosa che mi incuriosisce di più è il telefono sul comodino che continua ad illuminarsi, in segno di messaggi. Approffitando del fatto che il proprietario è assente, lo prendo e vedo i messaggi che ci sono. Venti chiamate da parte di Stephie e dieci messaggi dalla stessa persona. Ommioddio, sai che palle che è questa qui. Sento muoversi qualcosa dietro la porta del bagno e mi affretto a riporre il pregiatissimo iPhone al suo posto.
Dalla porta arriva Jorge, a petto nudo e con solo un asciugamano intorno al bacino, con i capelli bagnati e spettinati. È uno schianto!.
Io:Scusa, hai intenzione di vestirti qui?
Jorge:Ehy, tranquillizzati bimba, devo solo prendere i vestiti.
Prende i vestiti e si richuide nuovamente in bagno, da dove esce poco dopo coperto e asciutto.
Jorge:Dai andiamo, ti accompagno.
Io:No, grazie, vado da sola.
Jorge:Non ho intenzione di lasciarti sola.
Io; Oh, mi sa che devi, considerando che sta arrivando Stephie.
Lo informai, guardando dalla finestra.
Jorge:Oh cazzo, esci dal retro.
Raccoglie tutte le mie cose e me le lancia, mi conduce in una piccola porticina che da sulla strada e me la chiude in faccia. Oh, ma che gentilezza.
Mi sistemo meglio e mi diriggo a casa mia.


Angolo autrice:
Belle pimpe, sono tornata. Lo so, non aggiorno da migliaia di anni e vi chiedo scusa, ma non avevo tempo e non avevo linea, perdonatemi. Spero che questo capitolo vi piaccia.
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#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora