21 ottobre giovedì
Decima uscita.Finalmente il maggiore ricomparve all'ora di pranzo nel locale di Rocco e nonostante il fastidio per la sua presenza, non vedevo l'ora di domandargli della sorte del sacerdote. Tuttavia non ci fu durante il pasto l'occasione opportuna, né il capitano Müller tentò in qualche modo di aiutarmi. Mi preparai per la decima uscita con Jäger rimuginando le parole adatte con cui gli avrei chiesto informazioni su padre Aldo e cercando di dominare la collera che agitava il mio cuore.
-Non avete detto una parola, Giulia, la cena non era di vostro gradimento? Ah ... il vostro sguardo finalmente si solleva dal piatto! Su parlate! So perfettamente il motivo del vostro corruccio ... aspettavo delle domande da voi ... e invece tacete! Non alzate gli occhi se non per trafiggermi col vostro rancore! Non posso compiacervi, Giulia, è il mio dovere di soldato.
-Dov'è padre Aldo? È ancora vivo?
-Ah, ecco le vostre domande! Perché solo adesso che ho rotto il ghiaccio? Cosa temevate? Che mi rifiutassi di rispondervi? Ecco che arricciate le labbra, conosco ogni più piccola espressione del vostro volto ... pronta alla battaglia ... avanti! Colpite! Sono pronto.
-Voi mi deridete! Ma io sono furiosa con voi, furiosa!
-Per l'appunto.
-Perché non mi dite nulla? Cosa gli avete fatto? Smettete di guardarmi come se fossi pazza e rispondete!
-Amo le vostre smorfiette da 'guerriera',... non posso evitare di guardarvi, mi delizia scoprire ogni giorno un nuovo muscolo del vostro viso. Ancora sono a digiuno dei muscoli del sorriso: li usate ben poco.
-Davvero? E ve ne stupite?
-No ... ma non potete impedirmi di sperare.
-Sperare che cosa? Sono sempre stata onesta con voi.
-Sperare che un giorno giungerete a non vedermi più come un orco ma come un uomo, un uomo che vi ammira, un uomo che se gli deste la possibilità potrebbe sorprendervi.
-Le vostre 'sorprese' fanno male. Ditemi di padre Aldo.
-Non vi illudete, sono caparbio, non rinuncio con facilità. Padre Aldo è in carcere, a breve sarà nuovamente interrogato.
-Dunque è vivo! E sta bene?
-È vivo ... per ora. Ma non voglio mentirvi: se verrà riconosciuto colpevole sarà fucilato.
-Oh Signore, no! io sono certa che non ha nulla a che fare con il vostro attentato! Maggiore ... voi dovete credermi!
-Maggiore? ... Erich.
-Erich, io ne sono certa, vi ripeto. Un uomo che parla con la sua vita d'amore e compassione non può essere coinvolto in eventi del genere!
-Siete splendida quando vi accalorate. Quasi quasi potrei essere geloso di quel prete per l'ardore che mostrate nel difenderlo. Ah adesso arrossite ... non vi amareggiate, apprezzo il vostro buon cuore. Purtroppo per lui abbiamo dei testimoni che lo accusano. Non posso dirvi altro, dovete fidarvi di me.
-Fidarmi di voi! Ho saputo che è già caduto una volta nelle vostre grinfie e ne è uscito vivo per miracolo! Sì, so tutto, vi stupisce che io sappia? ... No! Padre Aldo non mi ha detto niente, so da altri. Come posso fidarmi di voi? Sono al corrente del tipo di interrogatori che usa la Gestapo!
-Giulia! Io devo arrestare dei terroristi!
-Non è vero! Voi avete bisogno di un capro espiatorio!
-Ora mi offendete! Basta così! Sono ufficiale e ho dei doveri. Ho parlato anche troppo, ho sopportato anche troppo!
-Anche io. Accompagnatemi a casa, per favore, sono stanca.
-Sedetevi!
-Voglio andare via, sono stanca ... volete per favore riaccompagnarmi a casa?
-Su, sedete ... cercate di capirmi.
-Vi prego, Erich. Portatemi a casa.
Finalmente si decise ad accontentarmi. Avevo smesso di parlare e continuavo a tenere gli occhi bassi sul piatto. Il viaggio in auto avvenne nel più completo silenzio da parte mia.
-Ecco siete arrivata, pensateci su, confido che comprenderete la mia posizione. Guardatemi, maledizione!
-Vi guardo, ... siete soddisfatto?
-Siete una ragazza impertinente e caparbia. Badate a voi! Potrei arrabbiarmi sul serio!
-Non ci sarà bisogno. Non riesco più a sopportare questa situazione; fate quello che volete ma io non uscirò mai più con voi.
Corsi, aprii la porta, m'insinuai all'interno e chiusi con due giri di chiave così rapidamente che mi sembrò d'essere un filo di vento. Cosa avevo fatto? Era stato un bene provocarlo in quel modo?
-Giulia! ... Giulia! Damn! Fermatevi! Maledetta ragazza! Aprite! Aprite la porta!
Sembrava un pazzo poiché urlava e sbatteva i pugni contro il portone. Non sapevo cosa fare, non accennava ad andarsene ma per provvidenza il suo autista uscì dall'auto preoccupato e cercò di fermarlo. Allora rinsavì e rientrò in macchina.
-Signore ... signore ... lasciate stare signore. Vi porto a casa?
-Maledetta femmina! Gliela farò pagare! Vai Heinz, portami in caserma!
***
22 ottobre venerdìCredo che quella notte il maggiore ebbe sogni molto agitati poiché la mattina dopo arrivò a una decisione insperata.
-Siete sicuro, signore? il prete è ostinato ma io so che parlerà ... ve lo assicuro. Perché volete rilasciarlo?
-Mi sono convinto che sia solo una pedina, una vittima della situazione. Conosce i partigiani e il loro nascondiglio? Può darsi ma indirettamente, tramite qualche parrocchiano che si è confidato.
-Come mai avete cambiato opinione, maggiore? Non capisco.
-Ho riflettuto, Hans.
-Perdonatemi ma sono convinto che quel prete giochi un ruolo fondamentale in queste fughe organizzate dalla città e che sia in contatto con gli uomini che cerchiamo. Vorrei provarlo, signore, lasciatemi continuare.
-No! Non voglio causare un intervento del Vaticano o fare di questo prete un martire della fede!
-Ma mi sembrava che prima ...
-Vi ho detto che ci ho riflettuto. Portatelo qui, Hans nel mio ufficio. Farò un ultimo tentativo per persuaderlo a parlare ... dov'è adesso?
-Nella solita stanza. L'ho fatto spogliare e appendere per i piedi per farlo spaventare un poco ...
-Rivestitelo e conducetelo qua.
-Siete davvero certo maggiore? Non volete lasciarmi un po' di tempo? Un'ora, non più di un'ora... sputerà quei nomi, ve lo assicuro.
-Portatelo qua, Hans, adesso!
-Credo che sia un errore, signore.
-Mi prendo la responsabilità di ciò che faccio, tenente. Portatelo qua, ora!
-Come volete maggiore. Heil Hitler!
-Heil!
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GIUDITTA E OLOFERNE
Historical FictionGiuditta Naussbaum è una ragazza ebrea che lavora come cameriera sotto il falso nome di Giulia Sarti presso un amico di famiglia, Rocco Scalisi. Rocco la ospita nel caseggiato di sua proprietà e nasconde in un passaggio segreto i suoi genitori. Nell...