23. L'interrogatorio

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Il maggiore Jäger lesse con attenzione i fogli della cartella dove Hans aveva riportato le accuse sul prete.
Poi fece cenno al tenente di introdurre il prigioniero.

-Ben arrivato, padre Aldo, prego, sedetevi qua davanti a me, ... bravo, così. Hans puoi andare adesso, lasciami alcuni minuti ... vediamo se il prete è ragionevole .... Facciamo che aspetti qui fuori finché non ti chiamo, jawol?

-Sì maggiore, heil Hitler!

-Gut ... eravate a conoscenza padre Aldo che vi avrei convocato per interrogarvi ... ho preferito avvisarvi con un buon anticipo ... In modo che aveste il tempo di riflettere e prendere delle decisioni.

-Convocato? Dica la verità maggiore, io sono stato arrestato.

-Suvvia, non siate così drammatico. Per ora preferisco parlare di convocazione ... almeno finché non vi avrò fatto alcune domande che mi premono. Naturalmente, se vi mostrerete reticente come l'ultima volta (ricordate?), sarò costretto a trasformare il 'fermo' in 'arresto'.

-Perché giocare sulle parole, maggiore Jäger? I suoi uomini ieri mi hanno prelevato con la forza! Può definire questo una convocazione per un interrogatorio? Conosco ormai come funzionano gli interrogatori della Gestapo, so già cosa mi aspetta.

-E che cosa vi aspetta, padre Aldo?

-Non mi prenda in giro maggiore.

-E non farlo nemmeno tu, prete! E ora zitto! Chiudi quella bocca e ascolta ciò che ho da chiederti. E ti consiglio di rispondere e di essere molto preciso se non vuoi che ti lasci nelle mani del tenente Schmidt. Ti ricordi del tenente Schmidt, prete?

-...

-Ti ho chiesto se ti ricordi del tenente Schmidt!

-Sa già la risposta.

-Vuoi farmi uscire dai gangheri?

-Lei sa bene che il tenente Schmidt mi ha torturato su suo ordine mesi fa ... e sono certo che è per questo che ieri lo ha mandato ad arrestarmi. Voleva spaventarmi.

-Gut! Adesso che sappiamo che la tua memoria funziona bene, prete, possiamo procedere all'interrogatorio.
Sei a conoscenza che una squadra di terroristi ha distrutto un nostro deposito di munizioni. Due dei miei uomini sono morti e il terzo è spirato qualche giorno fa per le gravi ustioni riportate. Io devo prendere quegli assassini!

-Mi dispiace, maggiore, per i suoi uomini.

-Voglio quegli assassini! Il tuo Dio non insegna che è 'peccato' uccidere?

-Constato che ricorda qualcosa del catechismo imparato da bambino.

-Hai capito? Voglio quegli uomini!

-Non posso aiutarla, maggiore.

-Sono certo che tu li conosci ... sì. E li hai anche aiutati a scappare ... nella processione ... li hai confusi tra i tuoi parrocchiani!

-Non so di cosa parla. Ripeto: non posso aiutarla.

- Non puoi ... o non vuoi?

-Entrambe le cose, maggiore Jäger, ... sono un sacerdote e come sa sono legato al segreto del confessionale.

-Una scusa! Vuoi farmi credere che tutti i terroristi sono venuti a confessarti da te? Mi prendi per uno stupido?

-Voglio dire, maggiore, che se sono venuto a conoscenza di notizie tramite il sacramento della confessione, sono tenuto al segreto. Tutto qui. Poi lei può giudicare come vuole, ho già detto che non posso aiutarla.

-E se ti dicessi, prete, che qualcuno ti ha visto parlare con uno di quei terroristi? E che ho la sua deposizione firmata qui davanti a me? Eccola! Leggi prete! Come vedi qualcuno dei tuoi parrocchiani non si rifiuta di dire la verità!

-Non so chi sia, maggiore. Non conosco il nome di tutti quelli che frequentano la mia parrocchia.

-Ma questa persona conosce bene te, prete! E ha riconosciuto il terrorista con cui parlavi! Uno di quelli che abbiamo identificato come responsabili dell'attentato. Cos'hai da dire adesso?

-Non posso aiutarla maggiore.

-È la tua ultima parola?

-Sì, maggiore.

-Damn! Ti avevo avvertito! Ti pentirai della tua ostinazione! Tenente Schmidt! Hans! Venga a prendere il prete!


***

20 ottobre (mercoledì)

Non sapevo come aiutare padre Aldo. Il maggiore era irreperibile e non potevo avere informazioni da nessun'altra fonte. Poi mi ricordai del capitano Müller. Lui conosceva padre Aldo di vista e sapeva quanto io lo stimassi, più volte gli avevo raccontato del corso che dovevo iniziare. Era stato Rocco a suggerirmi di parlarne per rafforzare la convinzione che fossi un'italiana cattolica.

-Capitano Müller, c'è qui una ragazza che chiede di voi.

-Una ragazza?

-Una ragazza italiana, signore, una bella ragazza.

-Fatela entrare, Rolf ... vediamo chi è questa fanciulla che mi cerca ... oh, che sorpresa! Giulia! Sei tu! Che cosa posso fare per te?

- Capitano Müller ... mi perdoni ... ma non posso aspettare di incontrarla all'ora di pranzo da Rocco. Ho bisogno di parlare con lei, da sola, senza il maggiore Jäger.

-Capisco. Siediti, Giulia ... so perché sei qui. Padre Aldo, giusto?

-Sì ... può fare qualcosa, capitano? Temo per la sua vita.

-E hai ragione.
Sfortunatamente non posso aiutarti ... non mi occupo degli affari della Gestapo.

-Però lei conosce molto bene il maggiore Jäger.

-Bene ... bene è una parola grossa. Ci frequentiamo spesso per motivi di lavoro ... ma non posso permettermi di interferire con le sue indagini.

-Lei conosce i metodi della Gestapo! Li approva?

-Su, Giulia, sai che sento molto affetto per te e farei di tutto per accontentarti mia cara, ma ...

-Per favore! Parli con il maggiore, forse le darà retta e lo rilascerà.

-Ah, Giulia! L'ho già fatto, senza alcun risultato. Ma tu non smettere di sperare ... se è innocente verrà rilasciato. No! Non fare così, non piangere! Tenterò di nuovo ... ma tu ... consolati, cerca di stare allegra ... vedrai che tutto si risolverà ... prendi il mio fazzoletto Giulia, asciugati gli occhi, non disperare ... andrà tutto bene, sì cara, andrà tutto bene.


***

Quel giorno appena chiuso il locale, Rocco salì a parlare con me e con i miei genitori. Gli avevo raccontato dell'incontro con il capitano Müller e mi aveva rimproverato per essermi esposta in quel modo imprudente. Mi aveva detto che padre Aldo non avrebbe mai accettato che rischiassi la mia vita per lui. Ai miei genitori non riferimmo nulla. Stavamo seduti nella mia camera a luci spente quando Rocco bussò.

-Aaron, Giuditta ... cara Dina ... ho brutte notizie, purtroppo ... Mario ha mandato un biglietto con il figlio ... è tutto rimandato, non si sa quando. Hanno paura a muoversi, pare ci sia una spia che ha segnalato la presenza dei suoi inquilini alla Gestapo ... tuttavia ritiene che non conoscano il nascondiglio, altrimenti avrebbero già fatto incursione ...

-È terribile! Sanno chi è il traditore?

-No, non con certezza, Giudy, ma hanno dei sospetti. Questo significa per noi essere più prudenti, poiché non potete ancora lasciare questo posto.

-La maggiore sofferenza è per mia figlia, Rocco, è lei che rischia la vita ogni giorno uscendo con quel nazista.

-Sì, Dina ... ma Giuditta è molto coraggiosa, saprà pazientare e circuire quell'uomo ... e non commetterà imprudenze, vero Giudy? Vedi Dina? Tua figlia annuisce, sa che ho ragione, lei resisterà ancora il tempo necessario ... so che sei amareggiato Aaron, non devi, non è colpa tua ... sono certo che avremo la nostra rivincita ... il terzo Reich verrà sconfitto e distrutto ... un giorno, la vergogna per questi fatti terribili farà rabbrividire d'orrore tutto il popolo tedesco!

GIUDITTA E OLOFERNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora