Capitolo 33.

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Pov's Tini.
Mi svegliano le prime luci del giorno, che attraversano la stanza. Mi alzo dalla scomodissima sedia e mi stiracchio, per allungare i muscoli indolensiti. Quando riacquisto la vista, mi ritrovo, Jorge al mio fianco sulla sedia, anch'egli seduto scomodamente, in un posizione stranissima. Mentre, Diego è sdraiato sul suolo, proprio vicino il letto, con una mano di Lodovica. Ella, è ancora dormiente sul letto, odio vederla così. Jorge ieri sera è stato davvero dolce a raggiungermi, è rimasto qui, anche se forse, anzi sicuramente, di Lodo non gliene importa nulla. Mi avvicino con calma alla grossa finestra, apro piano la tenda e ammiro Miami City, da qua sù. Apro la portafinestra, uscendo sul piccolo balconcino. Mi accomodo su una delle panchine da esterno presenti sul balcone e osservo l'andirivieni della gente che si dirige velocemente a lavoro. Chi è in ritardo, chi esce con gli amici, chi si affretta a consumare la propria colazione. Felici coppiette si baciano a destra e a manca, tenendosi per mano. Mi balza subito in mente Jorge che è all'interno e non vedo l'ora di giardare i suoi meravigliosi occhi verdi. Ritorno dentro, sigillando bene la finestra e mi reco da Jay. Lo scuoto dolcemente, chiamandolo con piccoli mormorii. D'improvviso i suoi occhi iniziano a sbattere velocemente e pian piano si muove. Si stiracchia e si alza, successivamente mi guarda e mi sorride. I suoi occhi brillano, il suo sorriso luccica e i suoi capelli a prima mattina, così spettianati, sono la fine del mondo.
Jorge:Buongiorno.
Sussurra, grattandosi gli occhi. Gli sorrido dolcemente, piegando piano la testa verso destra, per ammirare meglio la tenerezza con cui svolge quei movimenti.
Io:Giorno.
Si avvicina e il cuore ricomincia a battere molto forte. Continua a guardarmi occhi negli occhi, quando mi cinge la vita. Sorrido come un idiota, facendomi rossa come un peperone. Abbassa delicatamente il capo, posando le sue morbidissime labbra sulla mia guancia. Chiudo gli occhi assaporando il momento. Si stacca e mi riguarda nelle pupille, ma dopo distoglie lo sguardo puntandolo su Diego, disteso a terra.
Jorge:Anche Diego è rimasto qui?
Io:Credo di sì.
Jorge:Devo svegliarlo, non credo che aveva intenzione di rimanere.
Si avvia verso il ragazzo e lo scuote bruscamente, chiamandolo, sempre con voce bassa, per il rispetto di Lodovica.
Diego si sveglia e appena si rende conto di trovarsi in ospedale balza in piedi, diventando paonazzo.
Diego:Cosa ci faccio qui?
Jorge:Ti sei addormentato.
Diego:Oh, nonono.
Inzia ad andare avanti e indietro come un folle.
Io:Diego, vuoi venire a fare colazione con noi?
Diego:No, grazi ragazzi, ma devo davvero andare.
Si abbasa lasciando un piccolo bacio sulla fronte di Lodo e poi, dopo un cenno della mano, esce dalla camera avviandosi all'ascensore.
Jorge:Beh, allora andiamo a fare colazione?
Io:Sì.
Affermo con un sorriso a trentadue denti. Vado verso la Bella Addormentata e la saluto a dovere, sussurrandole poche parole, che spero ascolti.
Io:Ciao amica mia, torno al più presto. Ti porto anche Mercedes.
Le lascio un bacio.
Usciamo dalla camera e attraversiamo tutto il corridoio. È pieno di persone accasciate su sedie a rotelle, o persone sedute e che delirano con i proprio familiari, visibilmente annoiati e depressi. Una volta nell'ascensore scendiamo al piano terra, con un silenzio lancinante.
La grassa signora di colore, alla reception, ha un'area diversa ora che è mattina e Jorge corre verso di lei.
Jorge:Buongiorno signora.
Xx:Buongiorno.
Afferma annoiata.
Jorge:Avete per caso avvisato la famiglia Camarena della ragazza?
Xx:No, non ancora, provvederemo tra poco.
Jorge:Nono, grazie. Non si proccupi, me ne occupo io.
Xx:Come vuole.
Non capisco cosa stia facendo. Non vuole dire ai genitori di Lodovica cosa sta succedendo? Immaturo da parte sua. Gli do uno schiaffo sul braccio, che lui ignora come se non l'avessi mai fatto.
Jorge:Grazie, buongiorno.
Sto per parlare, per voler sistemare le cose, ma Jorge me lo impedisce tirandomi via. Una volta fuori l'ospedale, la rabbia mi sale alle stelle, portandomi a gridare e gesticolare.
Io:Jorge, ma cosa ti salta in mente? I genitori hanno diritto di sapere.
Jorge: Piccola non ti agitare.
Io:Non chiamarmi piccola, ti prego. Sistema questa cosa.
Jorge:Stai tranquilla, racconterò tutto io ai suoi parenti.
Mi addolcisco un po' sentendo quelle parole, ma conoscendolo non so se posso fidarmi.
Io:Sei sicuro? Non prenderti gioco di me.
Alza gli occhi al cielo.
Jorge:Sicurissimo.
Annuisco. Mi porta alla sua decappotabile, dove mi apre la portiera. Salgo dal lato del passeggero e partiamo.
Io: Dove andiamo a fare colazione?
Jorge: Poco più avanti c'è un bar molto bello a luci soffuse.
Io: Mi fido.
Gli sorrido. Mi guarda con la coda dell'occhio e ricambia il sorriso.
Jorge:Devi sempre fidarti, principessa.
Mi fa l'occhiolino ed io accenno un risolino imbarazzato.
Entra nel grande parcheggio del bar ed entriamo al suo interno. Il bar è molto carino, ha luci soffuse fuxia e una musica a volume accettabile, musica Jazz. È tutto decorato in nero lucido. Jorge si avvicina al bancone, dove sono esposti cornetti, brioche, graffe, bombe, ma anche pizzette.
Jorge:Cosa vuoi?
Io:Cornetto al cioccolato e cappuccino.
Annuisce e chiama il signore dietro il banco.
Xx:Come posso aiutarla?
Jorge:Vorremmo due cappuccini e due cornetti, uno al cioccolato ed uno alla crema, grazie.
Xx:Subito.
Il cameriere ci dá le spalle ed armeggia con macchinette del caffè e microonde. Dopodichè ci dá la colazione, che Jay gentilmente porta fino al tavolo, disposto nel giardino. Ci sediamo e mentre mangiamo, iniziamo a chicchierare.
Io:Secondo te, perchè Diego è stato così dolce con Lodovica?
Jorge:Non ne ho la più pallida idea, ma qui qualcosa c'è sotto.
Io:Giá. È stato davvero dolcissimo,non il solito Diego puttaniere e strafottente.
Jorge:Hai ragione.
Io:Ma quella ragazza che sta con Samuel, Candelaria. Di dov'è? Come si sono conosciuti?
Jorge:Lei è di qua e si sono conosciuti quando lui è venuto per qualche giorno qui.
Alzo le sopracciglia in modo sufficiente.
Io:Quando ti ho scoperto ubriaco in discoteca?
Si gratta il collo, facendo una smorfia strana con la bocca.
Jorge:Ehm..sì. Lì.
Sembra a disagio, così gli faccio capire che sto scherzando, cominciando a ridere. E attacca anche lui, sentendosi sollevato.
Ad un tratto, mi guarda confuso, ma con bel sorriso.
Io:Che c'è? Che ho?
Mi sta fissando da un po'. Mi tocco la faccia in cerca di qualcosa di imbarazzante sul mio viso.
Jorge:Ehm..sì, hai un po' di cappuccino sul labbro.
Mi tocco invano, cercando di pulirmi, ma non trovo la macchia.
Jorge:Aspetta, provvedo io.
Si sporge leggermente e con il pollice mi accarezza il lato del labbro. Per aiutarlo, mi sporgo anch'io e ci ritroviamo faccia a faccia. Occhi negli occhi. Quasi, bocca su bocca. Sorridiamo entrambi, guardandoci insistentemente.
Il mio cuore sta scoppiando.



Angolo autrice;
È arrivato un capitolo nuovo di zecca! I nostri amori si stanno per baciaree, chissà se succederà...
Spero vi sia piaciuto.
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#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora