6. Chiarimenti

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Il furgone continuava la sua corsa e nessuno di noi riusciva a intuire dove ci stessero portando e che senso avesse ciò che ci stava succedendo. L'unica cosa che avevo sentito dire era di un interrogatorio ... ma su che cosa e a quale scopo? Nel cuore ognuno sperava che si andasse verso la libertà ma non osava esprimere questo pensiero a voce alta per la paura d'essere subito smentito o per esorcizzare questa paura. Così stavamo in attesa, paghi l'uno dell'altro, finché fosse durato questo tempo di grazia.

-Andiamo, Rocco... non potete andare più veloce? Quanto manca al luogo dell'appuntamento?

-Non molto, maggiore.

-Non posso rischiare che fallisca la nostra missione. Se il comandante ha dei sospetti e telefona al tenente colonnello Eichmann, se racconta ciò che ho fatto, non dubito che questi cercherà subito di rintracciarmi e se parla con il tenente Schmidt scoprirà la verità.

-Pensate che il tenente Schmidt vi denuncerà?

-Non ho alcun dubbio.

-Non temete, maggiore, saremo al posto stabilito in non più di mezz'ora. Ma voi che cosa farete dopo? Non credo vogliate tornare a Bologna. Se vi scoprono, rischiate la pelle.

-Sono costretto per ora. Non posso e non voglio disertare. Se ciò che ho fatto verrà alla luce mi assumerò le mie responsabilità.

-Sarete fucilato.

-Ho scritto al Führer ... ho chiesto di essere mandato al fronte per difendere la mia patria.

-Al fronte? Dove?

-In Russia.

-Mmh ... Perché avete fatto tutto questo, maggiore? Io e voi sappiamo bene come è iniziato ... la vostra avversione per gli ebrei, il treno della morte... Voi siete un allievo perfetto di Eichmann, perché allora? Mi avete tirato fuori dal carcere, avete voluto che fingessi di essere il vostro autista ... proprio io, con l'uniforme tedesca! Non avrei mai potuto immaginare una cosa simile.

-Neanche il capitano Müller.

-Perché? avete salvato Giulia e la sua famiglia da Auschwitz dove il vostro o tenente li aveva spediti credendo di farvi cosa gradita ... perché? Per Giulia?

-Giulia o Giuditta... sì. Sì, Rocco, sono innamorato di quella ragazza... anzi disperatamente innamorato.

-A questo punto non posso proprio dubitarne.

-E lei mi odia ... e a ragione. L'ho schiaffeggiata, l'ho insultata! Le ho puntato la pistola in testa ... stavo per ucciderla.

-Capisco. Siete certo dei sentimenti ostili di Giuditta?

-Pensateci, Rocco. Anche se potesse perdonare il modo ignobile in cui l'ho trattata ... ha scoperto dove mando la sua gente. Come potrebbe provare affetto per l'aguzzino che condanna il suo popolo allo sterminio? Chi lo farebbe? No, è impossibile. Tra breve rinuncerò a lei per sempre e vi confesso che la mia vita futura mi appare già senza senso.

-Per questo avete deciso di combattere?

-Sì, è un motivo. Ma non solo ... non avrei più potuto catturare un solo ebreo. Ho iniziato a soffrire di incubi. Sogno migliaia di prigionieri ebrei che mi fissano con orrore, vedo i loro occhi sgranati, i visi smunti che mi accusano.

-Incredibile!

-Non mi credete?

-Maggiore! Io ricordo ancora l'arroganza con cui avete minacciato di bruciarmi il locale. Cosa vi è successo?

-Non mi credereste, Rocco. E non c'è il tempo per raccontare.

-È il più clamoroso caso di conversione che io abbia mai sentito. Perché non parlate con Giuditta? ditele che siete pentito!

GIUDITTA E OLOFERNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora