13. Quante volte ancora dovrò vedervi?

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25 settembre (Sabato)Terza uscita

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25 settembre (Sabato)
Terza uscita.

Il maggiore si assentò per alcuni giorni senza preavviso. Tuttavia tramite il capitano Müller mi avvisò che martedì non poteva mantenere l'impegno (con mio grande sollievo) ma sabato sarebbe passato direttamente a prendermi a casa alla solita ora.
La sera del sabato il maggiore mi portò un altro mazzo di fiori. Aveva il solito sorriso altero nelle labbra e le iridi baluginavano di un intenso fuoco azzurro. Non dubitava di conquistarmi e ce la stava davvero mettendo tutta.

-Questi sono per voi, frӓulein Giulia, vedete ho preso i vostri fiori preferiti, rose bianche e rosse.

-Sono stupende.

-Sono lieto che vi piacciano, guardatemi in faccia, non state con gli occhi a terra, non sono l'orco cattivo, posso essere molto gentile se voglio. Di solito le donne apprezzano le mie maniere.

-In genere imponete loro la vostra presenza? Ah, ecco che vi risentite! Cosa volete da me ... sì sì no no ... un asinello da portare a spasso? Se volete questo, tacerò e basta. Ma se state uscendo per conoscere Giulia, ebbene, Giulia è uno spirito libero e non ama sentirsi stretta da catene. Cosa devo aspettarmi da voi oltre al mazzo di fiori?

-Mmh.. forse avete ragione, frӓulein, forse voglio conoscervi e vi impongo la mia presenza: sono obbligato poiché se non costretta non mi permettereste di frequentarvi. Non è vero?

-Sì, ma questo non giustifica il vostro comportamento.

-Ho sperimentato che le donne sono spesso attratte dagli uomini decisi ... e io lo sono. Il lampo nei vostri occhi è una conferma? Non sono un uomo deciso, frӓulein? Ho voluto darvi l'occasione di conoscermi e di cambiare idea sul mio conto.

-Temo che v'illudiate, maggiore.

-Voi siete animata da un pregiudizio; la mia appartenenza alla Gestapo mi fa classificare da voi come un aguzzino e questo a causa della vostra compagna di scuola ebrea.

-Ciò che fate, io non lo approvo.

-Perché vogliamo mandare via gli Ebrei dalle nostre città? Io rendo un servizio anche al vostro duce.

-Non è vero! Voi lo rendete al vostro Führer!

-E non è la stessa cosa?

-No, non lo è! Voi cacciate via da Bologna persone innocenti, che non hanno mai fatto del male a nessuno!

-Una razza inferiore! Come fate a sostenere che ... maledizione! Frӓulein, si era detto di non parlare più di quest'argomento!

-Ma non sono stata io ad introdurlo, maggiore Jӓger.

-Non posso sopportare la vostra simpatia per quella razza di ladri!

-Né io la vostra repulsione. Vedete ... non abbiamo necessità d'incontrarci perché siamo troppo diversi. Perché litigare?

-Vi chiedo solo un po' di tempo, poi vi lascerò libera.

-Quanto? Quante volte ancora dovrò vedervi?

-Il tempo sufficiente a farvi cambiare idea.


***


Rocco mi aspettava e appena vide l'auto del maggiore allontanarsi, salì e bussò alla porta. La sua presenza mi fece sperare che la fuga fosse ormai imminente.

-Giuditta! Oh no, ... Giulia! Devo stare attento a non confondermi ... Giulia, avvicinati ... prima che arrivino i clienti ... devo parlarti.

-Sono qui, Rocco ... hai buone notizie da darmi?

-Dimmi prima di te, come stai? Come ti tratta il maggiore Jӓger? Non tacermi nulla. Sono certo che il capitano Müller, in caso di scorrettezza di quel bastardo, troverebbe il modo di intervenire.

-Davvero? Io constato che anche lui è intimorito dalla sua presenza e non credo che mi difenderebbe col rischio di venire trasferito al fronte! Il maggiore si vanta delle sue potenti amicizie, gente vicina a Hitler.

-Sono certo di quel che dico, ho parlato con lui proprio ieri. È pentito di averlo portato qui. Ma rispondimi ... quel maledetto ti ha toccata? Ti minaccia?

-No. Sto cominciando ad abituarmi alla sua arroganza... piuttosto temo me stessa, la mia lingua! Sai come mal sopporti l'ingiustizia e vorrei gridargli in faccia che sono ebrea e non sono inferiore a nessuno! Ciò che mi trattiene dal farlo, è l'incolumità dei miei genitori e la tua, Rocco.

-E la tua, Giulia? Cosa credi che succederebbe se quell'uomo scoprisse che sta uscendo con una ragazza giudea?

-Ci penso ogni giorno ... lo sogno ogni notte. Mi vedo sbattergli in faccia la verità con coraggio, sento e ripeto le parole ardenti che griderei ... e come immagino la scena davanti ai miei occhi, la rabbia mi monta nel cuore ...

-E lui, Giulia? Cosa fa lui quando sogni di rivelargli la tua identità?

-Vedo il suo viso infiammarsi di collera diabolica ... ogni volta. Lo vedo estrarre la pistola dalla fondina, puntarla contro la mia testa e sparare.

-Ecco! Da ciò sai che non puoi parlare.

-Non temo per me.

-Dovresti piccolina. Ci sono cose su quell'uomo che non sai e che preferisco non rivelarti. Ma bada a te!
E adesso ascolta: il contatto dei Calò è fuori gioco, non può aiutarci. Gilberto mi ha detto che è stato ferito seriamente. Il gruppo si è disperso per sfuggire ai fascisti e per ora non può esserci d'aiuto.

-Allora siamo perduti!

-No, no ... parlerò con padre Aldo. È un rischio, poiché è sorvegliato dalla Gestapo e dalla polizia ma sarò prudente. Parlerò con lui domenica dopo la santa messa e fingerò di chiedere notizie per la cerimonia dell'anniversario di matrimonio che io e Anna celebreremo tra qualche mese.

-Davvero? Oh, che cosa fantastica!

-Sì, speriamo. Gilberto crede che padre Aldo abbia altri contatti con i partigiani e che possa aiutarci. Dobbiamo avere fiducia e nel frattempo ... prudenza! Attenta a non tradirti, Giulia mia!

-Pregherò Gesù che non succeda!

Quella notte ringraziai Gesù per il coraggio con cui affrontavo quel nazista e lo pregai che padre Aldo potesse aiutarci a scappare da Bologna.

GIUDITTA E OLOFERNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora