Capitolo 11

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Kristen



<<Y quien me va a entregar sus emociones, quien me va a pedir que nunca le abandone, quien me taparà esta noche si hace frio, quien me va a curar el corazòn partiò...>>

 io e Karol stavamo letteralmente cantando a squarciagola di prima mattina...nonostante quello che era successo il giorno prima, mi ero letteralmente imposta di stare bene o almeno di fingere che andasse così.

.."non puoi continuare con questa farsa"...

mi dispiace Evans ma non posso proprio permettermi di mandare tutto a puttane...pensai <<quien llenarà de privameras este enero y bajarà la luna para que juguemos, dime si tu te vas, dime cariño mio, quien me va a curar el corazòn partiò>> io e Karol amavamo queste canzoni, nello specifico stavamo cantatando "Corazòn Partiò" di Alejandro Sanz, eravamo molto legate alla musica spagnola e a quella latina...non che l'altra musica non ci piacesse, ma lei era Messicana e io troppo legata all'America Latina, perciò la musica era sempre stata un altro punto in comune...con il tempo avevamo influenzato anche Kora, che però era indulgente solo con la nostra band preferita;

 <<hai parlato con Kora>> mi chiese Karol abbassando il volume,

 <<si l'ho sentita ieri, prima di andare da mio padre>> avevo fatto una lunga chiacchierata con la mia migliore amica <<mi ha detto praticamente le stesse cose che mi hai detto tu>> stranamente aggiungerei 

<<beh allora ascoltaci, perché non ti permetti di essere felice>> felice...la felicità era un mix di emozioni che non sentivo da troppo tempo, durante questi anni avevo provato di tutto...anche gioia e allegria, ma la felicità era un'altra cosa era un sentimento a me ormai troppo lontano...

accostai l'auto davanti al risto-bar <<Karol, la felicità dura troppo poco>> dissi rassegnata, Karol si tolse la cintura, poi si voltò a guardarmi 

<<dura poco solo se smetti di combattere>> mi abbracciò, dopodiché scese dall'auto e si avviò a lavoro..."dura poco solo se smetti di combattere"...avevo sempre combattuto, non mi ero mai arresa, anche quando sono arrivato molto vicino a farlo, eppure...

e se io fossi stanca di combattere...pensai; 

feci inversione e mi avviai in azienda, quella giornata sarebbe dovuta essere decisiva, doveva essere tutto pronto e non me ne sarei andata finché tutto non fosse stato perfetto "se hai bisogno di parlare io ci sono"...non avevo bisogno di parlare, non avevo bisogno di aiuto, io stavo bene...

Una volta arrivata mi fermai letteralmente a quasi tutti i piani per avvertire i ragazzi che avevano lavorato al progetto di vederci in sala meeting per le 17, Emily li aveva avvisati il giorno prima, ma volevo ricordarglielo io stessa, subito dopo mi diressi nel mio ufficio dove trovai Andrés già alla scrivania a lavorare, appena si rese conto della mia presenza, alzò lo sguardo dal monitor. <<Buongiorno>> disse con voce pacata 

<<buongiorno Evans>> risposi a mia volta, la sera prima lo avevo letteralmente abbracciato, avevo pianto sul suo petto, gli avevo permesso di vedere uno spiraglio del mio vuoto, ma non sarebbe successo di nuovo 

<<come procede>> chiesi riferendomi alla bozza 3d 

<<alla grande, manca solo la parte alta della cupola ed è pronta, dopodiché possiamo perfezionare alcuni dettagli e sistemare la disposizione degli interni insieme agli altri...ma direi che ci siamo>> disse convinto, lasciai che mi scappasse un sorriso, mancava pochissimo...pensai,  presi la sedia dalla mia scrivania e la misi vicino alla sua

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