Capitolo 14.

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Pov'a Jorge.
Cosa le ho appena detto? Che somiglia ad una stella? Beh, è vero, ma non è da me.
La bella mora, mi guarda con un sorriso timido e dolce, un sorriso innocente, da bambina. Impossibile non sciogliersi davanti a lei.
Ad un certo punto sento la fastidiosa suoneria del mio cellulare, faccio per alzarmi, delicatamente, in modo da non far male a Martina che era appoggiata a me. Vado a leggere chi era che chiamava. Ed esce bello e chiaro il nome 'Stephie'. Attacco la telefonata e mi distengo di nuovo affianco alla mia bellissima Martina.
Martina:Chi era?
Io:Stephie.
Martina:Perchè non rispondi?
Io:Perchè non voglio rovinare questa serata.
Sorride di nuovo.
Io:Piuttosto, parlami di quel ragazzo di oggi. Chi è? Come l'hai conosciuto?
Martina:Beh, è Ruggero, l'ho conosciuto ad una pizzeria.
Io:Come? Ceh, è venuto lui da te?
Martina:Sì, mi ha portato una rosa.
Io:Che??
Mi alzo di scatto, e automaticamente si alza anche lei. Sono geloso, vabene? Lei rideva sotto i baffi.
Martina:Sei geloso?
Io:Geloso io? Ma scherzi?
Martina:Vabbè...
Controllo l'orario sul cellulare che segna esattamente le 23:45. È tardi.
Io:Ti riaccompagno a casa.
Martina:Giá?
Io:Non ti preoccupare, ci vediamo domani, lo sai?
Martina:Vero. Allora andiamo.
Mi alzo in piedi, aiutando ad alzare anche Martina e rimetto la tovaglia nel cestino, metto il telefono in tasca e mano nella mano, ci dirigiamo verso casa.
Martina:Beh, sono arrivata.
Io:Sì.
Martina:A domani allora.
Io:Sì.
Gira e inizia a camminare. Dove pensa di andare? La blocco, prendendola per il polso.
Io:Dove vai?
Martina:A casa forse?
Indico con l'indice la guancia e lei capisce al volo. Mi schiocca un bacio caloroso, con le sue morbide labbra.
Io:Ora va bene.
Sorride e se ne va, sparendo tra le scale del condominio.
Arrivo anch'io a casa e pian piano entro. Trovo mio padre seduto nel grande salone di casa, che guarda la televisione. Si volta verso di me e con sguardo minaccioso mi fa.
Papá:Dove sei stato?
Io:Sono andato a mangiare una pizza.
Papá:Stephie ti cercava.
Io:Ora la chiamo.
Papá:Bene, notte.
Io:Notte.
Salgo in camera mia, mi metto il pigiama e giá nel letto faccio una telefonata a Stephie.
*A telefono*
Stephie; Amoreee.
Io:Ehy, mi cercavi?
Stephie:Certoo, volevo uscire con te.
Io:Ah, mi dispiace.
Stephie:Facciamo domani a pranzo?
Io:No, devo andare a casa di amici.
Stephie:Appunto,che palleee.
Io:No devo andarci, facciamo un'altra volta ciao.
Non le dò nemmeno il tempo di rispondere che attacco la chiamata, velocemente spengo il mio iPhone e chiudo lentamente gli occhi, addormentandomi di botto.
--
Pov's Tini.
È l'alba. Mi sveglio con calma e indosso un copricostume. Mi rendo almeno presentabile e con il mio libro vado in spiaggia, sul mio scoglio. Prima di leggere inizio prima a fare un piccolo viaggio con la mente, ieri Jorge, mi aveva paragonata ad una stella?! È stata una serata davvero magica, una delle migliori. Awz. Mi risprendo dai miei piensieri e torno con i piedi a terra. Inizio a leggere.
[...]







Ecco che vedo dei piccoli ragazzini che con gommoni e quant'altro si dirgono verso l'acqua e capisco che è tardi, infatti accendo con il piccolo tasto il mio telefono che segna le 10:30. Mi alzo e vado a casa.
Mi distendo sul mio letto, pensando alle cose bellissime che avevo trascorso con Jay, poi sento il campanello bussare. Ci penserá mia madre... proprio in quel momento mi arriva uno strillo.
Mamma:Martinaaa, c'è Mercedes!!
Io:Arrivooo.
Mi alzo come un gatto dal letto e vado alla porta. Abbraccio calorosamte Mer e la trascino in camera, dove ci chiudiamo a chiave.
Mechi:Allora? Com'è andata?
Io:A meraviglia!
Mechi:Che avete fatto?
Io:Abbiamo ballato, mangiato, lui mi ha paragonato ad una stella!
Mechi:Davvero?? Che carinoo.
Io:Oggi viene a pranzo!
Mechi:Mhh...posso rimanere anch'io?
Io:Ma anche no!
Mechii:Cattiva!
Le faccio il segno del bacino, mentre lei mi fa una linguaccia.
Mi prende le mani, mi guarda le unghie..beh, sono un po' impresentabili. Ho dello smalto blu tutto un po' tolto e un po'no.
Mechi:Nononono. Qui ci vuole una manicure.
Io:Oh..
Mechi:Vieni a casa
Io:Vabene. Ah, ma aspetta! Come sta Ruggero? Che gli hai fatto all'occhio?
Mechi:Tutto bene, l'ho medicato e poi siamo stati il pomeriggio insieme
Io:Mmhhh.
Mechi:Pff, andiamo, che le tue unghie hanno bisogno di me.
Prendo il telefono.
Io:Mamma, vado da Mechi.
Mamma:Okkey.
Esco ed entro nella porta di Mer, difornte la mia.
Io:Buongiorno Signora Lambre.
Sgnr.Lambre:Ciao Martina!
Mechi mi porta subito nella sua camera, bellissima! Tutta fuxia. Letto a baldacchino, scrivania disumana. Armadio enormemente enorme. Da uno dei suoi numerosi scaffali, prende un borsellino, rosso a poins, lo apre e babam. Ecco che davanti ai miei occhi spuntano smalti di ogni colore, intensità, brillantezza, grandezza e qualità. Per non contare le innumerevoli limette.
Rimango un attimo stralunata, con la bocca aperta.
Mechi:Beh? Dai Tini siediti che iniziamo!
Mi seggo sul suo comodissimo letto e allungo le mani a lei, che si era seduta a terra, ai miei piedi, sul tappeto fuxia di piume. Prende un viola brillantinato e mi fa il semipermanente e poi attacca su di esso degli adesivi, dei fiorellini bianchi.
Finito il lavoro, guardo stupita le mie mani, sono stupende!
Mechi:Ti piacciono?
Io:Sono perfette! Avrai un futuro!
Mechi:Hahaha, grazie.
Io:Non è che mi faresti anche i piedi?
Estraggo i piedi dalle mie scarpe, sono anch'esse con lo smalto messo e non messo. Allora Mer, inizia a fare il suo lavoro, facendoli uguali alle mani.
Guardo l'orario dal mio piccolo schermo:le 12:30. Oh cavolo.
Io:Mechi devo andare!
Mechi:Vai vai!
Io:Grazie amica mia.
Mechi:Di niente.
Ci abbracciamo e poi mi accompagna alla porta. Entro a casa mia e corro a cambiarmi. Metto un pantaloncino di jeans a vita alta con sopra una magliettina manica sì manica no, lilla con la pancia da fuori. Converse lilla. Trucco leggero. Capelli ondulati. E woilá. Come un orologio a cocù, esattamente alle 13:00, suona il campanello. Corro alla porta, faccio un respiro, un bel sorriso e apro.
Signora Blanco:Ciao Martina.
Io:Buongiorno.
Signor Blanco:Ciao Martina.
Io:Ciaoo.
Eccoloooo.
Jorge, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra:《Non vedevi l'ora di vedermi, eh?
Gli dò un piccolo schiaffo sulla nuca e lo lascio entrare, chiudendo la porta.
Mangiamo tutto il pranzo,io e Jor, ci scambiamo sguardi e sorrisi in continuazione.
Finito tutto, i nostri genitori si mettono a parlare, mentre noi filiamo in camera.
Jorge si butta sul mio letto e inzia a lanciare il mio cuscino in aria, a mo di palla.
Jorge; Che facciamo bellezza?
Io:Boh..
Jorge:Ce l'hai la Playstation?
Io:sì!
Jorge:Che giochi hai?
Inizio ad elencare tutti i giochi, dicendo anche 'Fifa 2015'.
Jorge:Fifa 2015?
Io:Sì.
Jorge:Ti piace il calcio?
Io:Sì,tanto.
Jorge:Wow, sei la prima! Io lo dico che sei diversa.
Sorrido.
Jorge:Beh? Giochiamo?
Io:certo.
Apro la piccola televisione presente nella mia stanza e immetto il gioco all'interno.
Inziamo a giocare, io ho giá fatto tre o quattro goals. Jorge inizia ad irritarsi, ma solo per giocare. Segna un punto, ma barando.
Io:Ehy, hai barato!
Jorge:Non è vero! *Ridendo*
Io; Sì che è vero.
Jorge:No!
Inzia a farmi il solletico ed io cado dalla sedia su cui ero seduta, rido, rido e continuo a ridere, mentre ride anche lui. Cade a sua volta, proprio addosso a me. Le nostre labbra erano ad un centimetro di distanza, mentre tutto il nostro corpo era completamente unito.





Angolo autrice:
Behhh??? Che accadrá??
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#DeaTinista03.

Jortini||•Gli opposti si attraggono.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora