Capitolo 28.

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Pov's Jorge.
La vedo in lontananza, è così bella. I capelli le volano sul meraviglioso viso, perfettamente truccato, anche se io sono del parere che lei sia bellissima pure senza tutte quelle pitture. Sorride appena mi vede arrivare. Mi avvicino sempre di più a lei, le ho preso un mazzo di rose rosse. Mi è mancata così tanto in questa settimana.
Sono qui, difronte a lei. Vedo l'imbarazzo che si scatena dentro di sè, formando due chiazze arrossate sulle morbidissime guance. Sorride, portandosi dietro l'orecchio una ciocca dei suoi capelli, ondulati alla perfezione. Quanto vorrei aggiustargliela io quella ciocca.
Devo ammettere che anch'io mi sento un po' a disagio, non la vedo da un po' di tempo e mi ero dimenticato quanto emozionante fosse trovarmela davanti. Abbasso lo sguardo.
Io:Ciao..
Non mi escono le parole, non mi è mai successo.
Martina:Ehy..
Anche lei guarda il prato verde sotto le nostre scarpe. Le porgo dolcemente i fiori.
Io:Questi sono per te.
Li prende, sorride e quando abbasso la mano lungo i fianchi, lei me la trattiene, nella sua. È così morbida e calda. Ha anche dei bellissimi dipinti sulle unghie. Ci incamminiamo verso il nostro tipico albero secolare, sempre mano nella mano e ci accomodiamo sotto.
Sono l'uomo, devo iniziare io una coversazione.
Io:Allora, cosa hai fatto in questi giorni?
Lo voglio sapere sul serio. Vorrei sapere veramente cosa ha fatto. Forse, non mi ha pensato, se l'è spassata con la sia migliore amica e Ruggero. Oppure, è successo ciò che è successo a me, cioè è stata tutti i giorni a pensare a me. Chissá se le sono mancato, oppure se n'è fragata.
Sorride leggermente e intravedo una vena umoristica nel suo sorriso.
Martina:Lo vuoi sapere davvero?
Io:Certo.
Non capisco a cosa stia pensando, ma è talmente carina.
Martina:Promettimi di non ridere.
È difficile non ridere, se lei me lo dice ridendo e puntandomi un dito addosso.
Io:Prometto.
Affermo, portandomi una mano al cuore e l'altra in alto.
Martina:Beh, li ho passati a deprimermi sul letto, con la musica e i libri.
Mi mordo la guancia per non ridere, ma non riesco a trattenere un minimo sorrisino compiaciuto. Mi fa piacere che sia stata così perchè le mancavo. Ma mi sento anche in colpa, per il fatto che sia stata male.
Si rese conto della mia risata soffocata,mi da un piccolo schiaffetto sul braccio. Sì, ci ha messo tutta la forza che aveva, ma a me ha fatto solo un po' di solletico.
Martina:Avevi promesso di non ridere!
Mi libero finalemente ed espongo la mia fragorosa risata.
Io:Ci ho provato, ma non ci sono riuscito. Se ti può far star meglio, anch'io sono stato male.
Ruota leggermente la testa e mi guarda confusa.
Martina:Perchè?
Io:Perchè mi sei mancata.
Sorride timidamente e guarda le sue scarpe nere. Non gliele avevo mai viste. Oggi Martina é particolarmente diversa. Ha una pelle più morbida del solito, trucco perfettamente adeguato ai suoi bellissimi lineamenti, capelli ondulati ordinatamente, scarpe con il tacco più alto di come li porta le altre volte, unghie colorate e curate. Sarei felice se avesse fatto tutto questo per il mio ritorno, ma non ne ho idea. Non mi faccio problemi e glielo chiedo.
Io:Comuque, sei bellissima, come mai tutti questi cambiamenti?
Era bellissima prima, ma anche adesso non è affatto male.
Assume un espressione sorpresa, con occhi sbarrati e la bocca carnosa che forma una grande 'O', nascondendo un sorrisino.
Martina:Li hai notati?
Io:Ti pare? Ovvio. Io ti guardo sempre molto bene.
Diventa rossa come un dolcissimo peperone.
Io:Ma l' hai fatto per me?
Accenna un ghigno, che però capisco sia per nervosismo.
Martina:Ma scherzi? Ma no. Sono la cavia di Mercedes.
Potrei anche crederci, se non fosse per l'espressione del suo viso che fa trasparire tutto.
Io:Come vuoi, piccola
Arrossisce. È passata giá un'ora ed io non me ne sono accorto, devo andare a fare compere o qualcosa del genere con la mia famiglia e la famiglia Camarena. Mi alzo di scatto.
Io:Scusami, Martina, devo andare a fare dei servizi con la mia famiglia.
Si alza anche lei, con le mie rose tra le mani.
Martina:Sì,non ti preoccupare.
Riesco a leggere nei suoi occhi la tristezza e la delusione.
Io:Ma comunque,stasera andremo a fare una partita di bowling, vengono anche i miei amici e le loro ragazze, vieni?
Mi guarda incuriosita.
Martina:E Stephie non viene?
Io:No, nessuno le ha detto niente. Se nessuno glielo dice, non lo saprá mai.
Vedo formarsi un largo sorriso, sul suo delicato viso.
Martina:Ci sarò. Ma può venire anche Lodovica?
Rimango interdetto da quella domanda. Non che mi dia fastidio, Lodovica mi sta molto simpatica, ma è strano. È la sorella della mia 'ragazza', che è per un certo senso sua acerrima nemica.
Io:Sì, per me va bene.
Mi sorride.
Io:Ti accompagno a casa.
Annuisce, ancora sorridendo. Iniziamo a camminare ed io decido di farmi avanti, sfiorandole piano la mano, facendo intrecciare debolemente i nostri mignoli.
Ci lasciamo per poco, ma poi ci riintrecciamo nuovamente. Questa volta, con coraggio, intreccio tutta la mano, lei non si oppone e la stringe.
La guardo sorridendo. É così bella quando cammina. Si accorge che la sto ammirando e si gira verso di me. Ma io mi rigiro di scatto e guardo in avanti, mentre vedo con la coda dell'occhio che mi sorride adorante. Quando poi, lei si rigira, io la riguardo e passiamo tutto il tragitto a fare questo.
Io:Beh, siamo arrivati.
Dico, dondolandomi sui talloni.
Martina:Sì..
Dice lei, facendo altrettanto. È abbastanza evidente che nessuno dei due vuole dividersi, ma io ho un impegno 'irrevocabile', come dice mia madre.
Io:Ci vediamo stasera?
Martina:Contaci!
Ci sorridiamo ed io delicatamente le lascio la mano, mentre si avvia verso il suo portone. Aspetto che si affacci alla finestra della sua camera e poi me ne vado, arrivando a casa mia.
Entro e sbatto la porta. È sempre noioso tornare qui, con tutti che ti dicono cosa fare, cosa dire e con chi stare. Appena si compie quel fragoroso rumore,mia madre si avvicina.
Mamma:Ah, ma ciao signorino.
Sembra alterata, ma non me ne preoccupo.
Io:Ciao mamma.
Mamma; Spiegami cosa è successo.
Io:Cosa è successo?
Mamma:Perchè hai mollato Stephie qui, ci hai salutato con un gesto della manina sterile e te ne sei scappato?
Io:Mamma, a te non interessa.
Mamma:Oh, sì, che mi interessa Jorge Gabriel.
Io:Non ripetere più il mio nome intero.
Mamma:Lo ripeto quante volte voglio.
Io:Senti mamma, pensa ciò che vuoi, ciao.
Mi avvio verso la mia camera, mentre mia madre continua insistentemente a chiamarmi.
Mi chiudo dentro la mia stanza, prendo il mio nuovo iPhone 6 Gold. La prima cosa utile, che ha fatto quella specie di essere umano di nome Stefania. Clicco sul contatto di Martina e le mando un messaggio.
Io:Grazie per avermi rallegrato la giornata, principessa.
Una volta inviato il messaggio, mi chiedo dove siano Diego e gli altri. Li ho mollati qui prima di andare via. Forse si staranno ubriacando in qualche bar. Non ci penso più di tanto e aspiro un po' di cocaina, che mi fa dimenticare tutto. Stephie, mia madre, mio padre, i miei amici ubriaconi. Tutto. Tranne lo splendido sorriso di Martina, che illumina il mondo.





Angolo autrice:
Ciao pimpe belle,ecco un nuovo capitolo, spero vi piaccia, chiedo scusa se è un po' corto.
Vorrei chiedervi di passare a leggere la storia 'Io e la musica', di @martinapetrella22, è una mia amica, grazie mille.
|Lasciate qualche like e un commy.♥|
#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora