6. Intimidazioni

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14 settembre 1943 (Martedì)

Il lunedì, con nostra grande sorpresa, i due tedeschi non vennero in trattoria. La loro assenza, soprattutto quella del capitano Müller era insolita poiché egli pranzava e cenava sempre da Rocco. Da un certo punto di vista avremmo potuto essere sollevati da questa stranezza ma in realtà ci mise parecchio in allarme. Infatti il giorno dopo il capitano Müller si presentò al locale di buon mattino, forse una mezz'ora dopo l'apertura, e Rocco mi riferì d'essersi lui stesso molto agitato. Non c'era nessuna ragione immaginabile che facesse presentire quella visita fuori orario.

-Capitano Müller! Qui, a quest'ora? Che succede? Posso servirvi la colazione?... Aspettate qualcuno? La vostra espressione mi allarma...

-Su Rocco, sedete con me, ho bisogno di parlare con voi.

-Ma ci sono i clienti...

-Bah... Se ne occuperà Laura, non vi tratterrò a lungo... Sedete! Lasciate stare il grembiale, vi ho detto che non vi tratterrò....

-Di che si tratta?... Devo spaventarmi?

-Ah ah, mio caro amico... Sapete che da lungo tempo vi proteggo e vorrei continuare a farlo, se me lo permetterete. Ma dipende solo da voi...

-Il vostro discorso mi confonde. Cosa volete da me capitano?

-Niente di difficile, Rocco. Sapete che non ho mai permesso alla Gestapo di indagare su di voi e sulla vostra famiglia. Vi stimo, voi e vostra moglie, e apprezzo che abbiate voluto prendervi cura di Giulia, dato che non avete figli. Giulia è una ragazza splendida...

-Sì, ma soprattutto onesta e semplice. Non permetterei a nessuno di farle del male.

-Vi dicevo che non ho mai concesso alla Gestapo di perquisire questo luogo anche se qualche volta ho notato brutti ceffi che cercavano di voi.

-Brutti ceffi? Capitano, non so di cosa stiate parlando.

-Persone sospette, forse ebrei.

-Ebrei in questo locale? Mai! Non avete letto il cartello all'esterno? "Vietato l'ingresso ai cani e agli ebrei"! Ma se qualcuno fosse entrato a mia insaputa, come potrei esserne venuto a conoscenza? Voi, capitano, se avete il sospetto su chicchessia vi prego subito di comunicarmelo perché io provveda.

-Suvvia, amico mio, non è così come dite, ma facciamo finta di crederci e arriviamo al nocciolo della questione: Giulia! Il maggiore Jӓger vuole conoscere la ragazza e le ha chiesto di uscire con lui, ma ella si è rifiutata con decisione, mettendo il maggiore, a suo sentire (che io non condivido) in ridicolo di fronte agli altri commensali. Il maggiore è deciso a vendicarsi della ragazza e temo di non riuscire ad evitare questa volta una perquisizione del locale e dei vostri alloggi. A meno che...

-A meno che... cosa?

-A meno che Giulia si rassegni ad uscire con il maggiore. Io posso garantire che alla ragazza non succederà nulla di male. Erich aveva il desiderio di frequentarla, ma senza mancarle di rispetto.

-Volete che costringa Giulia ad uscire con il maggiore Jӓger? Mi state chiedendo di costringerla?

-Costringerla! Che parola grossa. Si tratta di rimediare ad una gaffe, amico mio. Erich è un uomo corretto, ma anche molto permaloso e quel rifiuto così palesemente espresso, ha offeso la sua sensibilità di uomo. Io lo conosco bene e data la sua autorità non potrei oppormi a un ordine di perquisizione e forse addirittura di chiusura del locale.

-Chiusura! Volete chiudermi il ristorante, ma perché?

-La Gestapo non va troppo per il sottile... Troveranno sicuramente un motivo per giustificare tutto quanto. Ecco, io vi ho avvisato e sono a posto con la mia coscienza. Parlate con la ragazza e spiegatele la situazione... Io credo che converrà con me che un piccolo sacrificio da parte sua potrebbe evitare un maggior danno a voi e a lei stessa che finirebbe ... per perdere il lavoro.

-Siete sicuro di quel che dite?

-Se ho voluto parlarvi, è perché il maggiore mi ha manifestato le sue intenzioni. Non c'è altro modo di fermarlo se non che Giulia si scusi del diniego e si proponga di soddisfare il desiderio di Erich. Se la ragazza si pone in modo umile, egli potrebbe restare appagato anche della sola richiesta di perdono. Cosa ne dite? Ho bisogno di una risposta ora, subito, poiché dovrò convincere il maggiore ad accompagnarmi stasera senza la scorta dei soldati della Gestapo. Allora Rocco? Posso contare su di voi? Non guardatemi in tal modo, come se fossi un nemico, io desidero solo aiutarvi.

-Parlerò con Giulia... Prendete tempo.

-Tempo non ce n'è. Fate presto! Stasera sarò qui con il maggiore Jӓger.

***

Appena fui messa al corrente della situazione, l'angoscia con cui già convivevo da qualche giorno divenne terrore puro. Io non volevo uscire con quel nazista, non mi sentivo in grado di sopportare la sua presenza nemmeno per pochi minuti figurarsi delle ore! Eppure sembrava che la situazione fosse inevitabile, che fossi costretta a rassegnarmi all'idea perché non esisteva via d'uscita. Nonostante ciò il mio cervello continuava a rimuginare nella speranza che qualche improvvisa illuminazione mi affiorasse nella mente. Ma non arrivò nulla. Ero disperata.

-Rocco, oh Rocco, sto male!

-Lo so, Giulia, e lo capisco. Vorrei tanto che questo ti fosse risparmiato. Non lo meriti, piccolina.

-Non c'è scampo! Papà, mamma e io verremmo arrestati e chiusi ad Auschwitz! Quell'uomo scoprirà la verità in un attimo! Io non riuscirò a ...

-No, no, ascolta... Siediti Giulia e ascolta... Ho già parlato con Aaron e Dina e li ho persuasi. Dobbiamo prendere tempo ed evitare che la Gestapo perquisisca il tuo alloggio. Il passaggio è ben celato, ma sono astuti e potrebbero trovarlo. Serve tempo Giulia! Devo organizzare la fuga e prendere contatto con i partigiani. Vi nasconderanno in un posto sicuro in attesa di farvi attraversare il confine. Conosco una famiglia in città che nasconde una radio ed è in contatto con i partigiani... Parlerò con loro... Spero che accettino di aiutarvi. Ma se mi rispondessero negativamente, mi rivolgerò a Padre Aldo.

-Perché non chiedere subito a lui?

-È un rischio, cara. So che la Gestapo lo tiene d'occhio; aspettano di avere le prove per arrestarlo e fucilarlo. No, per prima cosa contatterò la famiglia Calò.

-E io, Rocco? Io cosa devo fare? Vuoi davvero che chieda scusa a quell'ufficiale, che mi umili di fronte a lui per qualcosa che era mio diritto decidere?

-Io so quanto ti costerà, Giulia mia, ma non per orgoglio, no. So che non c'è una briciola d'orgoglio nel tuo cuore di fanciulla, ma so quanto è importante per te la dignità, la libertà, il rispetto. Sì, so quanto ti costerà chinare il capo a questi tuoi principi per la salvezza di tutti noi. Ti conosco e spero che lo farai per questo, non per te stessa. Sbaglio forse?

-È vero che preferirei morire piuttosto che rinunciare alla mia dignità di persona umana. Ma lo farò, Rocco, per papà e mamma, anche se loro non me lo imporrebbero mai; lo farò per te a cui devo tanto. Non c'è un'altra strada. Spero che il maggiore Jӓger si accontenti della mia umiliazione e non voglia far subire a voi altre conseguenze. Se vorrà, uscirò con lui, una volta, due, quanto sarà necessario a te per preparare la nostra fuga.

-Vieni tra le mie braccia figliola... E adesso vai a parlare con i tuoi genitori.

-Sì, Rocco, ma prima ho bisogno di pregare.

🙆Spero che la storia vi piaccia. Fatemi sapere con i vostri commenti.❤️

GIUDITTA E OLOFERNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora