25. Come un gatto col topo

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Padre Aldo mi raccontò che appena lo tirarono giù dalle funi con cui l'avevano appeso per le caviglie, non riusciva a rimettersi in piedi. Lo strattonarono su una sedia, gli gettarono addosso i suoi abiti tra cui la tonaca talare e gli comandarono di rivestirsi cosa che fece con fatica. Poi lo tirarono su in due e lo portarono davanti al maggiore.

-Oh, eccovi qua, padre Aldo. Sedete prego in questa sedia davanti a me …. Dunque … spero che abbiate riflettuto seriamente e siate pronto a collaborare …
non rispondete? Vi prego di non abusare della mia pazienza.

Allora? Volete confessare i nomi dei terroristi che hanno ucciso tre dei miei uomini?

-…

-Non mi fate aspettare troppo, potrei risentirmi e diventare cattivo.

-Non ho nulla … da dire.

-Credo che non abbiate capito che cosa state rischiando.

-Non posso e …saudir … vi, maggiore. Mi avete … ap...appeso … come Pietro a … a testa in giù, mi avete denudato … come nostro Signore … cos’altro maggiore? Non violerò il segreto del … del confessionale.

-Vi fate scudo con questo segreto! Io non credo affatto che siate venuto a conoscenza dei nomi dei banditi con questa ‘confessione’, ma che siate coinvolto in prima persona con quegli assassini. Ah … continuate a negare! Parlate! O sarò costretto a farvi giustiziare come complice.

-Non … ho … niente … da dirvi, maggiore, oltre ciò … che ho … che ho spiegato.

-E adesso? La bocca della pistola sulla vostra nuca è abbastanza fredda? È sufficiente per capire che sto facendo sul serio? Parlate! Parlate o … sparo!

-Non ho … non ho niente da dire … se non che … che vi perdono, maggiore Jäger. Dio vi aiuti … vi aiuti a capire … l’orrore delle vostre azioni.

-Peggio per te, prete! Sei testardo come un mulo! Te la sei cercata da solo … volevo aiutarti, ma ora non posso fare più nulla!

 Padre Aldo mi raccontò d’aver chiuso gli occhi. Sentiva la maggiore pressione sul collo della canna della pistola. Disse d’aver mormorato con voce sommessa:

-Signore Iddio, accogli la mia povera anima tra le tue braccia.

***

24 ottobre domenica

Due giorni dopo i due tedeschi ritornarono al locale. Io dissi a Rocco che avrei fatto scambio di tavoli con Laura. Non avevo nessuna intenzione di avvicinarmi al maggiore Jäger, né di parlare con lui. Rocco era preoccupato delle conseguenze del mio atteggiamento, ma non volle imporsi a principio. Ma poi …

-Giulia, il capitano Müller continua ad insistere che tu vada a servire al suo tavolo.

-No Rocco, non ci andrò. C’è il maggiore jäger con lui e non voglio parlarci, né avere più niente a che fare con quell’uomo.

-Sai cosa rischiamo, ragazza?

-Sì. Ma non posso cedere, Rocco, non posso accettare che padre Aldo venga ucciso.

-Padre Aldo sapeva bene ciò che l’aspettava. E non avrebbe voluto che tu e la tua famiglia rischiaste la vita per il suo arresto. Devi arrenderti Giulia, fino a quando noi avremo la certezza che possiamo trasferire te e i tuoi genitori in un posto più sicuro.

-No! Non posso. Ho già detto a quel nazista che non voglio più vederlo.

-E invece lo vedrai, Giulia! Bastona il tuo orgoglio e va a servire quel tavolo! Quell’uomo può farti del male, ragazza! Chiudere la mia attività e farci arrestare tutti! Se poi scoprisse che tu sei ebrea per tutti noi c’è Auschwitz.

GIUDITTA E OLOFERNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora