10 settembre 1943 (venerdì)
Lavoravo alla trattoria di Rocco ... un caro amico della mia famiglia, siciliano d'origine; fu lui a procurarmi dei documenti falsi grazie ai quali poté assumermi senza problemi. Alloggiavo al piano di sopra del locale, in una camera dell'appartamento di sua proprietà, dove abitava con la moglie Anna. Nella mia stanza c'era un grande armadio con un fondo fasullo: in realtà celava una porta per la quale si accedeva ad un altro vano in cui Rocco nascondeva da circa un anno i miei genitori. Nel maggio del 42 fu decretata la precettazione per lavoro coatto per tutti gli ebrei. Mio padre era riuscito ad avere un'esenzione grazie al medico provinciale, ma temevamo che la situazione sarebbe peggiorata ancora e la mia famiglia aveva deciso di fuggire. Rocco ci aveva proposto di nasconderci da lui e mi aveva assunto come cameriera.
Il suo locale era frequentato da alcuni mesi da un ufficiale della Wermacht, il capitano Franz Müller, che aveva simpatia per Rocco ed egli era fiducioso in quella sorta di confidenza che, secondo lui, in qualche modo lo tutelava.
Da qualche giorno il governo di Vittorio Emanuele aveva firmato l'armistizio e i tedeschi avevano occupato Bologna. Eravamo tutti sul chi vive, perché temevamo un improvviso aggravarsi della condizione degli ebrei in città. E infatti anche la nostra situazione d'improvviso precipitò. Ero appena scesa nel locale per il mio turno di lavoro e vidi entrare puntuale come al solito, il capitano Müller, ma non era solo.
Non so descrivere cosa provai in quell'istante perché fu qualcosa di terribile e inedito. Sono convinta che il mio volto abbia perso colore dallo spavento come se il sangue si fosse immediatamente asciugato.
Il capitano era accompagnato da un ufficiale tedesco, alto e biondo: un ufficiale della Gestapo!... Pensai istintivamente d'essere stata scoperta. Pensai ai miei genitori, a come avrei potuto avvisarli del mio arresto.
Poi quei due uomini si accomodarono al tavolo consueto di Müller e cominciarono a chiacchierare. Laura servì loro il piatto del giorno. Mi voltai verso Rocco e ci guardammo in silenzio. La voce del capitano mi arrivò alle orecchie.
-Allora, Erich, avevo ragione? Qui si mangia da Dio.
-Sì, Franz, ne convengo... Ma aspetto ancora di vedere la famosa fanciulla campionessa di semplicità e di grazia!
-Ah, vi ho incuriosito! Giulia, si chiama Giulia. Un fiore vi assicuro, se non avessi quasi settant'anni e un matrimonio alle spalle, ci avrei provato... Ma voi! Mi ringrazierete! So che vi piacciono le italiane e che voi piacete a loro, ma badate bene... Giulia non è quel tipo di ragazza, ve ne accorgerete... Una perla, ecco cos'è. Sentire la sua voce è delizia pura, un vasetto di miele, gli occhi sono due lanterne nere che ti sondano dentro... Ah, quanto vorrei avere la vostra età e la vostra prestanza! Una come Giulia è merce rara...
-Dov'è dunque questa bellezza divina?
-Abbiate pazienza Erich, dovrebbe montare in turno tra poco... Eccola, eccola, è al banco che parla con Rocco, il padrone, ... no, non vi girate in quel modo, non fatevi accorgere... Tra breve si avvicinerà al nostro tavolo. Ho chiesto a Rocco di mandarla subito qui, appena montava al lavoro, e certo gliel'ha detto... Sì, eccola, eccola!
Io mi avvicinai lentamente al loro tavolo. Volevo apparire serena e sorridente come al solito, ma avevo una morsa che mi stritolava lo stomaco. Avevo capito che discutevano su di me. La voce che mi uscì tuttavia sembrava priva di tremito.
-Buongiorno capitano Müller, volete anche oggi assaggiare la mia torta?
-Oh Giulia, vengo per questo, lo sapete, siete una cuoca provetta.
-Allora, ve la porto in un baleno.
-Forse anche il maggiore Jӓger vorrà provarla con me; se si fida del mio gusto, cosa ne dite Erich? Su, Erich, non fatemi fare brutta figura con questa bella signorina... Assaggiate la torta, datemi retta, e non ve ne pentirete. Erich..., Erich... Erich?
-La proverò volentieri, Franz.
-Ah, Giulia, che bel sorriso avete! Posso presentarvi il maggiore Jӓger? Erich Jӓger! Parla perfettamente la vostra lingua. Sapete che ha studiato alcuni anni in Italia? Magari avete già sentito parlare di lui in questi giorni.
-Temo di no, capitano.
-Oh, ne sono stupito, mia cara, e voi, amico mio? La vostra fama non è arrivata qui alla periferia di Bologna?
-Smettetela di scherzare Franz.
-Porto due fette di torta di mele e poi, capitano?
-Il maggiore Jӓger è della Gestapo, Giulia, collabora col vostro governo per scacciare dall'Italia tutti quei porci di Ebrei che appestano l'aria in cui vivono. Vi rende un grande servizio, non credete? Che avete?
Gli occhi di quel nazista erano così alteri e sicuri di sé. Mi guardava come se potesse leggere dentro la mia mente. E io sentivo che da un momento all'altro avrebbe scoperto la verità. Tu non ti chiami Giulia tu sei Giuditta Naussbaum e sei ebrea! Risposi subito a Müller:
-Nulla! Il vostro maggiore mi guarda così fisso che mi imbarazza. Posso congedarmi, capitano?
-Andate, cara, andate e portate quella torta squisita che solo le vostre dolci manine sanno preparare, sì, sì andate...
Mi allontanai con il cuore in gola. Laura, la ragazza che serviva con me ai tavoli, che conosceva a sufficienza il tedesco, riuscì a carpire qualcosa dei loro discorsi e ne riferì a Rocco. Parlavano di me, il nazista confermava a Müller che ero una bella ragazza.
-L'avete vista... Allora, che ne pensate? È come l'avevo descritta? Dal vostro silenzio ho temuto che vi avesse fulminato! Ah ah, sorridete... Non mi sono ingannato dunque.
-...-.
-Su, parlate Erich, prima che ritorni qua al tavolo.
-Una splendida ragazza, Franz.
-Ah, approvate! Lo sapevo!
-Credo valga la pena di conoscerla meglio.
-Vi piace, ne ero certo. Ma attento! Con Giulia rischiate grosso, maggiore, non è come le altre, è seria, non dà confidenza ... Potreste cascare come un topo nella trappola.
-Che volete farci, Franz, le donne sono sempre state il mio punto debole.
-Ma questa è speciale ... Potreste innamorarvi.
- Ah ah, adesso esagerate Franz.
-No,... Forse no, ma permettetemi comunque di illudermi.
-Per quale motivo?
-Siete troppo presuntuoso, Erich, mi infastidite: è vero, le donne vi cadono ai piedi, ma solo un certo tipo di donne. Giulia è una brava ragazza, una speciale brava ragazza.
-Sembra siate quasi geloso, Franz.
-Geloso? No, assolutamente no, non fraintendete, Erich. Io sono felicemente sposato, ma non mi dispiacerebbe che una come Giulia vi desse una bella lezione.
-Davvero?
-SSt, tacete ... Eccola che torna ... Fate finta di nulla, non la imbarazzate ... Avete visto com'è impallidita prima? Con calma, c'è tempo ... Adesso conoscete il locale, vedrete, il cibo è sano e ottimo.
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GIUDITTA E OLOFERNE
Historical FictionGiuditta Naussbaum è una ragazza ebrea che lavora come cameriera sotto il falso nome di Giulia Sarti presso un amico di famiglia, Rocco Scalisi. Rocco la ospita nel caseggiato di sua proprietà e nasconde in un passaggio segreto i suoi genitori. Nell...