Capitolo 41

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Kristen



Sbattei ripetutamente le palpebre, mi sentivo come in trans, non riuscivo a capire se fossi sveglia o se stessi sognando.

Andrès era lì, in piedi davanti a me, era a Gran Canaria...

ma che cazzo...

<<Andrès...>> sussurrai incredula, non riuscivo a spiegare ciò che sentivo nello stomaco, ma una cosa era certa, avevo paura e quella che fosse un sogno e lui potesse sparire, era più forte di quella che mi diceva che lui era realmente davanti a me

<<ciao Kris>> era lì, era realmente lì, non me lo stavo immaginando, ma come diamine era arrivato, possibile che entrambi fossimo andati in vacanza nello stesso posto

<<che...che ci fai qui>> chiesi quasi balbettando, i suoi occhi mi scrutarono, squadrandomi da capo a piedi; sentii milioni di brividi percorrermi la spina dorsale

<<potrei dirti che sono qui in vacanza e che il fatto che ci siamo incontrati sia un caso, ma non lo farò>> rispose, sentivo il cuore martellare sempre di più, non era un caso che fosse lì...

<<e allora, perchè sei qui>> chiesi, questa volta più decisa; mosse un passo verso di me, ma rimase comunque a distanza e nonostante volessi indietreggiare, il mio corpo non si mosse di un millimetro

<<sono qui per te>> quella frase aveva il potere di abbattermi, il quel momento avrei buttato la maschera di ghiaccio e bugie e gli sarei saltata addosso, lo avrei abbracciato e non lo avrei lasciato più

<<Andrès>> iniziai a dire, ma mi bloccò

<<no, ti prego, lasciami parlare>> mi soffermai sui suoi occhi, era ferito, lo vedevo e oltre a questo vedevo il suo sguardo stanco, quasi come se avesse viaggiato tutta la notte per essere lì, davanti a me; annuii

<<Kris, io ho commesso molti errori, ma due di questi, sono stati i più grandi della mia vita>> fece una pausa sospirando, osservai ogni singolo dettaglio del suo viso, come se fosse in grado di svelarmi la verità

<<il primo è stato lasciarti andare>> ingoiai la troppa saliva accumulata, sentivo il cuore sul punto di esplodere

<<che...che vuoi dire Andrès>> mosse un altro passo

<<voglio dire che invece di lasciarti scappare da quell'ufficio avrei dovuto rincorrerti, avrei dovuto soffermarmi sui tuoi occhi, invece che sul tuo viso e così avrei capito che ciò che mi stavi dicendo era una bugia>> lo sapeva...lo aveva capito

<<avrei dovuto guardare gli stessi occhi che la prima volta mi avevano detto di essere a pezzi, quando in realtà dicevi di stare bene, gli stessi che racchiudevano tutta la sofferenza che cercavi di nascondere, gli stessi che a volte sembravano perdersi nel vuoto, gli stessi che mi hanno guardato dicendomi che ero realmente il tuo Capitan America, gli stessi che adesso si stanno riempendo di lacrime e che mi dicono, che per quanto ti spaventi, sei felicissima di vedermi e che ti sono mancato>> Andrès Evans mi conosceva, lo avevo appurato tempo fa, conosceva i miei sguardi, i miei silenzi, i miei movimenti e forse pensare di riuscire a mentirgli era stato da stupida, ma in quel momento, invece di disperarmi perchè aveva capito che gli avevo mentito e probabilmente mi avrebbe chiesto spiegazioni, mi sentivo man mano più leggera, perchè l'uomo che amavo, era lì, davanti a me, perchè era stata una settimana di merda e perchè avevo una gran voglia di abbracciarlo

<<il secondo Kris, è decisamente l'errore più grande che potessi commettere>> si avvicinò ancora, a tal punto che, nonostante l'odore di salsedine, iniziai a distinguere il suo inconfondibile profumo di colonia e vaniglia

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