26. Cena sulla sponda del lago

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25 ottobre (lunedì)
Undicesima uscita.

-Ecco il menu, Giulia, scegliete ... sono lieto che abbiate accettato il mio invito a cena.

-Potevo fare altrimenti?

-Ecco che ricominciate! Vi sono ancora così inviso da non provare nessun piacere per la mia presenza? Io sono certo di non ingannarmi! Siete cambiata, il vostro viso è più rilassato, le vostre parole più spontanee e meno controllate. Potete negare che la vostra avversione nei miei confronti sia diminuita o scomparsa?
Mi piace il vostro sguardo stupito ... vi dissi che ho una notevole capacità di leggere le emozioni.

-Capacità o presunzione?

-Ditemi voi se mi sbaglio.

-Sì e no.

-Cosa significa "sì e no"? Forse è un modo elegante per non rispondere? Non siate orgogliosa ... ammettetelo ... la mia presenza vi è quasi gradita. Perché quell'espressione sorniona? Spiegatevi.

-Ci sono cose che non si riescono a spiegare, nemmeno a se stessi. Per non farvi andare in collera proverò a rispondere ma badate ... dovete promettermi di non risentirvi poiché nel parlare corro lo stesso rischio del tacere.

-Jawohl, Giulia, lo prometto.

-Non posso giudicare serenamente me stessa poiché sono obbligata ad uscire con voi ... non ho altra scelta.

-Tutto qui? Cosa pensate di me Giulia? Mi reputate sempre un orco?

-Ritengo siate un uomo imprevedibile e questo mi spaventa. Crudele, spesso. Generoso, a volte, da sbigottirmi. Non so ancora chi siete, Erich, e temo di scoprirlo e di restarne delusa. I pensieri e le opinioni che esprimete mi danno un'immagine di voi che contrasta con l'uomo capace di azioni caritatevoli.

-Continuate ... ciò che dite mi piace, Giulia e mi lusinga. Al contrario di ciò che pensate, io ritengo che nell'approfondire la conoscenza reciproca, voi non resterete insoddisfatta.

-Davvero? Come posso dimenticare che avete ucciso un uomo davanti ai miei occhi?

-Un ebreo!

-Un uomo!

-Un cane di ebreo che mi minacciava con la pistola! E minacciava anche voi! Che cosa avrei dovuto fare? Ho pensato a voi innanzitutto ... poteva spararvi.

-Non lo avrebbe mai fatto ... non a me. Scappava dalla Gestapo ... da voi, mag... Erich.

-Come posso sapere che cosa avrebbe fatto? E voi? Mi sono difeso e vi ho difeso. Non avevo altra scelta che ucciderlo!

-Io non so chi voi siate, maggiore Jäger...

***

26 ottobre (martedì)

Chiesi un permesso a Rocco per tornare a trovare le mie nonne. Da sola questa volta. Il mio cuore gioì perché le trovai di nuovo insieme, felici come due pasque.

-Nonna Albina! Nonna Matilde! Come siete belle! Sorridete come degli angeli.

-Oh guarda Matilde, c'è Giulia ... è venuta a trovarci, no ... cosa fai? Che incosciente! Non devi alzarti, sei ancora troppo debole! Infermiera! Infermiera! Non mi dai mai retta!

-Ma zitta, Albina, non far arrivare quel carro armato col camice bianco. Le gambe mi reggono e voglio stare in piedi ... hai capito? Voglio abbracciare Giulia, vieni qua Giulietta! Che piacere vederti! Ma dov'è quel bel giovane che ti accompagnava la scorsa volta? Quel tedesco ... hai fatto bene a lasciarlo stare, carina ... uno straniero ... è meglio che sposi un italiano ... anche se era proprio un bel ragazzo, vero Albina?

GIUDITTA E OLOFERNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora